Dopo Ibra anche Cassano, il Milan non fa più divertire

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Antonio Cassano | © Alberto Pizzoli/AFP/Getty Images

La settimana scorsa un’intervista rilasciata in Svezia da Ibrahimovic aveva lanciato il tam tam mediatico montando l’ennesimo mal di pancia della carriera dello svedese con il chiaro intento di batter cassa o agevolare una cessione al termine della stagione. Ieri sera però Antonio Cassano ha scelto una serata di gala condita da una doppietta e da un ottima prestazione per annunciare il suo ritiro tra tre anni, subito dopo il Mondiale di Brasile 2014. Il talento barese in una lunga intervista concessa a Rai Uno nel dopo partita manifesta tutto il suo malcontento evidenziando di sentirsi asfissiato nelle ferree regole comportamentali a cui ha deciso di attenersi per chiudere una dignitosa carriera con qualche successo.

Antonio Cassano | © Alberto Pizzoli/AFP/Getty Images

“Gioco ancora tre anni, tre anni e mezzo. Voglio fare un buon Europeo e un buon Mondiale, trovare la continuità in azzurro. Poi smetto, perché ormai sono un po’ stanco”. La confessione di Cassano nasce dalla considerazione di esser oramai un punto di riferimento di questa nazionale, la risposta del rossonero è lunga e per molti versi inaspettata “No, i punti di riferimento sono quelli che hanno vinto tutto, Buffon, Pirlo, De Rossi. Sono uno dei più anziani, è da dieci anni che sono in Nazionale e ho solo 25 presenze, faccio sempre dentro e fuori. Speriamo che da qui ai Mondiali possa avere continuità in Nazionale e poi basta. Voglio fare un buon Europeo, un buon Mondiale e tra tre anni e mezzo smetto”.E continua “Sono 13 anni e mezzo che mi gratto la testa ed è un problema, mi gratto il naso ed è un problema, sono un problema sempre e comunque – si sfoga -. Il 70 per cento delle volte è colpa mia, sono sempre io che mi cerco le rogne. Ma nel 30 per cento in cui ho ragione finisce che sbaglio sempre io. Ma comunque a 32-33 anni al massimo smetto, esco dal calcio e mi godo la famiglia. Il calcio per me è stata la cosa più bella del mondo ma adesso sono un pò stanco, tre anni e mezzo e stop. Se no diventa una routine e la routine mi stressa”.

Il buon momento di forma e caratteriale di Cassano è però figlio dell’ottimo rapporto costruito con Cesare Prandelli al quale il barese dedica un ringraziamento “Nel momento di maggiore difficoltà mi è stato veramente vicino, mi ha dato tanta fiducia, mi ha detto che puntava su di me e mi ha dato lo slancio anche per partire bene col Milan. Abbiamo un rapporto stupendo, speciale, e per questo voglio ringraziarlo”. E’ singolare però che siano due rossoneri non cosi troppo avanti negli anni ad annunciare un prematuro addio al calcio adducendo alla routine e allo stress le principali cause. Il malcontento ovviamente ha matrici diverse, Ibra alla perenne ricerca delle emozioni per molti è rimasto scontento della campagna acquisti del Milan a suo dire non idonea per puntare a vincere la tanto agognata Champions League. Al ribelle Cassano il grembiule da perfetto scolaretto cucitagli addosso da Galliani gli sta stretta, opprime le cassanate ma anche il suo estro…

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