Dramma Valentino Rossi, incidente choc: “Un chiodo e due viti”

Non è soltanto una leggenda del motociclismo. Valentino Rossi è un simbolo dello sport italiano, un’icona capace di attraversare generazioni e rimanere nel cuore dei tifosi ben oltre i suoi trionfi mondiali.

La sua carriera, costellata da nove titoli iridati, ha rappresentato l’essenza della velocità, della passione e di quel brivido che solo chi vive costantemente al limite può comprendere davvero. Dalle prime curve con la moto alle discese in picchiata nel Motomondiale, il “Dottore” ha costruito la sua leggenda giro dopo giro. Ma anche dopo l’addio ufficiale alle corse in MotoGP, Valentino ha continuato a sfidare se stesso, trovando un nuovo stimolo nel mondo delle quattro ruote. Con la sua BMW si è rimesso in gioco nelle competizioni automobilistiche, dimostrando che la fame di adrenalina non si placa con l’età. Anzi, si affina.

Dietro ogni sorriso, ogni gesto scaramantico e ogni esultanza teatrale, si nasconde un atleta che ha fatto del coraggio la sua cifra distintiva e un imprenditore. Ma anche i più grandi, inevitabilmente, devono fare i conti con la paura e con i segni che il corpo accumula nel tempo. Ed è stato lo stesso Valentino, in un recente intervento, a raccontare un retroscena intimo e crudo di uno dei momenti più duri della sua carriera: probabilmente il suo più grande infortunio.

Rossi choc: “Se succede qualcosa sono c***i”

Ospite del PoretCast, condotto da Giacomo Poretti, Valentino Rossi ha raccontato con toni lucidi ma intensi l’impatto del primo grande infortunio che ha segnato un punto di svolta nella sua lunga carriera. Un episodio che risale al 2010, durante la stagione MotoGP, quando si fratturò gravemente una gamba. “Fortunatamente mi sono fatto male poco nella mia carriera – ha raccontato – ma quella volta mi sono rotto una gamba ed è stato il primo infortunio grande. Quando ti rompi la gamba ti mettono un chiodo dentro la tibia. Te la rimettono dritta e poi con un martello ti mettono il chiodo chiudendolo con delle viti sopra e sotto. Corri poi con questo ferro dentro la gamba e se succede qualcosa, sono cazzi. Perché non si rompe più l’osso… insomma diventi grande e quindi…”

Parole che restituiscono la cruda realtà di uno sport tanto spettacolare quanto estremo. Rossi ha poi ammesso che, con il passare degli anni, il suo approccio alla corsa è inevitabilmente cambiato: “Fino a 30 anni non ci pensi. Poi cominci a pensare che se cadi nei primi due giri e hai tutti dietro, devi stare un po’ più attento”. Un racconto schietto e autentico che ricorda a tutti quanto coraggio, e quanto dolore, si nasconda dietro la leggenda.