E questo sarebbe il Fair Play finanziario?

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Riuscirà davvero Il progetto messo in piedi  dal presidente dell’Uefa Michel Platini a ridare una stabilità economica all’intero sistema calcio ? Volendo spiegare a chi fosse a digiuno di conoscenze economiche-calcistiche cosa fosse il “fair play finanziario”, si dovrebbe partire innanzitutto dal significato letterale del progetto: Fair Play. Ovvero il giusto comportamento da seguire da parte dei presidenti delle società calcistiche in ambito finanziario. Basta spese folli, con l’obiettivo necessario di ridurre i costi che stanno erodendo ogni anno di più il giocattolo “calcio”!

Tutto ciò è stato realizzato attraverso un regolamento che punta al pareggio di bilancio, dove i club non potranno spendere più di quanto guadagnano. L’applicazione dell’intero sistema sarà valido per il bilancio di fine 2012, con un periodo di adattamento graduale che prevede dei limiti di rosso in bilancio a decrescere.  In questo periodo ci saranno degli avvertimenti da parte dell’Uefa, e in seguito scatteranno le vere e proprie sanzioni, che potrebbero portare addirittura all’esclusione dalle competizioni europee.  Chiusa la brevissima parentesi esplicativa è lecito rispondere alla domanda iniziale dopo gli ultimi colpi di mercato, italiani e non. Con quali basi si può realizzare un progetto così impegnativo se dall’Inghilterra arrivano notizie di mercato che sono un vero e proprio schiaffo alla crisi economica?

È infatti noto da poche ore l’ultimo colpo di mercato di Roman Abramovich (magnate russo proprietario del Chelsea), che con l’acquisto di Fernando Torres dal Liverpool ha concretizzato la cessione più onerosa della storia della Premier League: 50 Milioni di Euro il prezzo del cartellino del giocatore! Se non bastasse,per i Blues, è arrivata anche l’ufficialità dell’acquisto del difensore brasiliano David Luiz dal Benifca per 25 milioni di euro. Totale complessivo 75 milioni di uscite! Il Liverpool perso l’attaccante neo campione del mondo ha subito reinvestito i soldi acquistando la punta del Newcastle Carrol per 35 milioni di euro e il giovane talento dell’Ajax Suarez costato 23. L’Italia in questo contesto fortunatamente ha tenuto un profilo molto più basso, con il solo acquisto dell’Inter di Giampaolo Pazzini per 20 milioni.  Proprio Massimo Moratti in un’intervista di pochi giorni fa aveva dichiarato essenziale l’applicazione di norme severe che frenassero le eccessive spese calcistiche, stanco di dover perdere ogni anno troppi soldi sulla sua amata Inter. Ad appoggiare questa causa è stato anche l’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani che ha dichiarato in giornata : ‘tutti parlano di fair play finanziario, ma poi spendono come pazzi, noi compresi”.

Sul mercato del Chelsea guidato dal suo ex tecnico Carlo Ancelotti ha aggiunto: “si e’ rafforzato in modo straordinario  Hanno speso 80 milioni di euro, non so dove finirà il fair play finanziario di tutti. Il problema sono gli infortuni. Non vorrei che si debba arrivare ad avere tre giocatori per ogni ruolo”.

L’Uefa davanti a questi numeri dovrebbe essere preoccupata, e cercare di frenare in anticipo queste operazioni ponendo dei seri limiti ai trasferimenti.  In Italia prima di risolvere il problema del monte ingaggi è necessaria una seria riflessione sulle reali entrate dei club, troppo spesso legate esclusivamente ai diritti televisivi e alle qualificazioni nelle coppe europee. Restando anni luce indietro alla Premier  inglese e alla Liga spagnola sugli introiti derivanti dagli stadi di proprietà e dal merchandising.  L’idea di Platini è sicuramente un ottimo mezzo per far uscire il calcio da una crisi economica quasi irreversibile, ma il contesto attuale e soprattutto i presidenti dei grandi club sembrano ancora non aver recepito il messaggio. Nella speranza che l’esecutivo Uefa dia un segnale chiaro e forte,  l’unica certezza ad oggi è che, chi sbaglia non paga!

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