Ferrero interessato all’acquisto del Milan?

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Giovanni Ferrero © ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images

Filtra clamorosa un’indiscrezione in questo fine settembre 2012: è la volta buona che Berlusconi abbandoni il Milan, cedendolo a una facoltosa famiglia di industriali italiani come i Ferrero?

Il tema del “disimpegno” del Cavaliere dal “giocattolo di famiglia”, a livello sia di interesse personale che di sforzo economico, popola oramai periodicamente le prime pagine dei giornali sportivi e non da poco tempo, e l’idea che possa trattarsi di poco più di una chiacchera da bar, così come di un invito degli Ultras rossoneri delusi dalla campagna acquisti a passare la mano a una proprietà più facoltosa, oramai non fa più notizia.

Ciò che ha fatto lievitare l’attenzione mediatica e reso la voce più credibile è stata sicuramente la notizia di un potenziale acquirente che non fosse il fantomatico investitore arabo “misterX ” pronto a sperperare petroldollari nel calcio (vedi Manchester City), ma un imprenditore nostrano come Giovanni Ferrero, CEO dell’omonima azienda.

Giovanni Ferrero © ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images

La presenza di un nome “forte” era quello che mancava alla voce di corridoio degli ambienti finanziario-sportivi per trasformarsi in una possibile notizia di trattativa, o comunque per godere di maggiore credito. Quanto alle premesse, non si può dire che il trend degli ultimi anni del sodalizio Berlusconi-Milan non sia stato abbastanza unidirezionale: l’allontanamento dell’ex-Premier dalle vicende rossonere per uno scomodo sovrapporsi con i suoi impegni istituzionali è diventato un dato di fatto, e analogamente la volontà di non spendere e spandere come in passato in barba ai conti in rosso è diventato un principio di gestione sportiva che a breve diverrà tassativo per tutti i club.

Di riflesso i risultati sportivi hanno risentito del minore sforzo economico, e se si eccettua la forte campagna acquisti del Milan di due stagioni fa, dal retrogusto vagamente politico e che guarda caso ha portato a dei trionfi anche sul campo, il trend degli ultimi anni è stato quello di acquistare all’ultimo minuto sfruttando le offerte di mercato per allestire una formazione competitiva, ma non schiacciasassi, e palesemente senza l’obbiettivo di centrare il primato europeo, se non nei proclami “istituzionali” di inizio stagione. Un inno quindi alla sana gestione, che non si è potuta esimere in estate dal cedere i pezzi pregiati come Thiago Silva e Ibrahimovic e rimettere a posto definitivamente i conti societari: ci si domanda ora se non sia questo risanamento l’anticamera di un passaggio di proprietà, e se si a che condizioni e con che modalità.

Ammettendo anche più di un semplice interessamento del gruppo Ferrero, e che questo non sia un tentativo speculatorio volto a celare altre manovre o trattattive, non si può non valutare un duplice aspetto, vale a dire in primis considerare una manovra del genere principalmente un investimento finalizzato a un ritorno di immagine più che un ritorno economico (è noto infatti come investire nel calcio sia spesso un gioco a perdere), e successivamente accertare se ci siano possibilità di rilevare totalmente il club, magari ponendosi a capo di una cordata di imprenditori, o di entrare solamente nell’azionariato, magari affiancando l’attuale proprietà.

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