Gestione Cassano, la farsa del codice etico di Prandelli

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Antonio Cassano ©Claudio Villa/Getty Images

Di Prandelli, a differenza dei precedenti ct, tifosi azzurri e addetti ai lavori hanno sempre apprezzato la sua coerenza, la disponibilità a spiegare ogni scelta e sopratutto l’utilizzo di un codice etico che prevedeva figli e figliastri. Al gruppo azzurro ha giovato la nuova guida tecnica tanto da ritrovare entusiasmo, risultati e un barlume di gioco che ha portato a paragonare la truppa di Prandelli al Barcellona.

Antonio Cassano ©Claudio Villa/Getty Images
Il recupero di Cassano e Balotelli sono sempre stati i fiori all’occhiello dell’ex allenatore della Fiorentina anche se con il barese sopratutto il tanto decantato codice etico è sempre stato interpretato evidenziando una certa elasticità nei ferrei paletti ideati il giorno del suo insediamento con la Federazione. Le scelte tecniche seppur discutibili sono e devono esser un esclusiva del ct anche se al momento è incomprensibile la scelta Osvaldo invece del più sicuro e collaudato Matri o le decisioni di snobbare a prescindere giocatori come Abate, Campagnaro e Cannavaro che per continuità e qualità di prestazione non hanno nulla da invidiare ai convocati. Quello che deve esser chiaro è invece l’indice comportamentale e seppur in emergenza e in difficoltà deve esser identico per tutti. Cassano ieri ha avuto uno dei suoi, sempre più rari, momenti di sbroccamento insultando senza un motivo preciso un giornalista nel bar di Coverciano mettendo a disagio tecnico e Federazione. Il talento di Bari con le solite scuse, pare imposte dal tecnico, è riuscito ancora una volta a cavarsela. Siamo sicuri che per tutti i componenti della rosa basterebbe una scusa?

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