Dalla Serie B allo scudetto, i 6 anni più lunghi della Juventus

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Juventus scudetto © SIMONE FERRARO/AFP/GettyImages

Sono passati sei anni, ma sembra una vita. Tanto infatti è trascorso dal luglio del 2006, da quando ciò la Juventus, a seguito di Calciopoli, fu spedita in Serie B. Un cammino lungo e tortuoso ma alla fine i bianconeri sono riusciti a tornare proprio lì dove erano rimasti. Si ricominciò, allora, da Didier Deschamps, centrocampista che fece la storia dei bianconeri negli anni novanta. La formazione bianconera partì con nove punti di penalizzazione e con un organico senza tanti big dell’anno prima su tutti Vieira, Ibrahimovic, Thuram, Zambrotta, Emerson e Cannavaro.

Ma non tutti la pensarono allo stesso modo e ci fu chi la barca, nonostante tutto, decise di non abbandonarla. Fu il caso di Del Piero, Trezeguet, Camoranesi, Buffon e Nedved i quali fecero da chioccia ad alcuni giovani poi saliti alla ribalta quali Marchisio, Giovinco, De Ceglie e Palladino. Si cominciò a Rimini ma il cammino dei bianconeri fu devastante tanto che riuscì a recuperare il gap conquistando il campionato con tre giornate di anticipo nonostante un’agguerrita concorrenza. Il rapporto con Deschamps si interruppe proprio dopo la sfida contro il Mantova che garanti il primo posto e per le ultime due gare toccò a Giancarlo Corradini allenare i torinesi. Finito il campionato poi ecco l’annuncio del nuovo tecnico: è Claudio Ranieri.

L’entusiasmo è ritornato e la rabbia dei tifosi è tanta. Dal mercato arrivano diversi giocatori di categoria, su tutti Iaquinta, Criscito e Tiago. Non tutti però entusiasmeranno. La prima stagione di Serie A risulta essere soddisfacente: terzo posto finale condito dai successi contro Inter, Milan e Roma e il tandem Del Piero Trezeguet ai primi due posti della classifica marcatori.
L’estate successiva la formazione bianconera, sempre guidata da Ranieri, può contare, tra gli altri, su Amauri e Poulsen ma rientrano dai prestiti i vari Giovinco, Marchisio e De Ceglie.

Superato il preliminare di Champions contro l’Artmedia Bratislava, la Juventus torna cosi a disputare la massima competizione europea, inserita subito nel girone con il Real Madrid, sconfitto qualche mese dopo al Bernabeu grazie ai gol di Del Piero ed Amauri. Juve che chiude prima nel girone eliminatorio che comprendeva anche Zenit San Pietroburgo e Bate Borisov.

Juventus scudetto © SIMONE FERRARO/AFP/GettyImages

Agli ottavi però arriva l’eliminazione ad opera del Chelsea nonostante tanta buona volontà. In campionato chiude l’andata ad appena tre punti dal primo posto e rifila due poker a Milan e Roma conquistando anche il derby con il Torino. Un lungo calo nel girone di ritorno costa la panchina a Ranieri. Al suo posto ecco Ciro Ferrara. Intanto in Coppa Italia arriva l’eliminazione in semifinale mentre in campionato si chiude al secondo posto. Questa stagione segna l’addio al calcio giocato di Pavel Nedved.

Nel 2009-2010 la società investe tanto sul mercato: arrivano Cannavaro, i brasiliani Diego e Felipe Melo, l’uruguayano Caceres e il terzino Grosso. In panchina resta Ferrara. La stagione comincia bene con un pesante successo a Roma ma la squadra comincia ad accusare dei cali e nemmeno la vittoria contro l’Inter servono a dare la spinta giusta ai bianconeri, umiliati ed eliminati in Champions nel match casalingo contro il Bayern Monaco. In Coppa Italia non va meglio e la sconfitta patita contro l’Inter costa a Ferrara la panchina. Al suo posto arriva Alberto Zaccheroni ma cambia veramente poco. In Europa League, dopo l’exploit con l’Ajax, arriva una clamorosa eliminazione contro il Fulham. In campionato i bianconeri chiudono settimi e la delusione dei supporters è tanta.

Nel 2010-2011 si comincia a costruire quella che è l’attuale Juventus. Nuovo presidente è Andrea Agnelli. Nel ruolo di direttore generale c’è Giuseppe Marotta mentre Fabio Paratici è il nuovo diretto sportivo. Si cambia ancora per ciò che riguarda la panchina, affidata a Luigi Delneri. La campagna acquisti regala, tra gli altri, il difensore Bonucci, i centrocampisti Aquilani e Pepe, gli esterni Martinez e Krasic e l’attaccante Quagliarella. Vanno via invece Cannavaro, Poulsen, Diego, Camoranesi, Tiago, Giovinco e Trezeguet, quest’ultimo vera e propria bandiera dei bianconeri.

In Europa League il cammino dei bianconeri comincia prestissimo e i turni preliminari sono superati senza problemi. Nei gironi però un cammino disastroso, con sei pareggi in altrettante gare, vale l’eliminazione. In campionato non va meglio, e l’unica vera gioia arriva dal successo di San Siro contro il Milan. In Coppa Italia arriva l’eliminazione ai quarti e nel mercato invernale la società corre ai ripari ingaggiando Barzagli, Matri e Toni. I nuovi sembrano dare qualcosina in più ma a parte la vittoria contro l’Inter e quella contro la Roma arrivano cocenti delusioni dovute a sconfitte clamorose. Il successo maturato in casa della Lazio sembra aver ridato vigore ai bianconeri apparsi in grado di poter lottare per il quarto posto ma cosi non è: l’Europa resta un miraggio.

Intanto però i lavori per il nuovo stadio si sono conclusi ma il rinnovamento bianconero passa anche dal tecnico e dai giocatori: sulla panchina si siede Antonio Conte. Arrivano poi i vari Pirlo, Vucinic, Vidal, Lichtsteiner, Caceres, Estigarribia ed Elia, ai quali nel mercato invernale si aggiungerà anche Borriello. La squadra gioca con una spinta in più che è quella dello stadio, praticamente sempre pieno. Il resto è storia recente: uno scudetto conquistato e una finale di Coppa Italia da giocare. La Juventus, dopo sei anni, è tornata.

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