Leggerezza di Spalletti, multa e sconfitta a tavolino per lo Zenit

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Quando si parla dell’intransigenza della mentalità dell’Est rispetto alla maggiore “flessibilità”, o “leggerezza” Italiana, non si tratta di un banale luogo comune, nè di uno stereotipo ormai superato dai tempi.

In Russia il rispetto delle regole, nella fattispecie nel calcio, è assicurato con rigore estremo, senza attenuanti o ricorsi che reggano, nè possibilità di appello o di alibi. Anche se ad esser punita, nel caso specifico, è la squadra campione in carica, detentrice del campionato: lo Zenit San Pietroburgo dell’Italianissimo Luciano Spalletti.

Il fatto incriminato non ha di per se una gravità tale da far giustificare – nella mentalità italiana – una tale punizione. Rappresenta, però, la violazione di una regola scritta e ben nota, ergo non ci sono attenuanti che tengano secondo la Federazione calcistica Russa.

Nella partita di domenica scorsa contro il Cska di Mosca, valida per la quarta giornata del campionato russo, Spalletti ed il suo staff non hanno inserito, nè in campo nè in panchina, nemmeno un giocatore under 21, nato dopo il 1 Gennaio del 1990 e cresciuto nel settore giovanile dello Zenit, violando, così, tale rigidissima regola finalizzata alla valorizzazione dei vivai delle squadre di club.

La punizione inflitta è stata estremamente severa: partita persa per 3-0 a tavolino, nonostante sul campo fosse terminata per 1-1, che determina una situazione di classifica non esattamente entusiasmante: dopo 4 giornate lo Zenit ha 7 punti, in quarta posizione, a 2 lunghezze di distanza dalla vetta occupata dal Nizhny Novgorod.

Oltre alla sanzione della partita persa a tavolino, è stata, poi, comminata una multa di 200.000 rubli (pari a circa 5 mila euro) che lo Zenit ha immediatamente addebitato sul conto di Luciano Spalletti, oltre che un’ ulteriore multa di 200.000 rubli rivolta alla società per il comportamento non consono dei tifosi, colpevoli di aver lanciato fumogeni dagli spalti (azione reiterata che, finora in sole 4 giornate di campionato, ha costretto lo Zenit a sborsare circa 900.000 rubli, circa 22.000 euro).

Dal canto suo, mister Spalletti ha dichiarato di aver ordinato lui stesso l’esclusione dei giovani dal big match contro il Cska di Mosca, ritenendo che la violazione della regola in questione comportasse soltanto una punizione monetaria, con il pagamento di una multa, non considerando l’eventualità – ritenuta eccessiva – di una penalità in termini di risultato. La “leggerezza” del tecnico toscano, oltre alla sconfitta a tavolino, ha avuto delle conseguenze all’interno del suo staff, con il licenziamento immediato di Vladislav Radimov, ossia il responsabile della compilazione dell’elenco con i nomi dei giocatori convocati, in qualità di responsabile “esecutivo” della violazione della regola.

L’accaduto, dunque, sembra aver deteriorato notevolmente i rapporti fra l’allenatore toscano e la dirigenza dello Zenit, anche perchè – agli occhi del presidente multimiliardario Alexey Miller – l’accaduto risulta essere una distrazione imperdonabile, una svista clamorosa ma non involontaria, frutto di disinteresse e di scarsa responsabilità del tecnico nei confronti della sua squadra.

L’episodo, comunque, va ad aggiungersi ad altri screzi e dissapori fra il presidente e Luciano Spalletti che, sommatisi, potrebbero portare al termine dell’avventura nella terra dei cosacchi per il tecnico toscano. Un divorzio che non dispiacerebbe affatto a molte squadre italiane, interessate ad ingaggiare Spalletti per la prossima stagione: su tutte, la Juventus. Infatti, se al termine del campionato si decidesse di sollevare Gigi Del Neri dal suo incarico, la panchina bianconera potrebbe passare all’ex Roma, tecnico da sempre molto gradito a Beppe Marotta.

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