Malesani esonerato, fatale il 6-1 al San Paolo

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Malesani |©Marco Luzzani/Getty Images

Malesani non è più l’allenatore del Genoa. Il tecnico veronese paga a caro prezzo la sconfitta per 6-1 subita dai suoi uomini al San Paolo l’altra sera. Il presidente Preziosi ha affidato il nuovo incarico a Pasquale Marino.

Il ruolino di marcia del Grifone nelle ultime nove partite recitava quattro successi e cinque sconfitte. Evidentemente non sono bastati a Malesani i 21 punti fin qui ottenuti, 14 dei quali tra le mura casalinghe. In questo avvio di campionato il Genoa non ha conosciuto mezze misure, pareggiando soltanto in tre occasioni (in questa speciale classifica ha fatto meglio soltanto l’Inter con due pareggi). Attualmente la squadra si trova al 10° posto in classifica, distante tre punti dal sesto posto occupato proprio dal Napoli.

Malesani |©Marco Luzzani/Getty Images

L’esonero era nell’aria già dalla sconfitta contro il Cesena del 27 novembre scorso. Nonostante fosse deluso dalla gestione della rosa, Preziosi aveva scelto di proseguire il rapporto con l’allenatore, decretando di fatto lo stato di crisi. Prove tecniche di licenziamento sono state rilevate dopo le due sconfitte casalinghe contro Milan e Inter. Al terzo, pesantissimo, ko è scattato l’esonero ufficiale.

Un idillio mai nato quello fra Malesani e il presidente rossoblu. La prima partita di campionato aveva segnato subito una profonda frattura fra presidenza e tecnico, quando l’Atalanta riuscì a sorprendere tutti e portarsi sullo 0-2 dopo pochi minuti con la doppietta di Maxi Moralez. Preziosi scelse di abbandonare la tribuna alla fine del primo tempo, per sottolineare il proprio totale disappunto.

Al suo posto è stato chiamato Pasquale Marino, fermo ai box dopo le recenti esperienze poco felici con Parma e Udinese, entrambe terminate con un prematuro esonero. L’ex Catania è un fedelissimo del 4-3-3, modulo con il quale è salito alla ribalta nazionale quando allenava ai piedi dell’Etna. La rosa del Genoa sembra potersi adattare alle idee tattiche di Marino, sebbene manchi una boa centrale di peso (se si esclude Caracciolo). Negli ultimi giorni si è parlato con insistenza di un possibile ritorno del Principe Milito al Luigi Ferraris. In forte ascesa anche le quotazioni di Alberto Gilardino, non più al centro del progetto viola come ai tempi della gestione Prandelli.

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