Maradona sogna il Napoli. Mazzarri “Merito mio”

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Diego Armando Maradona | © KARIM SAHIB/AFP/Getty Images

Dalla serie C del 2004 agli Ottavi di Champions League nel 2012, la rinascita del Napoli in 11 anni e mezzo dopo una storia fatta di gloria e bocconi amarissimi. Una storia che é legata indissolubilmente al dio indiscusso del calcio, El Pibe de Oro, Diego Armando Maradona. E dopo le gioie e le emozioni che Dieghito ha regalato al calcio mondiale, e soprattutto al popolo partenopeo, tenendo una palla in mezzo ai piedi chissà che non possa ripetersi armato di taccuino e lavagnetta. E’ forse maturo il tempo in cui il filo suggestivo della storia si intrecci di nuovo coi passionali colori azzurri. Suggestione, appunto, o reale prospettiva? Difficile da decifrare. Quel che certo è che Maradona ha un sogno:

“Non lo nego: mi piacerebbe allenare una squadra italiana. E se un giorno questa squadra fosse il Napoli, beh, allora si realizzerebbe anche un altro sogno”.

IL PROBLEMA FISCALE – Incassata la “disponibilità” il problema a questo punto è molto pratico: Maradona è assediato dal fisco italiano cui deve 40 milioni di euro per vicende risalenti al 1991. E si ritrova osannato da quell’Italia che lo ama e braccato da un’altra che ce l’ha con lui, come egli stesso afferma. La soluzione al dilemma è subito risolta dallo stesso Maradona che “auspica un atto di coraggio da parte della politica italiana. A quel punto, infatti, solo un atto del governo, – continua El Pibe de Oro –  un’iniziativa legislativa restituirebbe serenità e giustizia a me e a tutti coloro, e non sono pochi, che in Italia sono nelle mie stesse condizioni. Anche se alle prese con cifre assai diverse”.

Diego Armando Maradona | © KARIM SAHIB/AFP/Getty Images

Una richiesta ambiziosa che difficilmente troverà riscontro pratico in un’Italia in crisi profonda a cui non rimangono gli occhi per sognare, per storpiare l’aforisma. E il Maradona improvvisato giurista cavalca un’iniziativa giudiziaria effettivamente in corso, ma rischia di annebbiare un pochino le belle parole d’affetto verso il Napoli. Un pizzico di populismo per difendere tutto sommato un proprio personalissimo interesse dato che comunque c’è già stata una sentenza. Ma al più grande del calcio moderno, cui solo Messi forse può aspirare, si concede anche una piccola caduta di stile. In effetti ogni sportivo è in debito con Maradona per la poesia che ha dispensato sui rettangoli di gioco. L’impressione è che all’Agenzie delle Entrate non sia molto di moda il calcio.

LA REAZIONE DI MAZZARRI – La dichiarazione ha subito coinvolto l’uomo che oggi  siede sul trono napoletano. Walter Mazzarri ha reagito con grande forza all’affettuoso tentativo di tagliarlo fuori dalla panchina riconoscendo a se stesso i meriti della risalita napoletana che è per lui “motivo d’orgoglio” perchè  “grazie a me il Napoli e’ tornato a essere ambito da tutti gli allenatori del pianeta”. “Facciamo la Champions e tutto questo e’ dovuto – ha aggiunto l’allenatore toscano – ,voglio prendermi questo merito, a me e al mio staff che in poco tempo abbiamo fatto grandi cose. Adesso questa squadra e’ ambita da chiunque”.

In attesa della Fiorentina e del Chelsea chissà in che modo il Presidente Aurelio De Laurentiis accoglierà queste due dichiarazioni di fuoco e soprattutto quella di Mazzarri che ha scordato di citare la società tra i fautori del nuovo e competitivo Napoli.

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