Matt Jarvis appello al coming out nel calcio

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Matt Jarvis invita a fare coming out | © Jamie McDonald/Getty Images

Un appello così forte e diretto non poteva giungere dall’Italia, tradizionalmente bigotta e chiusa a tali argomenti, in particolare in un mondo chiuso come quello del calcio “allergico” ad affrontare in maniera sincera e trasparente queste tematiche. Il messaggio in questione, dunque, giunge dall’Inghilterra e consiste in un invito al coming out da parte del calciatore del West Ham Matt Jarvis che si rivolge ai propri colleghi trovando spazio nel numero di Febbraio di Attitude, la più popolare rivista gay del Regno Unito.

Il discorso non sembra riguardarlo in prima persona, considerando che la ventiseienne ala degli Hammers è sposato, ma la rivista gli ha concesso questo spazio in copertina – dopo quelle dedicate in passato a David Beckham ed allo svedese ex Arsenal Ljungberg – per amplificare la diffusione del suo messaggio, che mira ad abbattere un tabù che appare ancora, nel 2013, tanto spinoso nella maggior parte degli ambienti ed, in particolare, nel mondo del calcio.

Matt Jarvis invita a fare coming out | © Jamie McDonald/Getty Images
Matt Jarvis invita a fare coming out | © Jamie McDonald/Getty Images

Per questo motivo, Matt Jarvis analizza la questione in profondità, sottolineando anche quelli che potrebbero essere i benefici sportivi di un’ammissione del proprio orientamento per i calciatori omosessuali: “Se lasciandosi andare potessero concentrarsi sul loro unico scopo, impegnarsi al massimo delle proprie capacità nello sport che stanno praticando, il coming out aiuterebbe”.  In tal senso, dunque, il coming out secondo Matt Jarvis assumerebbe una sorta di significato catartico, di liberazione dal peso di nascondere le proprie reali inclinazioni per potersi, così, concentrare esclusivamente sulla propria carriera sportiva e sugli obiettivi da raggiungere in tale direzione.

 

Di contro, però, affinchè la decisione di outing possa essere seriamente presa in considerazione, è assolutamente necessario che – di fronte ad un coming out pubblico – non si verifichino i tanto temuti episodi discriminatori da parte dei tifosi e del pubblico che frequenta gli stadi che, soprattutto in Italia, spesso dimostra di non essere affatto maturo per affrontare con civiltà alcune tematiche delicate ed, in tal senso, basti pensare ai beceri cori razzisti durante l’amichevole tra Pro Patria e Milan con la successiva reazione sdegnata di Kevin Prince Boateng.

Sul tema coming out, inoltre, non è da trascurare neppure l’intervista ad un calciatore tedesco sulla rivista Fluter, in cui spiegava di essere omosessuale ma dichiarava la sua paura ad ammetterlo per timore delle reazioni dell’ambiente e dei tifosi, ma definendosi tristemente come “un uomo che non esiste davvero” poichè costretto a mascherare la sua reale essenza, a soffocare il suo Io, ammettendo di essere ormai rassegnato al fatto che nel mondo del calcio non ci siano speranze di un cambiamento che potrebbe indurre ad “uscire allo scoperto”.

Il problema, dunque, potrebbe essere risolto se gradualmente si creassero le condizioni per indurre a non temere la reazione dei tifosi ed, in tal senso, un importante contributo alla causa potrebbe venire dall’eventuale coming out di un grande campione amato da tutti “che potrebbe fare la differenza”, così come sostenuto da Alessandro Costacurta che, nello scorso mese di Settembre, aveva posato sulla rivista femminile Amica indossando tacchi a spillo per lanciare la campagna contro l’omofobia e contro la violenza sulle donne.

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