Milan: Gattuso reagisce da leader e si addossa tutte le colpe

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Rino GattusoDopo la debacle nel derby il Milan cerca di nasconder la testa sotto la sabbia per evitare le critiche e ripartire alla ricerca della convinzione necessaria a sopperire alle mancanze strutturali di un organico privo dei due elementi carismatici delle passate stagione, vale a dire il capitano di mille battaglie Paolo Maldini e Kaka. Gattuso è uno che di grinta e determinazione ne ha da vendere e la fascia di capitano al braccio forse lo ha ulteriormente caricato di responsabilità fin a sfinirlo nella confusione mentale che lo ha indotto a quell’inutile fallo da espulsione. Dalle pagine de “Il Giornale”(riportata in basso) spiega cosa è accaduto e dimostra di aver subito imparato l’ennesima lezione:

  • Caro Gattuso, come sta?

«Sto che devo saltare la convocazione per la Nazionale e che devo stare fuori per 15-20 giorni. A questo punto spero di tornare col Marsiglia in Champions. Sto che sono andato in ospedale e mi hanno riscontrato lo stiramento dei legamenti della caviglia sinistra. Ecco come sto».

  • È finito anche in ospedale?

«Certo, per capire quello che mi era successo. E d’altra parte la gente sa che se finisco a terra, a palla ferma, a San Siro, durante un derby, non è per fare la scena».

  • Ma il medico del Milan intervenuto ha capito al volo di cosa si trattava, della gravità dell’infortunio?

«Avevo una vistosa fasciatura alla caviglia sinistra, sembrava avessi uno scarpino bianco, non era uno scherzo».

  • Ma perchè allora ha impiegato 20 minuti buoni prima di decidersi a chiedere la sostituzione?

«Ho sbagliato, ora posso dirlo, ho la testa dura, dovevo uscire subito. Prima di arrendermi al dolore e all’infortunio, provo a restare in campo, a resistere. Mi sembra un comportamento da uomo, non è che voglio fare l’eroe. È già successo, d’altro canto».

  • Quando, scusi, Gattuso?

«È successo nel campionato scorso. Vi ricordate di Milan-Catania? Mi faccio male sul finire del primo tempo, resisto in pratica tutta la partita e alla fine scopro che ho avuto la lesione del legamento del ginocchio. Tutti i medici che mi hanno visitato mi hanno fatto la stessa domanda: ma come hai fatto a giocare mezza partita in quelle condizioni?».

  • Torniamo al derby: dal minuto numero 17, ora dell’infortunio, al momento in cui ha alzato la mano e provato ad uscire, non ha detto niente alla panchina?

«Ho avvertito Ambrosini, con un segnale in codice, di affrettare il riscaldamento perchè stavo per uscire, non ce la facevo più. Sull’infortunio ha avuto un peso anche quella rincorsa nei confronti di Eto’o da cui è nato il rigore».

  • Lo sa Rino, che ha rischiato l’espulsione già allora?

«Ho letto e sentito: dovevo uscire prima del fallo su Sneijder ed è questa l’unica consolazione, se di consolazione si può parlare dopo aver preso quattro “fischioni” dall’Inter».

  • Torniamo al rigore: doveva esserci Gattuso a frenare il contropiede di Eto’o?

«Mi sono trovato io da quella parte e mi sono lanciato senza riflettere nel tentativo di raggiungerlo. Come si vede bene dal filmato, l’ho raggiunto, gli sono passato anche davanti, è il mio braccio che gli procura il danno e la caduta. Comunque, alla fine di quello scatto, ho sentito un dolore della …».

  • Perchè non ha chiesto soccorso in quella circostanza, magari fermando il gioco per la seconda volta? C’era il rigore da battere, forse c’era tutto il tempo per far scaldare Ambrosini o Seedorf…

«Perchè mi sono vergognato ad arrendermi e a buttarmi a terra un’altra volta. Lo sapete come la penso sull’argomento, lo trovo umiliante per un uomo vero».

  • L’altra domanda delle cento pistole è la seguente: sapendo d’essere ammonito, perchè ha fatto quel secondo fallo, inutile, a metà campo, su Sneijder andando incontro all’espulsione matematica?

«Questa è una domanda che si può rivolgere a chi sta seduto in tribuna, con la bottiglia dell’acqua minerale in mano, e ha il tempo per riflettere, pensare, decidere cosa sia più utile. Io no. Io mi trovavo in una condizione molto diversa. Ero appena uscito dal campo, mi ero tolto la fascia di capitano e la tenevo in mano perchè il cambio non c’era stato, Seedorf si stava allacciando le scarpe. Le tv hanno addirittura cronometrato il tempo in cui sono rimasto fermo a bordo campo con la fascia in mano in attesa del cambio: 2 minuti e mezzo. In quelle condizioni, rientrato di gran corsa, è difficile valutare l’intervento più razionale: è l’istinto che ti guida. E mi ha guidato verso la soluzione sbagliata».

  • Nel frattempo c’è stato anche il derby dall’esito esaltante per l’Inter e umiliante per il Milan…

«Guardi che ci eravamo preparati nel modo giusto, durante tutta la settimana. Sapevamo che non dovevamo prendere gol, altrimenti avrebbero preso il sopravvento. E infatti nei primi minuti siamo stati molto compatti, molto stretti, specie nella fase difensiva che era quella più delicata».

  • Molti critici sostengono che il Milan ha resistito all’Inter fino al momento del suo infortunio. Poi è come se si fosse aperta una falla da quella parte del centrocampo…

«Non mi lascio lusingare da questi giudizi. Io sono una persona pratica, vado al sodo: abbiamo perso. E dico che l’Inter a un certo punto ha preso a martellarci nella tre-quarti dove ha guadagnato tanti palloni mettendo a durissima prova la resistenza della difesa».

  • Certo, il Milan non ha avuto neanche la più piccola delle reazioni…

«A quel punto, con la squadra in dieci, e il risultato ormai fissato sul 3 a 0, nemmeno Rambo avrebbe fatto qualcosa. Pato era da solo in avanti».

  • Lo sa che Moratti sostiene che l’Inter nella ripresa si è fermata?

«Arrivederci».

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