NFL: Il lockout pare sempre più vicino

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Logo NFL | © foto tratta dal web

E’ rottura tra l’associazione dei giocatori ed i proprietari delle 32 franchigie NFL e questo scontro, dopo settimane di trattative andate a vuoto per il nuovo contratto collettivo, fa apparire sempre più vicino lo spettro del lockout, ovvero lo stop del massimo campionato di football americano, lo sport più seguito negli Stati Uniti e che ogni anno permette introiti pari a 9 miliardi di dollari.

La rottura sembra totale, i proprietari non vogliono cedere dalle loro richieste, avere più soldi in entrata visto l’innalzamento delle spese per mantenere le squadre; i giocatori invece hanno disciolto la loro organizzazione e chiedono, per venire incontro alle esigenze degli “owner”, di far vedere e rendere pubblici quantomeno i libri contabili per una questione di trasparenza ed onestà per vedere se le richieste a cui devono sottostare siano più o meno lecite.

Addirittura 3 grandi “Stelle” del campo da gioco hanno già presentato ricorso in tribunale: Tom Brady dei Patriots, Drew Brees dei Saints, Peyton Manning dei Colts.

Una situazione molto critica a questo punto, ma la domanda è come si è arrivati in questa fase involutiva delle trattative.

La questione riguarda essenzialmente i soldi (anche se tecnicamente nel nuovo contratto collettivo non si sarebbe parlato solo di guadagni e di cifre, ma il punto di rottura è arrivato quando di mezzo si è messo il “vile” denaro!). La NFL è una macchina da guadagni, lo spettacolo che produce è il primo degli Stati Uniti (l’ultimo Superbowl tra Steelers e Packers è stata la trasmissione più vista negli U.S.A. da quando esiste la televisione), ed è in continua, (forse) inarrestabile espansione un po’ ovunque. Anche da noi in Europa.

I proprietari delle 32 squadra dicono, in sostanza, che bisogna tagliare i guadagni dei giocatori (che sono piuttosto corposi, questo si, ma bisogna anche valutare bene i rischi che corrono sul campo e la possibilità di una carriera piuttosto breve per via del logorìo fisico), aumentare le partite (e quindi gli introiti con i match che passerebbero da 16 a 18 nella stagione regolare), e tenere conto della crisi economica mondiale.

I giocatori obiettano che la Lega invece è molto ricca e questo solo grazie alle loro giocate sul campo, che la crisi economica mondiale non tocca minimamente la NFL visti gli introiti, e per venire incontro alle esigenze dei proprietari vogliono vedere i libri contabili di tutte e 32 le squadre per rendersi conto della situazione effettiva.

L’estenuante braccio di ferro ha coinvolto anche un mediatore federale, che ha prorogato per ben 2 volte il termine della deadline (atto che ha fatto sperare molti tifosi in un rapido accordo), ma che visti i continui buchi nell’acqua ha deciso di non rinviare ulteriormente le trattative.

Alcuni giocatori, poi, come già detto, non hanno perso tempo e, hanno subito fatto ricorso alla giustizia, in particolar modo al tribunale di Minneapolis.
La rottura secondo la Lega sarebbe dovuta all’incapacità dei giocatori di accettare un accordo ragionevole. Ma da parte loro i giocatori replicano che il diniego sulla visione dei libri contabili rende le cose poco chiare.

Goodell, commissioner NFL, non vuole il blocco del campionato, si dice molto sconfortato per quanto sta accadendo e spera sempre in una soluzione. Al momento però l’unica cosa certa è che la prossima stagione non si sa quando partirà ma soprattutto se partirà visti gli ultimi sviluppi. Un’annata che avrebbe avuto inizio a settembre 2011 per terminare poi con il Super Bowl numero 51 a febbraio 2012.

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