No agli stage della Nazionale: colpo basso a Prandelli

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Cesare Prandelli ©Claudio Villa/Getty Images

Decisione unanime da parte dei presidenti dei venti club di serie A che hanno respinto categoricamente la richiesta avanzata da parte di Cesare Prandelli di poter realizzare degli stage a Coverciano insieme ai suoi calciatori della Nazionale, per averli a disposizione per due giorni, nel mese di Aprile in prossimità delle semifinali di Champions (in tal caso i giocatori del Milan, se fossero ancora in corsa sarebbero comunque esentati, ndr) in modo da lavorare insieme, compattare il gruppo e preparare al meglio il prossimo impegno Europeo in Polonia ed Ucraina.

Un no secco, che ricalca ancora una volta l’ egoismo da parte dei club, e la loro chiusura nei confronti delle richieste avanzate da parte della Nazionale, nonostante il ct Prandelli abbia comunque cercato, in ogni occasione, di sottolineare l’ importanza della collaborazione con i club di appartenenza.

Cesare Prandelli ©Claudio Villa/Getty Images

Gli impegni della Nazionale durante il campionato sono considerati come un vero e proprio fastidio per i club, che – stando alle parole del Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis – non hanno mai avuto piacere di “concedere” i propri calciatori alla Nazionale per le partite amichevoli (peraltro rare, ndr) durante la stagione, temendo sempre che quegli impegni “indesiderati” potessero comportare qualche infortunio di troppo, o anche solo qualche acciacco ai propri uomini.

Uno schiaffo pesante nei confronti di Cesare Prandelli, che teneva tanto alla possibilità di realizzare tali stages, considerando che la proposta è stata una sua personale iniziativa: una sconfitta personale, dunque, che rischia di incrinare e compromettere il suo futuro da cittì, nonostante il suo contratto con la Figc scada nel 2014.

Inoltre, Prandelli ha sempre ribadito di “sentirsi uomo di campo” e, dunque, se dovessero venir meno i presupposti per restare alla guida della Nazionale, non gli dispiacerebbe andare ad allenare un grande club ed, in particolare, la sua amata “Signora”, ossia la Juventus. Una concreta possibilità, almeno per il futuro, anche se per ora sarebbe meglio evitare di turbare il cittì, considerando l’importanza dell’imminente impegno Europeo. In tale direzione dovrebbe andare il comportamento dei club di serie A, superando le logiche del solo interesse “personale” per creare delle “sinergie che permettano di realizzare l’interesse del calcio italiano”, così come ha sottolineato quest’ oggi lo stesso presidente del Coni Gianni Petrucci.

 

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