Processo Calciopoli: Monti “tace”, Bergamo scoppia d’ira

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Nonostante le diserzioni di Zamparini, Nucini e Facchetti (verranno sentiti il prossimo 15 marzo) l’udienza di ieri a Calciopoli presso la nona sezione penale del Tribunale di Napoli è stata comunque vibrante e ricca di spunti interessanti. Alle interessanti deposizioni di Baraldi e Corbelli rispettivamente dirigenti di Parma e Napoli al momento dei fatti è seguita quella del giornalista Monti amico di Giacinto Facchetti che ha parlato di colloqui tenuti con l’ex presidente nerazzurro nel quale gli confessò la presenza di qualche anomalia nella gestione del campionato.

Ma andiamo con ordine. Luca Baraldi ha raccontato le dinamiche della cessione di Marco Di Vaio alla Juventus “Per Di Vaio si videro il procuratore del giocatore, Moggi, Giraudo e Sacchi, si chiuse intorno ai 27 milioni e mezzo di euro. La trattativa fu impostata con la cessione a titolo definitivo per una cifra intorno ai 15-16 milioni.” Baraldi confessa poi le pressioni di Giraudo per ottenere diritti di prelazione per Gilardino, Bresciano, Marchionni e alcuni giocatori della Primavera“Per raggiungere i 27 milioni fu strutturata un’operazione con l’acquisto del 50% di Brighi con l’impegno per la Juve di cedere l’altro 50 dopo due anni  ci fu una scrittura privata tra le società, procedura che la Lega non consente, ma che dal punto di vista civilistico ha valenza. Decidemmo di fare così perché i bianconeri volevano pagare in 5 anni e non in tre come era la regola. Al momento di formalizzare la scrittura privata, la Juve ci chiese opzioni su Gilardino, Marchionni e Bresciano. Io dissi di no, perché non era negli accordi e poi come società in liquidazione non potevo svendere il patrimonio della società. Ci rivedemmo il 23 giugno, ultimo giorno utile e il mattino stesso sempre io e Minotti incontrammo Giraudo che mi richiese in cambio un’opzione almeno su calciatori del settore giovanile. Dissi ancora di no, e Giraudo ci minacciò. Di questo non ho mai avvertito gli organi federali”.

Particolari interessanti anche dalle deposizioni di Corbelli, copresidente del Napoli con Ferlaino. Il patron di Telemarket svela che a suggerire il nome di Zeman per la panchina fu Luciano Moggi in persona mentre di accettare la consulenza della Gea per il mercato fu una idea di Ferlaino “Su consiglio del mio socio, mettemmo sotto contratto di consulenza Alessandro Moggi, affinché ci aiutasse sul mercato  il nome di Zeman, per la panchina, ci fu fatto da Luciano Moggi in persona. Arrivarono Amoruso, Pecchia e Baccin dalla Juve, nonché Fresi e Moriero, giocatori della Gea. Moggi jr. ci propose l’acquisto dell’uruguaiano Pacheco ma Ferlaino disse di no, perché già avevamo troppi giocatori della sua scuderia. Non penso che i giocatori Gea abbiano fatto del male contro il Napoli volontariamente, eccezion fatta per Fresi: credo che ci abbia fatto perdere due partite e lo dissi a suo tempo, senza essere querelato”.

L’intervento di Monti fa scoppiare l’ira di Paolo Bergamo costringendo il giudice Casoria a farlo allontanare dall’aula. Il giornalista infatti racconta delle confessioni di Giacinto Facchetti “di un sistema Moggi” ma afferma di non conoscere le fonti del presidente nerazzurro “Facchetti era convinto che ci fossero delle anomalie pesanti nel sistema, dalla conduzione delle designazioni adalcune decisioni, in generale parlava di una tendenza a violare le leggi. Parlava di ‘un sistema Moggi‘. Era convinto che la figura centrale fosse quella di De Santis, e che dentro ci fossero anche Palanca, Gabriele, Bertini, Trefoloni e Racalbuto”. Il giornalista del Corriere della Sera risponde poi alla domanda come Facchetti avesse maturato queste convinzioni “si interpretavano gli episodi” , scatenando l’ira di Paolo Bergamo, che ha urlato “Non è una cosa seria, questa è una presa in giro”, prima di esser invitato ad allontanarsi dall’aula.

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