Moggi addio al calcio. E’ radiazione

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Luciano Moggi

In tempi di schiaffi, di polemiche e di sgarbi, giunge, a dire il vero con il solito ritardo amministrativo, la tanto attesa sentenza della Figc sulla radiazione chiesta da Palazzi ai danni di Moggi, Giraudo e Mazzini. Fuori dal calcio, quindi, “Big Luciano” l’uomo di calcio più potente d’Italia, almeno fino all’estate 2006.

Luciano Moggi | © Giulio Piscitelli/Getty Images
Nella motivazione del verdetto si legge “la radiazione è del tutto proporzionata ai fatti commessi, tenuto conto della loro intrinseca gravità e delle conseguenze a cui hanno condotto il modo di concepire la competizione e i rapporti tra le societa’ partecipanti ai campionati e i tesserati”. “Condotta illecita e antidoverosa (…) sicuramente connotata dal carattere altamente inquinante della sistematicità e della stabilità organizzativa” parole che non lasciano spazio all’interpretazione e che suonano come una condanna definitiva non solo nei confronti dell’ex Dg della Juventus, ma soprattutto nei confronti delle vane speranze dei tanti tifosi juventini che da quasi un lustro devono soffrire per le disgrazie della propria squadra e speravano in un ritorno del loro caro dirigente per tornare ad essere vincenti. Le parole di commento alla sentenza sono state affidate a Paolo Trofino difensore di Luciano Moggi: “L’innocenza del mio assistito sta nelle altre 170 mila telefonate che solo in parte sono state messe agli atti. Tutti le avevano a disposizione, noi ce le siamo andate a cercare e ad ascoltare”. “Non ho seguito io il procedimento presso la Federcalcio – aggiunge Trofino – ma so per certo che Luciano si sente ingiustamente discriminato. Ora che cominciava a dimostrare la sua innocenza, e la squalifica sportiva stava per finire”. Un fulmine a ciel sereno quindi quello che ha colpito Big Luciano,“questa sentenza è rimasta per cinque anni nel limbo – conclude Trofino – È davvero troppo tempo. In qualsiasi sistema giuridico, per quanto rudimentale, non sarebbe possibile“. In tempi di schiaffi e di rivoluzioni a suon di si referendari, anche il calcio mette a segno la sua e chiude probabilmente una delle pagine più controverse di tutta la sua storia. O forse no?

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