Shaq O’Neal nel suo libro attacca Bryant e James

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Shaquille O’Neal non smette di far parlare di sè: nella sua autobiografia, dal titolo “Shaq uncut: my story” in uscita nelle librerie americane il 15 novembre, l’ex centro NBA, ora 39enne, autore di quasi 29mila punti in carriera in 19 stagioni giocate (quinto posto assoluto nella classifica marcatori di tutti i tempi), attacca gli ex compagni di squadra Kobe Bryant (ai Los Angeles Lakers) e LeBron James (ai Cleveland Cavaliers).

© Christian Petersen/Getty Images
In alcuni stralci, già resi noti negli Stati Uniti, Shaq attacca 2 delle “Stelle” più amate dal pubblico della pallacanestro, non lesinando alcuni particolari davvero interessanti. Il primo a finire sulla graticola è l’ex amico (diventato da un certo periodo il suo peggior nemico per gli screzi avuti in maglia gialloviola) Kobe Bryant:

  • Nel 2003/2004 io sono sulla corda perché non ho ancora un contratto per l’anno successivo, Kobe lo è perché teme di andare in prigione per le accuse di stupro e quindi continuiamo a punzecchiarci. Subito prima della stagione 2003-04 Phil Jackson e il resto dello staff ci invitano a non accusarci più pubblicamente, pena una multa. Ma Kobe che cosa fa? Rilascia un’intervista in cui dice che sono grasso, fuori forma, e che stavo sfruttando l’infortunio all’alluce per avere più tempo libero e per convincere la dirigenza ad allungarmi il contratto. Così aveva rotto la tregua, ed alla successiva riunione di squadra dico a tutti che l’avrei ucciso. Lui si alza e mi guarda dritto negli occhi e mi dice: “Hai sempre detto di essere il mio fratello maggiore, ma quando è successa questa cosa in Colorado (le accuse di stupro, n.d.r.) non mi hai nemmeno chiamato. Pensavo che mi avreste supportato, tutti, almeno pubblicamente. Dovreste essere miei amici”. E così all’improvviso scopriamo che gli importava qualcosa di noi quando immaginavamo che non gliene fregasse nulla. A questo punto interviene Brian Shaw: “Kobe, perché dici così? Shaq ti ha invitato a un sacco di feste a cui non ti sei mai presentato, ti ha invitato al suo matrimonio e tu non c’eri. Poi tu ti sei sposato e non hai invitato nessuno. E ora che sei nei guai ti aspetti che prendiamo le tue difese?”. Shaw va avanti per un po’, ma quando la situazione sembra essersi calmata io mi alzo e dico a Kobe che l’avrei ucciso se avesse rilasciato un’altra intervista del genere. Lui mi risponde con un chissenefrega. Da quel giorno abbiamo chiuso“.

Shaq racconta anche di un altro episodio avvenuto nel 1996/1997, anno in cui si trasferì ai Lakers dagli Orlando Magic dove trovò come suo compagno di squadra Kobe Bryant che i gialloviola acquistarono al Draft di quella stagione dagli allora Charlotte Hornets:

  • Era giovane e immaturo, ma tutto quello che sta facendo ora me lo aveva già detto. Ricordo quando in autobus mi diceva che voleva essere il miglior realizzatore dei Lakers, vincere 5-6 anelli ed essere il migliore di sempre. Io lo liquido con un “sì, certo”, ma lui mi guarda negli occhi e mi dice che vuole essere il Will Smith della NBA. Ricordo che in quella mia prima stagione ai Lakers avevamo in squadra 2 matricole e li trattavamo piuttosto male: è un rito di passaggio in tutte le squadre NBA, ma noi forse siamo andati un po’ oltre. Derek Fisher, l’altra matricola, ha subìto senza lamentarsi. Kobe invece è andato dritto a lamentarsi da Jerry West!

O’Neal non risparmia neanche l’altra grande “Star” del pianeta NBA, ovvero LeBron James con cui ha giocato per una sola stagione a Cleveland, nel 2009/2010:

  • LeBron era una star grandissima, come lo ero io nel 2000 con i Lakers quando dominavo la NBA. Mike Brown, il nostro coach, era una brava persona, ma stava sempre sulla corda perché nessuno poteva dire niente a LeBron. Volevano tutti che restasse, quindi gli permettevano di fare praticamente tutto. Ricordo una sessione video in cui il coach stava analizzando gli errori in difesa dopo una partita. In uno spezzone LeBron non ritorna a difendere dopo aver sbagliato un tiro, ma il coach non dice una parola e passa alla clip successiva, in cui Mo Williams commette lo stesso errore. Ed il coach lo riprende. Delonte West allora si alza dalla sedia e protesta, ed il coach praticamente gli dà ragione. Non so se Kobe ascolterà Mike Brown (nuovo tecnico dei Lakers), ma di sicuro LeBron non l’ha mai fatto!

Fonte: Gazzetta dello Soprt

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