
Sinner corre un grave rischio: tutta Italia spaventata - Ilpallonaro.com (screen Youtube)
Dopo tre mesi di silenzio agonistico, interrotto solo dai rumori esterni e da un’attesa carica di tensione, Jannik Sinner è pronto a rimettere piede su un campo da tennis.
Lo farà a Roma, agli Internazionali d’Italia, davanti al suo pubblico, al Foro Italico che lo ha sempre accolto con un calore speciale. Il suo rientro non è soltanto tecnico, ma umano: un ritorno che arriva dopo la vicenda del Clostebol, chiusa con una squalifica leggera ma emotivamente pesante. Il tennis italiano guarda con fiducia, ma anche con cautela. La terra rossa non è mai stata il terreno più naturale per il numero uno al mondo, che in carriera ha ottenuto i migliori risultati su superfici rapide. Inoltre, i tre mesi lontano dal circuito rappresentano un’incognita non da poco. Non basta allenarsi con dedizione, come ha fatto Sinner anche nei giorni più duri: il ritmo partita è qualcosa che si ritrova solo nella competizione.
Grazie all’infortunio – ora smaltito – di Carlos Alcaraz e ad Alexander Zverev uscito prematuramente a Madrid, Sinner conserva saldo il primato nel ranking ATP, ma sa bene che i punti si difendono in campo. E non è detto che Roma sia l’occasione giusta per tornare subito a vincere. Più che un traguardo, potrebbe essere un passaggio intermedio: la vera vetta da scalare è Parigi, il Roland Garros. Ma il percorso, mentale prima che tecnico, comincia ora. E ci sarà bisogno di tutte le forze. Anche quelle invisibili.
Rientro Sinner, la psicologa avverte: “C’è una minaccia”
A sollevare un velo importante su ciò che Sinner potrebbe affrontare ora, è Elena Uberti, psicologa dello sport e psicoterapeuta, intervistata da StyleMagazine. Le sue parole vanno oltre il campo e puntano al cuore delle dinamiche mentali che vivono gli atleti in momenti di transizione: “Il rientro non significa solo ricominciare a vivere l’adrenalina del match, ma farlo portando con sé tutto quello che si è attraversato come persona”. Uberti, pur riconoscendo le opportunità che una pausa può offrire per rafforzarsi e ritrovarsi, mette in guardia sui rischi: “La fatica di allenarsi senza l’obiettivo di una competizione nel breve termine, la pressione mediatica, il peso di dover lasciarsi alle spalle una vicenda spiacevole: tutto questo può mettere alla prova l’atleta”.

E senza il giusto supporto, prosegue, queste situazioni possono rivelarsi disfunzionali: “Si rischia di sperimentare un’insicurezza che minaccia la qualità della prestazione”. In psicoanalisi, spiega l’esperta, si parla di “momento di incontro”: un’interruzione della continuità del sé che richiede un riassestamento profondo. Per Sinner, la chiave sarà il supporto del suo team e dei suoi valori interni. Solo così questo passaggio potrà trasformarsi in una leva di crescita, anziché un blocco emotivo. Il campo parlerà presto, ma il vero match – almeno per ora – è dentro di lui.