Totti ne fa 35, il compleanno del Re di Roma

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35 anni, tanti record battuti, un campionato del Mondo vinto con la Nazionale, uno scudetto vinto con la maglia della sua squadra, l’unica della sua vita, una vita in giallorosso, a rappresentare la romanità genuina, scanzonata e schietta. Una famiglia serena, due figli ed una moglie famosa, un connubio che, in molti casi è destinato a durare il tempo di un’estate in copertina, ma che – nel loro caso – appare solido e duraturo.

© Tullio M. Puglia/Getty Images
Una carriera luminosa, una vita da protagonista. Ma la strada per arrivarvi non è sempre stata in pianura, anche se – dall’età di sedici anni in poi – ossia dall’esordio in serie A, le fatiche sono state ripagate dalla gloria, dagli onori e dalla devozione che la sua città gli ha riservato: l’ottavo Re di Roma, uno dei suoi soprannomi. Molto meglio di quel “Pupone” che gli attribuivano negli anni della “giovinezza”, quando non aveva ancora acquisito la maturià di oggi, ed in alcuni comportamenti appariva eccessivamente sicuro di sè, fino a sembrare perfino antipatico in apparenza, almeno ai tifosi avversari, derisi da cucchiai ed esultanze “particolari”. Tante, però, anche le sofferenze fisiche, che lo hanno plasmato nella tempra e lo hanno reso più maturo e forte, così come lo hanno plasmato i vari allenatori che lo hanno seguito e guidato, da Mazzone, che ebbe il merito di vedere in lui la luce del grande campione lanciandolo in Serie A all’età di soli 16 anni, a Zeman, da Capello a Spalletti e Ranieri ed, ora, a Luis Enrique, per citare quelli più “significativi” per il suo percorso. Ora, la sua immagine è legata anche agli spot “in famiglia”, insieme alla moglie Ilary, che gli hanno regalato il soprannome dei nuovi “Sandra e Raimondo”: al termine della carriera – dunque – se volesse intraprendere la carriera televisiva, le porte gli verrebbero spalancate. Per ora, però, il presente è la Roma, è il suo numero dieci, è la sfida di dimostrare – ancora una volta – il suo valore anche ad uno staff spagnolo che vorrebbe essere rivoluzionario. Ma la rivoluzione, non può prescindere dal Capitano. Auguri Francesco Totti.

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