U.S. Open: Bene Schiavone e Pennetta. Ok Roddick, Hewitt out.

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Prima giornata della 130ª edizione dell’Open degli Stati Uniti, aperta per l’Italia con un bilancio di 4 vittorie e 3 sconfitte. La prima a passare il turno è stata Francesca Schiavone. La campionessa del Roland Garros, numero 7 del mondo, ha avuto vita facile contro la giapponese Ayumi Morita, demolita da un pesantissimo 6-1 6-0 che lascia spazio a pochi commenti. Adesso la leonessa incontrerà al secondo turno la connazionale  Maria Elena Camerin, che ha battuto per 6-4 6-0 l’australiana Sophie Ferguson. L’ altro derby azzurro è andato alla romagnola Sara Errani che ha battuto per 7-6 7-5 Tathiana Garbin. La veneta ha mancato due set point sul 5-4 del primo set, poi ha perso il tie break per 7 punti a 4 rimanendo in partita fino al 5 pari del secondo quando la Errani ha piazzato il colpo del k.o. Ora la Errani giocherà al secondo turno contro la russa Alisa Kleybanova, testa di serie numero 28 e vittoriosa oggi sulla svedese Johanna Larsson per 7-6 6-2.

L’ultima azzurra di giornata a passare il turno è stata Flavia Pennetta che difende il brillante quarto di finale raggiunto lo scorso anno grazie alla vittoria capolavoro su Vera Zvonareva. La brindisina ha impiegato appena 51 minuti per superare per 6-2 6-1 Irina Falconi, statunitense di 20 anni nata in Ecuador ma di chiare origini italiane. Flavia attende ora al secondo turno l’ungherese Agnes Szavay che ha spazzato via per 6-0 6-2 la ceca Sandra Zahlavova

Niente da fare invece per Roberta Vinci e Alberta Brianti. La piccola Vinci, sul centrale, ha raccolto cinque game contro l’impossibile Venus Williams. L’azzurra ha retto alla grande l’impatto recuperando il break di svantaggio iniziale che aveva mandato Venus avanti 4-1. Ma una volta perduto il primo set per 6-4 la Vinci è naufragata subendo il 6-1 conclusivo. Ha lottato invece per quasi 2 ore e mezza Alberta Brianti, superata per 7-5 al terzo dalla francese Pauline Parmentier.

La statunitense Melanie Oudin ha aperto le danze sul centrale battendo per 6-3 6-0 la qualificata ucraina Olga Savchuk. Poi è stata la volta della campionessa uscente, la belga Kim Clijsters, che ha sofferto un po’ più del previsto per avere ragione dell’ungherese Greta Arn. Dopo l’agevole 6-0 iniziale, Kim va sotto prima 4-1 e poi 5-3. Serve per rimanere nel set e poi opera il contro break spolverando le righe laterali del campo per il 7-5 conclusivo. E dopo Kim è toccato a Andy Roddick, numero 9 del mondo e del tabellone. Lo statunitense, che ha vinto questo torneo nel 2003 annullando un match point in semifinale a Nalbandian, ha concesso appena 7 game al francese Stephane Robert giocando complessivamente bene (8 ace, 68% di prime, 80% dei punti vinti sulla prima e un solo break subito con 33 discese a rete condite da 21 punti). Sull’Armstrong esordio positivo per Nikolay Davydenko che ha superato per 6-4 6-1 6-3 lo statunitense Michael Russell. Bene anche Elena Dementieva, che ha lasciato 3 game alla bielorussa Olga Govortsova. Male invece Dinara Safina che ha infilato l’ennesima delusione dell’anno perdendo per 6-3 6-4 dalla slovacca Daniela Hantuchova. Ha sofferto invece per quasi 4 ore Robin Soderling per portare a casa il match contro il tedesco Andreas Haider Maurer. Dopo aver vinto i primi due set per 7-5 6-3, Soderling si è disunito perdendo malamente il tie break del terzo set per 7-2 e il quarto set per 7-5. Ma nonostante l’enormità di errori gratuiti (74) e doppi falli (13), lo svedese si è tirato fuori dalla fossa andando subito avanti un break nel quinto e mantenendolo fino al 6-4 conclusivo. Fuori a sorpresa l’australiano Lleyton Hewitt, superato 6-1 al quinto dal francese Paul Henri Mathieu incapace di chiudere al terzo dopo aver vinto i primi due set. Tutto facile infine per Roger Federer contro il mancino argentino Brian Dabul. Lo svizzero ha vinto per 6-1 6-4 6-2 in 93 minuti di gioco mettendo a segno 18 ace senza mai perdere la battuta (una sola palla break annullata nel primo game dell’incontro). Per lo svizzero è stata la 16esima vittoria in notturna qui a Flushing Meadows in 16 partite disputate (la 14esima su 14 nell’Arthur Ashe Stadium).

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