Agnelli prepara la rivoluzione “nel futuro contratti a rendimento”

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Andrea Agnelli, giovane e ambizioso presidente della Juventus, è in questi giorni nell’occhio del ciclone insieme a Marotta per la conduzione della campagna acquisti ritenuta dai tifosi non ideale per una società gloriosa come quella bianconera.

Negli “amanti” della Vecchia Signora è ancora stampata in maniera indelebile l’immagine della Triade e sopratutto le intuizioni durante il calciomercato di Big Luciano.

Quella Juve è ormai passata e il giovane rampollo vuol esser precursore di un nuovo modo di amministrare le società di calcio. La difficoltà nel reperire fondi e sopratutto la necessità di equiparare la società agli stretti vincoli del fair play finanziario hanno portato Agnelli a meditare una sorta di rivoluzione nei contratti dei giocatori comparando i compensi con i risultati aziendali della società.

E’ lo stesso Agnelli in una intervista concessa a Sky Sport a portare alla luce la nuova idea svelando in qualche modo i motivi dei rifiuti di Di Natale e Borriello. Nella rosa bianconera è il giovanissimo Marco Motta ad aver accettato la nuova tipologia di contratto ma diffonderla a tutto l’organico sembra davvero una chimera.

Ecco l’intervista:
“Viviamo un momento di trasformazione del calcio – confessa il numero uno bianconero ai microfoni di Sky Sport – in Europa sul piano regolamentare e in Italia con il contratto collettivo scaduto. Abbiamo l’opportunità di migliorare il calcio e il nostro obiettivo è di essere trainanti. Vorremmo che si arrivasse a far combaciare i risultati aziendali con il trattamento economico dei giocatori bianconero – che però in questo momento non sono pronti a recepire il discorso. Noi siamo orgogliosi che il primo contratto aperto lo abbia firmato Motta, un giovane. In serie A un giocatore guadagna in media 700 mila euro. Siamo di fronte a gente che in cambio può concedere qualche cosa

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