Calciopoli: il testo delle intercettazioni di Milan, Inter, Reggina e Cagliari

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  • REGGINA

7 novembre 2004: Bergamo chiama Foti e parlano della griglia

Bergamo: Ti ho chiamato perché ho visto la chiamata, sono influenzato…
Foti: Sei raffreddato?
Bergamo: Mal di stomaco, nausea e mal di testa, ma nulla di importante… domani c’è il sorteggio a Roma, lo fa Gigi… abbiamo pensato a Parma-Reggina da seconda fascia perché in prima fascia non ci va, e in seconda fascia c’è un po’ di esperti, anche un giovane che sta facendo bene, quindi vediamo un po’ che cosa vi tocca…
Foti: Ti raccomando che è troppo importante…
Bergamo: Ti dico: c’è un esperto, De Santis, c’è Morganti, che è un altro esperto, Saccani ha fatto una quarantina di gare in serie A e poi il giovane è Tagliavento che vogliamo lanciarlo… a meno che domani mattina si cambi qualche idea, ti do quello che avevamo concordato sabato poi…
Foti: Va bene dai…


  • MILAN

28 aprile 2005: Meani chiama Bergamo

Meani: Però non mandarci né Ivaldi né Pisacreta, eh? Inventane un altro…
Bergamo: Eh no, dovrò inventarne due, Mitro ce l’ho, Mitro sta facendo bene, uno dovremo inventarlo e non sarà facile…
Meani: Non sarà facile, ma a te che cazzo te ne frega, Griselli lo mandi no? E’ il numero due, hai tutte le giustificazioni del mondo… A te cosa cazzo te ne frega…
Bergamo: Eh bravo, ma ora… ecco fammi fare un passo alla volta…
Meani: A Firenze chi hai pensato di mandarmi?
Bergamo: A Firenze ancora non ho guardato, mi ci metto dopo cena… Voi con Stagnoli come vi siete trovati?
Meani: Bene, con Stagnoli bene, ma se vuoi mettere uno che con noi è andato bene anche Ambrosino, è venuto da noi due o tre domeniche fa, può anche andar bene, non so se ce l’hai in griglia, come la pensi…
Bergamo: No, no, è uno che sta andando bene, fa l’avvocato…
Meani: A me Stagnoli e Ambrosino vanno bene…
Bergamo: Ayroldi no, eh?
Meani: Ayroldi sì, è un po’ che non viene.
Bergamo: Sei sicuro che è per lo meno un mese che non viene?
Meano: Sì.
Bergamo: Allora fanno più affidamento Stagnoli e Ayroldi.

20 Settembre 2004: Meani telefona a Pairetto per parlare di griglie…

Meani: che griglia farete oggi? Ancora..
Pairetto: Penso che la divideremo ancora in due, sìsìsì.
Meani: Ma così.. io penso ancora dentro Rosetti, Pieri..
Pairetto: Sì, questi qui sai.. Rosetti, Racalbuto, Bertini.. inseriremo questi sìsìsì..
Pairetto: (incomprensibile) sta andando bene, molto bene..
Meani: chi?
Pairetto: Donda.
Meani: si. Dondarini è anche ora che anche lui trovi un pò..
Pairetto: E infatti. Sai che dobbiamo lanciarlo, quindi..
Meani: Che provi un pò anche San Siro.. bah non c’è problema. Tutto a posto. Ti ringrazio tanto.
Pairetto: Ci mancherebbe, ci mancherebbe..
Meani: Ciao, ciao.
Pairetto: A presto eh, ciao
28 Aprile 2005: Meani chiama Bergamo e discute di arbitri…

Meani: Però non mandarci nè Ivaldi nè Pisacreta eh? Inventane un altro..
Bergamo: Eh no, dovrò inventarne due, Mitro ce l’ho, Mitro sta facendo bene, uno dovremo inventarlo e non sarà faci­le.
Meani: Non sarà facile ma a te che cazzo te ne frega, Griselli lo mandi no? E’ il numero due hai tutte le giustificazioni del mondo.. A te cosa cazzo te ne frega.
Bergamo: Eh bravo ma ora… ecco fammi fa­re un passo alla volta.
Meani: A Firenze chi hai pensato di man­darmi?
Bergamo: A Firenze ancora non ho guarda­to, mi ci metto dopo cena. Voi con Stagnoli come vi siete trovati?
Meani: Bene, con Stagnoli bene, ma se vuoi mettere uno che con noi è anda­to bene anche Ambrosino, è venuto da noi due o tre domeniche fa, può anche andar bene non so se ce l’hai in gri­glia come la pensi..
Bergamo: No, no è uno che sta andando be­ne, fa l’avvocato.
Meani: A me Stagnoli e Ambrosino van­no bene..
Bergamo: Ayroldi no eh?
Meani: Ayroldi sì, è un po’ che non viene.
Bergamo: Sei sicuro che è per lo meno un me­se che non viene?
Meani: Sì.
Bergamo: Allora fanno più affidamento Sta­gnoli e e Ayroldi.
Aprile 2005: Meani chiama Bergamo prima del famoso Milan-Juventus che assegna lo Scudetto..

Meani: Te chi mi mandi a Firenze?
Bergamo: Come griglia? Te dici come griglia di arbitri? L’abbiamo fatta a 3 ma mi fai dire una cosa che con Gigi (Pairetto l’altro designatore) non abbiamo ancora concordato…Ho in mente di metterne tre perchè non voglio preclusioni e gli arbitri sono Messina, Farina e Rodomonti per me, poi sentiamo Gigi perchè poi immaginerai quelli che sono i tre che voglio mettere la domenica successiva…(la “griglia” per Milan-Juventus, ndr)
Meani: Ho capito, tu vuoi mettere Paparesta…
Bergamo: Si
Meani: Collina…
Bergamo: Si
Meani: Trefoloni
Bergamo: Sissignore, e mi ci gioco la testa…
Meani: Però a Trefoloni gli fai un bel discorsetto…
Bergamo: Stai tranquillo, stai tranquillo…
Meani: Perchè se no gli tagliamo la testa noi…
Bergamo: Stai tranquillo…
Meani: Se no chiamalo e parlagli…
Aprile 2005: E’ il turno di Galliani, che ripete la telefonata fatta da Meani prima del match Scudetto. “Mi faccia sentire il suo calore..”

Bergamo: Dottore buonasera.
Galliani:Eccomi buonasera.
Bergamo: Volevo farla partecipe di una guerra di cui il solo responsabile sono io, Paolo Bergamo, perchè Griselli (un assistente) è di Livorno, se avesse visto salvava capra e cavoli, ma siccome non è andata così…è uno sfogo tra me e lei….
Galliani: Questi signori han perso la testa mi creda, perchè ci sono comportamenti nei confronti dell’universo, in Lega in Federazione….
Bergamo: Io glielo voglio dire perchè si sappia, tra me e lei naturalmente….
Galliani: Non si preoccupi tale rimane….
Bergamo: Io posso sbagliare magari una griglia penso che un arbitro sia in forma e magari non è in forma, oppure l’arbitro è in forma e sbaglia, però a priori voler sbagliare è tutta un’altra cosa, mi taglierei le mani mi creda… Ecco questo filo che ho con lei vorrei tenerlo fino a giugno Dottore….
Gallliani: No no no ma poi si vedrà… adesso vediamo la fine del campionato…con i giusti equilibri….
Bergamo: Mi faccia sentire un pò il suo calore il suo calore in questo momento perchè….
Galliani: Assolutamente….
Bergamo: Sono solo, non solo, meno che solo….
Galliani: Ma no no ci sono io….

  • INTER

Moratti: E’ andata abbastanza bene fino adesso, non c’è stata polemica o casini…
Bergamo: Per fortuna sì, ma si può e si deve fare meglio…
Moratti: Senta, io ci tenevo ad incontrarla…
Bergamo: Anch’io, perché ci tenevo per farle una confidenza…
Moratti: Quando lei aveva un minuto quando passa da Milano…
Bergamo: Lei verrà a Livorno a vedere la gara o la vedrà come?
Moratti: Non lo so, io evito sempre di venire fuori casa…
Bergamo: La settimana successiva…
Moratti: Io sono qua, io sono da quelle parti a Forte eh… sentiamoci un giorno prima del Livorno, se lei ci ha tempo, o due giorni prima…
Bergamo: Ci mancherebbe… io sono a Coverciano che riuniamo gli arbitri…
Moratti: Se vengo su, lei mi dice ci troviamo qui o…
10 Gennaio 2005 ore 12,23: Prima di Bologna-Inter Bergamo concorda con Facchetti l’arbitro e lo comunica a Moratti…

Bergamo: Mi sono sentito con Facchetti, Presidente, per confermare questo clima di cordialità che naturalmente è una cosa che sappiamo io e Lei, però il gruppo ha molto apprezzato il lavoro che noi abbiamo fatto nei confronti di Gabriele e Palanca e quindi ho pensato di farli rientrare in Coppa Italia, uno viene a fare l’Inter e uno fa il Milan.
Moratti: Va bene…
Bergamo: Volevamo dargli un’immagine buona…
Moratti: Sì, sì…
Bergamo: Mi ha detto Facchetti sì sì sono d’accordo…
Moratti: Va bene, mercoledì lo andrò a trovare prima della partita…
Bergamo: Questo gli farà piacere…
Moratti: Vado a salutarlo…
Bergamo: Visto che lì non c’è sorteggio, ma c’è designazione, a voi ho mandato Gabriele, l’ho fatto accompagnare bene da due assistenti molto bravi.
Moratti: No, no, Gabriele è sempre stato un buon arbitro, molto regolare, non ho mai avuto contestazioni…
Bergamo: Un saluto, vedrà, lo riempirà di gioia.
Moratti: La ringrazio, mercoledì sono giù se ce n’è bisogno, lo vado a trovare prima della partita…
Gennaio 2005: Bergamo e Facchetti si incontrano di persona..

Bergamo: Giacinto?
Facchetti: Si. Hey, eccomi.. Già arrivato?
Bergamo: Sisi sono arrivato
Facchetti: Io sono arrivato adesso. Dov’è che hai fermato con la macchina?
Bergamo: Appena esci sulla tua destra vedi una macchina ferma con le luci delle frecce di posizione accese
Facchetti: Va bene, va bene. Ok.
Bergamo: D’accordo, ciao.
Facchetti: Ciao, ciao.

10 Gennaio 2005: Bergamo chiama Moratti dopo Inter-Sampdoria 3-2 (quella della rimonta pazza e del dvd celebrativo della Gazzetta)

Bergamo: Presidente Moratti sono Bergamo..
Moratti: Volevo chiamarla io per dirle che poi ho visto anche stò ragazzo (Bertini, ndr) che si è comportato benissimo durante la partita che poteva finire in un pestaggio ben grave…
Bergamo: Era diventata la più difficile Inter-Sampdoria, hanno lavorato bene anche gli assistenti…
Moratti: L’ho detto a loro alla fine, guardate proprio bravi, perché era già due volte… bravi a beccarli, come cazzo fate voi a beccarli… mi hanno strizzato l’occhio…
Bergamo: Vediamo di fare dieci risultati partite utili di fila, eh!
Moratti: Pensavo di chiamarla ieri sera perché poi sono andato dal ragazzo (Bertini, ndr); dopo che sono andato dal ragazzo, che si è comportato benissimo, io pensavo poi che era domenica e riceve sempre le telefonate di chi è contento e di chi non è contento…

  • CAGLIARI:

22 Febbraio 2005: Cellino chiama Bergamo e critica Collina per l’arbitraggio esaltando invece Paparesta, arbitro Moggiano…

Cellino: Sono contrario a dare un anno di proroga a Collina, perchè sono contrario, non perchè lo voglio designatore, perchè per me personalmente e la pagherò questa mia dichiarazione, è una persona che non mi fa impazzire, e anche come arbitro ha culo, ma non mi fa impazzire, è uno molto fortunato ma non mi fa impazzire…Lascialo andare in Inghilterra, cosa me ne frega se va in Inghilterra…Mi segue?.
Bergamo: Sì sì.
Cellino: Noi facciamo la figura degli imbecilli che andiamo a difendere Totti quando sputa in faccia a uno, se io fossi il Presidente Federale, Totti non lo faccio più convocare in Nazionale dopo che mi ha fatto fare una figura di m***a… Collina non vuol fare…Vuole la proroga? E vada in Inghilterra vada in Giappone…Ma vai dove c***o vuoi…Paparesta è arbitro di livello, Collina gli pulisce le scarpe….
Bergamo: Vedo che capisce…eh….
Cellino: Ad ogni modo ho avuto piacere di chiamarla perchè state lavorando bene….
Bergamo: Mi dispiace per domenica ma Tombolini… (si riferisce all’arbitraggio contestato di Milan-Cagliari, ndr).
Cellino: È stato sfortunato, ha avuto sfiga..ma adesso..va beh… lavorate bene e stia tranquillo, fate bene il vostro lavoro come avete fatto fino ad oggi….
12 Maggio 2005: Cellino, teste dell’accusa, chiama anche lui Bergamo chiedendo un arbitro di livello…

Bergamo: Pronto?
Cellino: La disturbo? Sono Cellino…
Bergamo: Presidente buongiorno come và?
Cellino: Mah così, niente mi sono permesso di chiamarla se è lecito sempre…
Bergamo: Ci mancherebbe altro…
Cellino: No perché quelli del Messina domenica, stanno facendo dei proclami premio triplo quadruplo, a me mi hanno trattato male a Cagliari, perciò niente, di aver un arbitro… Sarà una partita calda lì, io non ci vado perché mi hanno minacciato…
Bergamo: Addirittura. No, no vi metto in prima fascia allora, così gli internazionali… Ha fatto benissimo a chiamarmi.

20 COMMENTI

  1. Per i perdentoni-spreconi si èrega di riportare per intero le argomentazioni.
    Questa è la vergogna e lo schifo:
    quali sono gli illeciti ?…………..quale è la differenza delle telefonate di Moggi e Moratti?………….perche fino ad oggi le telefonate di Moratti non esistevano?……….
    RIPORTATO
    La procura di Napoli ha reagito dopo la pubblicazione delle telefonate tra Moratti e Bergamo parlando di un tentativo di “fare disinformazione” e sottolineando che l’esistenza di una telefonata non rappresenti necessariamente un reato. La cosa che però lascia molto perplessi arrivati a questo punto, è che il Pm Giuseppe Narducci in data 27 Ottobre 2008, nella sua requisitoria di apertura del processo celebrato con rito abbreviato nei confronti di 11 imputati, tra i quali Antonio Giraudo, aveva smentito categoricamente l’esistenza di altre telefonate che riguardassero altri dirigenti; ”balle smentite dai fatti” per usare le sue parole.
    Lo scopo era quello di liquidare la tesi sostenuta da diversi imputati, tra i quali Moggi e Giraudo, seconda la quale ad intrattenere rapporti con i designatori erano tutti i dirigenti di tutte le squadre e che la cosa fosse normale e risaputa. Queste le parole del Pm Narducci nella sua requisitoria:
    ”Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo. Ci sono solo quelle persone (gli attuali imputati, ndr), perché solo quelle colloquiavano con i poteri del calcio. I cellulari erano intercettati 24 ore su 24: le evidenze dei fatti dicono che non e’ vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a Pairetto, a Mazzino o a Lanese: le persone che hanno stabilito un rapporto con questi si chiamano Moggi, Giraudo, Foti, Lotito, Andrea Della Valle e Diego Della Valle”
    Adesso il Pm Narducci dovrà spiegare il perché di queste sue affermazioni, e chiarire se la sua negligenza fu di natura colposa o dolosa. Un velo sempre più torbido avvolge dunque la vicenda che adesso merita chiarezza nel più breve tempo possibile vista la grossolanità delle contraddizioni emerse che non lasciano margini ad interpretazioni di sorta.

  2. io sono interista, mettendo da parte per un attimo la mia squadra non ho notato questa grande scorrettezza di giacinto e Moratti, ho notato solo come penso sia giusto del resto che moratti sottolinea che alle squadre piu forti vanno assegnati gli arbitri piu forti dunque non penso che abbia commesso una scorrettezza tale da penalizzare l’inter.
    Parlando da tifoso: Aspetterò la sentenza e spero che il giudice non penalizzerà l’inter in quanto non ha svolto scorrettezze!

  3. il problema non è trovare le scorrettezze dell’inter ma dimostrare un sistema nel quale tutti i club erano coinvolti… mi sembra ke moratti e facchetti si incontrassero con i designatori arbitrali segretamente e di questo ci sono le telefonate sugli appuntamenti… l’inter è diventata grande perke siè trovata a lottare con nessuno… sono letteralmente indignato perke se quell’ anno la juve nn fosse retrocessa avrebbe tenuto tutti i campioni ke hanno fatto grandi altre squadre, invece è stata l’unica a pagare…

  4. non ce da dire niente come a pagato la juventus devono pagare pure l onesti come dicevano loro quelli del l inter ma quello che mi fa rabbia quando vedo moratti che ride come un credino e non sa che lui sa tutto e la verita sta venendo a galla ridi moratti ridi che deve venire ancora il bello se giustizia ce la paura che stiamo in italia spero di no cordiali saluti buona sera alla prossima

  5. Adesso che l’Inter ha vinto tutto spero che i Moratti e co siano felici,peccato che 5 rigori non dati dalla prima partita con il Chelsea al Barcellona e alla finale con il mani di Maicon, spero che sia chiaro a tuuti quanto i poteri decidono chi deve vincere quasi sempre il miracolo si realizza,ma come si possono chiamare questi aiuti, Grazia Divina?

  6. Bergamo: «Mi sono sentito con Facchetti, Presidente per confer­mare questo clima di cordialità che naturalmente è una cosa che sappiamo io e lei, però il gruppo ha molto apprezzato il lavoro che noi abbiamo fatto nei confronti di Gabriele e Palan­ca e quindi ho pensato di farli rientrare in Cop­pa Italia, uno vie­ne a fare l’Inter e uno fa il Milan…».
    Moratti: «Va be­ne…»
    Bergamo: «Volevamo dargli un immagine buona…».
    Moratti: «Sì Sì…».
    Bergamo: «Mi ha detto Fac­chetti sì sì sono d’accordo…».
    Moratti: «Va bene, mercoledì lo andrò a trovare prima della partita…».
    Bergamo: «Questo gli farà pia­cere…» .
    Moratti: «Vado a salutarlo…».
    Bergamo: «Visto che lì non c’è sorteggio ma c’è designazione a voi ho mandato Gabriele, l’ho fat­to accompagnare bene da 2 assi­stenti molto bravi…».
    Moratti: «No no Gabriele è sempre stato un buon arbitro, molto regolare, non ho mai avu­to contestazioni…».
    Bergamo: «Un saluto vedrà lo riempirà di gioia…».
    Moratti: «La ringrazio, merco­ledì sono giù se ce n’è bisogno, lo vado a trovare pri­ma della parti­ta… ».

    Ecco anche il testo di un’altra telefonata tra il presidente nerazzurro e Paolo Bergamo, dopo la vittoria dell’Inter in rimonta sulla Sampdoria con arbitro Bertini. «Presidente Moratti sono Bergamo». «Volevo chiamarla io per dirle che poi ho visto anche stò ragazzo (l’arbitro Bertini che diresse Inter-Samp, ndr)», risponde Moratti. Il presi­dente dell’Inter dice a Bergamo: «L’ho detto a loro alla fine guar­date proprio bravi perché era gia due volte… bravi a beccarli co­me cazzo fate voi a beccarli… mi hanno strizzato l’occhio».

  7. Caro Pietro…come hai ragione,
    la cacca è il componente delle due MILANESI…ALIAS la vera CUPOLA del CALCIO ITALIANO.
    Mai come oggi si capisce che mOGGI NON HA MAI MENTITO SUL FATTO CHE GALLIANI E FACCHETTI IMBROGLIAVANO E INTERCETTAVANO E SPOSTAVANO LE PARTITE E VOLEVANO COLLINA E ROSETTI…Ed è oramai acclarato che hanno fatto finta di essere evversarie in CALCIOPOLI ma si sono spartiti IL PIATTO.Adesso il MILAN ha il turno concordato di VINCERE gli SCUDETTI….
    Per fortuna è arrivato ANDREA AGNELLI e JU29RO e GIULEMANIDALLAJUVE(Class Action) e le ASSOCIAZIONI di PICCOLI AZIONISTI Juventus SpA…che faranno GIUSTIZIA!!!!
    E poi BOBO VIERI e PAOLO BERGAMO e ANTONIO GIRAUDO e DE SANTIS…che con un PULL di AVVOCATI agguerriti e capaci…avrà GIUSTIZIA e chiederà i DANNI !!!!!!
    ABETE tenta ancora di prendere tempo ma la FIGC è alla frutta e PALAZZI e ABETE e PETRUCCI….e SANDULLI e AURICCHIO e NARDUCCI e DI LARONI e BEATRICE…dovranno spiegare di TELEfONATE…nascoste e imposcate e SIM VIZZERE non INTERCETTATE e sbandierate come segrete….e c’è ne di carne al fuoco!!!!

  8. Corrado milanista.
    Nessuno mette in dubbio che Fachetti era una brava persona e un uomo di antichi valori ma telefonava pure lui come tutti gli altri.
    Penso che Moggi era il migliore sul calcio mercato e lo era anche come telefonista.Gli altri tutti inclusi provavano a scalfire il suo predominio ma non erano in grado di farlo.
    Comunque l’onesto Moratti assieme al tronchetti (non quello Algida) ne ha fate piu’ di bertoldo.
    Vedi passaportopoli ,falso in bilancio,
    plusvalenze e telefonate a tutto spiano come e alla fine si e’ rivelato meglio di Juve e Milan.
    Il dentone si e’ lamentato un secolo per un rigore su ronaldo mentre la juve si giocava un campionato nelle sabbie mobili e al milan a torino vedi crespo e kaladze non venivano concessi due rigori solari.
    Sta’ di fatto che il vecchio detto ”mal comune mezzo gaudio” in questo caso e’ saltato.Il male era’ si comune ma il gaudio se lo e’ preso tutto l’inter
    con il nullaosta di rossi,palazzi e compagnia bella.
    Non sperate nella giustizia ordinaria ne tantomeno in quella sportiva perche’ vige da sempre il detto:
    ”Articolo quinto chi ha i soldi ha vinto”.
    Ancora adesso e’ un sacrilegio parlare di malafede degli arbitri quando invece in calciopoli questa e’ stata ampiamente dimostrata.
    A volte il pianto e il vittimismo premiano ma alla fine l’ncapacita’ emerge sempre riportando ai livelli
    di prima chi si e’ avvantagiato con l’inganno.
    Tranquilli che giustizia forse sara’ fatta nel 2040 quanto scopriranno che il sig.moratti si avvaleva nel campo delle trasmissioni dei piccioni viaggiator,dei messaggi in bottiglia trovati nel fiumi di tutta italia e dei segnali di fumo fatti dal grande capo tronchetti perche loro meucci non sapevano neppure chi fosse.

  9. I sorteggi truccati

    I sorteggi truccati costituiscono uno dei tre diversi modi di realizzazione della frode sportiva, insieme con le ammonizioni mirate e la formazione delle griglie e uno dei capi d’imputazione dei processi di calciopoli.
    Manfredi Martino è stato il segretario della CAN, sigla della Commissione Arbitrale Nazionale, dal 1999 al 2006. Tra il 9 Maggio e il 28 Giugno 2006 fu ascoltato ben otto volte dai carabinieri nell’ambito delle indagini relative a calciopoli. Il 12 Maggio riferì di aver “ricevuto disposizioni da entrambi i designatori affinché venissero predisposte le palline in un determinato modo” , cioè si truccasse il sorteggio rendendo riconoscibili le palline da estrarre dai rispettivi bussolotti, all’interno delle quali erano scritti i nomi dell’arbitro e delle squadre dell’incontro da arbitrare. Manfredi Martino non fece i nomi delle partite incriminate, salvo ricordare durante la deposizione resa al processo di Napoli un’indicazione dei designatori riguardo alla prima partita del campionato 2004/2005, come leggeremo in seguito da un articolo di Beccantini.
    Quello dei sorteggi truccati è sempre stato un tema caro alla Gazzetta dello Sport, che già il 14 maggio 2006, mentre la Juventus vinceva sul campo il suo scudetto n. 29 a Bari, dava risalto all’argomento proponendolo in un riquadro in prima pagina dal titolo “Il sistema Moggi: anche i sorteggi erano truccati”. Probabilmente perché taroccare i sorteggi era fisiologico all’intero teorema elaborato dall’accusa. Nell’articolo Maurizio Galdi si autoaccusava, così come gli altri 37 giornalisti che vi avevano preso parte e i notai garanti dei sorteggi, di aver partecipato in qualità di “fessi” a quello che dava per scontato essere una pantomima eseguita ad uso e consumo della cupola moggiana. Prodemente scoperta e sventata dai carabinieri, che con “incursioni” da infiltrati avevano assistito almeno un paio di volte alla rappresentazione.
    Il 15 Maggio 2006, l’USSI, Unione Stampa Sportiva Italiana, si preoccupa di emettere il seguente comunicato congiunto con la FIGC: “La FIGC e l’USSI vogliono ricordare i termini dell’accordo che negli ultimi anni ha previsto la presenza e la partecipazione dei giornalisti dell’USSI alle operazioni del sorteggio arbitrale. Ogni settimana, l’USSI ha designato – tra i suoi iscritti – un giornalista diverso che ha estratto il nome dell’arbitro per ciascuna partita di serie A e B, secondo le griglie individuate dai designatori dell’Organo tecnico (CAN), alla presenza di un notaio. Contrariamente a quanto scritto da alcuni, il sorteggio dell’arbitro era successivo all’estrazione della ‘pallina’ relativa a ogni singola partita. La sequenza temporale del sorteggio, cioè, prevedeva: preliminarmente, per ogni griglia di partite venivano letti i nomi degli arbitri selezionati dai designatori responsabili dell’Organo tecnico (CAN). A questo punto, uno dei due designatori estraeva la singola “pallina” con la partita e successivamente il giornalista designato dall’USSI estraeva la “pallina” con il nome dell’arbitro da assegnare a quella gara. Questi sono i termini dell’intesa tra FIGC e USSI. Riteniamo doveroso offrire un contributo di informazione all’Autorità giudiziaria che, a quanto riportato da alcuni giornali, sta indagando anche su questo aspetto dell’inchiesta che riguarda il mondo arbitrale”.

    Evidentemente c’era in ballo molto più di una magra figura, perché il sorteggio implicava sì la partecipazione diretta dei designatori, ma anche quella di un notaio a garantirne la regolarità, di fronte ad una ventina di persone, prevalentemente giornalisti, i quali assistevano all’operazione, che avveniva pubblicamente e in maniera ufficiale. Dopo che lo stesso Manfredi Martino aveva preparato i bigliettini con i nomi di arbitri e partite che, opportunamente ripiegati, inseriva nelle palline da estrarre. E siccome all’estrazione della pallina con la partita da parte del designatore seguiva l’estrazione della pallina con il nome dell’arbitro da parte del giornalista incaricato immediatamente prima dall’USSI, si capisce la preoccupazione dell’Unione Stampa di tutelare tutti i suoi appartenenti da un’accusa di corruzione. Talmente poco credibile e impossibile da attuare che lo stesso Ruperto scrisse a pag. 83 della sentenza del processo sportivo del 2006: “La Commissione ritiene di dovere sin da ora escludere che sia da attribuire rilevanza alla circostanza, sulla quale tanto si è discusso in questo procedimento e che ha formato oggetto di specifica indagine della Procura della Repubblica di Torino, relativa alla alterazione del procedimento di sorteggio arbitrale. Al riguardo, infatti, affiorano ragionevoli dubbi, in presenza dei quali non può parlarsi di prove sicuramente affidabili”.
    Il 29 Luglio 2007 la Nazione pubblica una notizia risolutiva sulla questione: “Il sorteggio arbitrale non era truccato”, lo sostiene una sentenza della Corte d’Appello del Tribunale di Roma alla quale si era rivolto il giornalista Gianfranco Teotino, querelato dagli allora designatori Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto. Teotino è stato condannato al pagamento di mille euro di multa più le spese processuali. I designatori si sentirono diffamati da due articoli apparsi sul settimanale Rigore e sul quotidiano La Stampa nei quali Teotino sollevava dubbi sulla designazione dell’arbitro Borriello per Roma-Juve sostenendo che il sorteggio arbitrale non era regolare. Il tribunale lo ha smentito dando ragione in primo grado e adesso anche in appello a Bergamo e Pairetto… La sentenza di ieri, come già accadde a Torino con un pronunciamento analogo del giudice Maddalena, smonta questo teorema e potrebbe essere destinata a incidere anche sul processo napoletano. Perlomeno sarebbe curioso se il sorteggio fosse regolare per i giudici romani e truccato per quelli napoletani”
    Il 6 Novembre 2009 Manfredi Martino depone a Napoli. I giornali ritrovano interesse per il processo e il solito smalto. Martino tuona su calciopoli. Palline dei sorteggi riconoscibili, Mediaset.it. Sorteggi arbitrali. Ecco come funzionavano le palline, Corriere.it, Calciocaos, nuove rivelazioni. Quei sorteggi con la tosse, Gazzetta.it. Nemmeno uno che citi la sentenza del 2007 di Roma.
    Vediamo come racconta la giornata Repubblica.it. “Nuove rivelazioni sullo scandalo Calciopoli, con riferimento in particolare alle stagione 2004-2005. Si tratta di dichiarazioni rese da Manfredi Martino, all’epoca dei fatti segretario della Can, la Commissione arbitrale nazionale. E sono dichiarazioni che faranno discutere e che in parte confermano i sospetti della procura di Napoli. Sott’accusa il sorteggio degli arbitri da designare per le gare di serie A: sorteggio che, secondo quanto è a oggetto del processo, potrebbe essere stato taroccato a uso e consumo di alcune squadre, su tutte – sempre secondo gli inquirenti – della Juventus. Le palline del sorteggio erano vecchie, usurate e decolorate e per questo riconoscibili. Pressato dal pm Narducci, l’ex segretario Can Martino ha, in particolare, fatto riferimento a quanto accadde per scegliere il direttore di gara di Milan-Juventus dell’8 maggio 2005, alla trentacinquesima giornata (partita vinta dai bianconeri 0-1 con gol di Trezeguet): “A mia sensazione – ha rivelato – durante il sorteggio per la scelta dell’arbitro di quella partita qualcosa non andò secondo il verso giusto perché ci fu uno strano colpo di tosse del designatore Bergamo quando il giornalista incaricato dall’Ussi scelse la pallina gialla degli arbitri”. Per la cronaca il direttore di gara di quell’incontro fu Collina di Viareggio.
    L’ex segretario della Can è stato ascoltato come teste nella nuova udienza di Calciopoli in corso davanti ai giudici della nona sezione penale del Tribunale di Napoli: in aula presenti anche l’ex co-designatore arbitrale (insieme a Pairetto) Paolo Bergamo e un impassibile Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus. Non si è fatta attendere la replica proprio di Bergamo, che ha reso una dichiarazione spontanea in aula: “Il designatore arbitrale Pier Luigi Pairetto era troppo lontano dal tavolo dei sorteggi per riuscire a vedere le palline che venivano pescate dal giornalista di turno”. Bergamo ha poi voluto aggiungere: “Mi preme chiarire con precisione come avveniva il sorteggio. In un’aula aperta al pubblico e davanti alle telecamere della tv ci sistemavamo a un tavolo lungo quattro-cinque metri. A un’estremità c’era Pairetto e davanti a sè aveva un’urna di vetro dove venivano poste le palline con all’interno i nomi degli arbitri. Al centro del tavolo sedeva un notaio incaricato dalla Figc, e c’ero io. All’altra estremità del tavolo c’era l’altra urna con all’interno le sfere relative alle partite da abbinare. Dalla sua posizione Pairetto non poteva vedere cosa ci fosse nell’altra urna. Inoltre noi – ha concluso Bergamo – non conoscevamo il nome del giornalista che sarebbe stato designato dall’Ussi se non pochi attimi prima del sorteggio”.
    Il processo continuerà fino a dicembre con la sfilata dei testimoni portati dall’accusa, mentre da gennaio sarà la volta di quelli della difesa”.

    Finalmente entrano in scena i notai, chiamati a testimoniare dalle difese di Bergamo e Pairetto. Sembra strano, ma nessuno aveva pensato di ascoltarli prima. Si tratta di Antonio Ioli, incaricato di presenziare ai sorteggi per la serie A e Tommaso Tavassi, per la serie B. Interrogato dall’avv. Bonatti della difesa di Pairetto e dalla Giudice Teresa Casoria, il notaio Ioli testimonia di non aver mai avuto sospetti di irregolarità nella gestione dei sorteggi e di non aver mai assistito a episodi per i quali una pallina si apriva e veniva richiusa senza che fosse rimescolata. Considerando anche che il biglietto dentro la pallina era ripiegato e quindi impossibile da leggere. Morescanti ricorda a Tavassi che le sfere erano di diverso colore, cioè di un colore per le partite e di un altro per gli arbitri. Anche Tavassi conferma di non aver mai avuto l’impressione che il designatore o il giornalista potesse venire a conoscenza del contenuto della pallina. Conferma che a volte una pallina si apriva e veniva richiusa e rimescolata o viceversa risultava difficile da aprirsi.
    Inoltre: Pm Narducci: “Dunque lei non ha mai attestato nel verbale che alcune sfere nel corso delle operazioni si aprivano”. Notaio Ioli: “No!”. Pm Narducci: “Quindi lei come pubblico ufficiale non ha mai ritenuto suo dovere di segnalare alla federazione o agli organi di controllo”. Notaio Ioli: “Scusi, io faccio il notaio, se lei mi parla di contenuto dell’atto io non posso risponderle”. Pm Narducci: “Che significa?”. Notaio Ioli: “Significa: perché non me lo impugnate per querela di falso?”.
    Dopo i notai depongono anche i giornalisti. Nessuno aveva mai ascoltato nemmeno Antonello Capone, giornalista della Gazzetta dello Sport e Presidente in carica dell’USSI. Capone, oltre a confermare che in caso di apertura le palline venivano richiuse e mescolate e che il bigliettino con il nome dell’arbitro era ripiegato, cosa che provocava anche un attimo di suspense quando veniva svolto, dichiara che in qualità di presidente USSI sceglieva personalmente il giornalista da inviare al sorteggio. Secondo un criterio inteso a non privilegiare né uomini o donne, né la provenienza da una regione piuttosto che da un’altra, né la televisione rispetto la carta stampata e viceversa. Chiedendo come garanzia la partecipazione di un notaio e che la decisione sul giornalista da designare fosse sempre dell’Ussi senza che la Federazione, l’A.I.A. e la C.A.N. potesse mai avere nulla a che dire sulla designazione.
    Anche Simone Nozzoli e Fulvio Bianchi testimoniano di non aver mai ravvisato anomalie durante il sorteggio. Bianchi ricorda che le palline avevano segni di usura, ma che non avendo ricevuto pressioni ad effettuare una preferenza, non c’erano problemi nella scelta della pallina da estrarre. Anzi, aggiunge: “… se fosse stato così probabilmente avrei fatto lo scoop della mia vita, avrei fatto ‘mi hanno pilotato nel sorteggio’ e sarei diventato forse il giornalista più famoso…”. A. Valentini non ricorda di aver visto aprirsi le palline, piuttosto che vi fosse difficoltà a volte ad aprirle.
    Fulvio Bianchi esclude qualsiasi tipo di anomalia nel sorteggio. Ragione per la quale l’estrazione da parte sua dell’arbitro Salvatore Racalbuto per la partita Roma Juventus del 05/03/2005 fu del tutto causale.

    Prioreschi: Ha notato se queste palline fossero una diversa dall’altra.. ci fossero delle diversità delle cose…?
    Bianchi: Non c’era nessuna diversità, almeno io le ripeto, ho preso la prima pallina che mi è venuta in mano, non c’era nessuna diversità nelle palline, non erano rigate, non erano calde, non era fredde, quindi assolutamente, prendi la prima che ti viene e la consegni al designatore. Poi fui sfortunato, nel senso ché pescai il peggior arbitro che era stato messo in griglia, che poi fu sospeso, fece un disastro in quella partita, tra lui e l’assistente, e fu sospeso 7-8 giornate dagli allora designatore perchè arbitrò male la partita; ma questo è del tutto un caso avvocato, succede anche adesso che l’arbitro…
    Prioreschi: Ma io sono d’accordo con lei.

    Angelo Pesciaroli, interrogato da Bonatti, dichiara: “Ai sorteggi a Roma andavo quasi sempre, anche perché erano sulla strada tra casa mia e il giornale. Si svolgevano il venerdì, ci sono andato quasi sempre per diversi anni nel corso dei quali il regolamento dei sorteggi è cambiato varie volte. Per quanto diverso come giornalista ci andavo con la speranza un giorno di poter scappare subito al giornale, ‘fermi tutti, l’apertura del giornale la voglio io . Sorteggio truccato!’ Purtroppo non mi è mai riuscito perché non ho mai avuto gli elementi per fare questo titolo. Oltretutto, aggiungo, nel periodo in cui fu aggiunto un notaio ad assistere al sorteggio, io sono un legalitario per natura e la presenza del notaio mi tranquillizzava da tutti i punti di vista”.

    A smontare le accuse di Manfredi Martino ci pensa l’avvocato Morescanti durante il controinterrogatorio. Martino è costretto ad ammettere da una parte che le palline subivano continuamente ammaccature per l’effetto dei rimescolamenti e che quindi non sarebbe stato facile il riconoscimento e dall’altra che venivano spesso sostituite anche su richiesta dei designatori, per non dare luogo a “imbarazzi e sospetti”. Mentre l’avvocato Prioreschi riesce a fargli ammettere che le sue dichiarazioni avvennero dietro suggerimento degli stessi carabinieri.

    Avv. Prioreschi: (legge la frase dalla deposizione) “Mi viene chiesto come poteva essere falsato il sorteggio arbitrale tanto da poter predeterminare gli abbinamenti arbitri-partite, così come emerso dagli atti della presente indagine”.
    Manfredi Martino: Mi viene chiesto come fosse possibile truccare il sorteggio e io rispondo con il discorso dell’ammaccatura delle palline, se non sbaglio.
    Avv. Prioreschi: Quello che ha detto Lei lo so, non so cosa Le hanno detto i Carabinieri per portarla su questa strada.
    Manfredi Martino: Loro sostenevano che il discorso fosse truccato.
    Avv. Prioreschi: Come lo sostenevano? Che Le hanno detto?
    Manfredi Martino: Mi hanno detto quello che sta scritto… Mi hanno detto: “Il sorteggio è truccato, come si può truccare?”.
    Avv. Prioreschi: Ecco. Ho capito. Hanno dato per scontato che… è normale che quando si sente una persona informata sui fatti, “siccome il sorteggio è truccato, adesso tu ci dici come è truccato”?
    Presidente Casoria: Così sono andati i fatti.

    Gli sviluppi del processo di Napoli riguardo ai sorteggi truccati provocano nuove reazioni dal mondo dell’informazione. Viene emesso un nuovo comunicato dell’USSI, nel quale il nuovo presidente, Luigi Ferrajolo, giudica inopportuna la decisione di collaborare con l’organizzazione arbitrale da parte dei giornalisti, ma che questo non significa che fossero a conoscenza di irregolarità.
    Oliviero Beha pone l’accento al TG3 sulle contraddizioni tra le dichiarazioni di Manfredi Martino ai carabinieri e la sua deposizione in aula a Napoli e avventurandosi in un paragone forte con fatti di mafia avvenuti in passato nel nostro paese, ricerca oltre Moggi i pezzi delle istituzioni eventualmente coinvolti, visto che Martino aveva alluso al desiderio di Carraro di adoperarsi in favore di Fiorentina e Lazio. Beha non ha più il suo spazio al TG3, ma questa è un’altra storia. Anche Enzo Bucchioni su Il Giorno dell’8 novembre 2003 si rende conto del coinvolgimento dei giornalisti e scrive: “E non sappiamo neppure quanto equilibrio ci sia nelle dichiarazioni di Manfredi Martino al processo per Calciopoli. Secondo lui il sorteggio era truccato. Ora io vago tra il sentirmi offeso e il sentirmi indagato. E con me tutti quei venti-trenta giornalisti che a turno per un paio d’anni hanno tirato su le palline dall’urna di Coverciano. Qui non si tratta di stare con Bergamo o contro Bergamo, con Pairetto o contro Pairetto, si tratta solo di stare con la verità. Io non ho mai estratto palline calde o fredde, o palline ammaccate come dice Manfredi Martino. E come me hanno fatto tutti i rispettabilissimi colleghi. Non ho mai sentito i colpi di tosse dei designatori e se anche li avessi sentiti avrei pensato all’influenza di stagione. In questo paese senza equilibrio, ormai ognuno può dire quello che vuole impunemente. […] In caso contrario la magistratura dovrebbe farsi dare i nomi di tutti i giornalisti e denunciarli per favoreggiamento nei confronti della «Cupola» di Moggi. Perché negli anni di Calciopoli, gli arbitri non li sorteggiavano Bergamo e Pairetto, ma i giornalisti. Per ricordarlo non serve un mago, basta un po’ di memoria.
    Nemmeno Beccantini si tira indietro, il 17 Novembre 2009 su La Stampa, avendo interpellato direttamente Franco Morabito, il giornalista che estrasse Collina per Milan Juventus, la partita del presunto colpo di tosse: “Ha suscitato molto scalpore la testimonianza di Manfredi Martino, all’epoca segretario della Can (Commissione arbitrale nazionale). Ricordare solo in aula, dopo averlo dimenticato per undici interrogatori, che «in occasione della prima partita di campionato della stagione 2004-2005 mi venne chiesto da Pairetto e Bergamo di inserire un biglietto X all’interno di una determinata pallina particolarmente ammaccata» (Gazzetta dello Sport, 7 novembre), avrebbe indisposto un santo, figuriamoci il giudice Teresa Casoria. E poi il colpo di tosse con il quale uno dei designatori avrebbe suggerito o orientato il sorteggio di Milan-Juventus, lo «spareggio» dell’8 maggio 2005: beh, l’ho trovato geniale. Milan-Juventus rientrava nella griglia A, con Brescia-Inter e Parma-Roma: arbitri coinvolti, Pierluigi Collina, Gianluca Paparesta e Matteo Trefoloni. «Non ricordo nessun colpo di tosse», mi ha detto al telefono Franco Morabito, il giornalista che, quel giorno a Coverciano, abbinò manualmente il nome di Collina alla supersfida. «E non rammento nulla di irregolare». […] Manfredi Martino, sempre per la cronaca, non si è limitato a sdottorare di urne e palline. Ha pure confessato che, appena poteva, telefonava a Leonardo Meani, il «preservativo» milanista di Adriano Galliani; i designatori, inoltre, gli avevano confessato che il presidente federale, l’imparzialissimo Franco Carraro, smaniava dalla voglia di salvare Fiorentina e Lazio…”.

    Nel momento della “verità”, dopo l’udienza del 1 Giugno 2010 nella quale viene smontata la teoria del sorteggio truccato, la Gazzetta dello Sport rifila a pagina 23 un articolo che si limita ad ammettere che dai designatori non ci fu nessuna pressione, a firma del solo Piccioni. L’esclusione di Galdi è significativa. Fu molto vicino ai carabinieri durante la conduzione della indagini. Fino a confondere le idee su una questione che ha lasciato perplessi in questi anni. Se cioè furono i carabinieri a influenzare la linea editoriale della Gazzetta dello Sport o se per caso sia da considerarsi legittimo il sospetto secondo il quale accadde esattamente il contrario. Ma anche questa è un’altra storia. Chiedo venia. Un altro capitolo della storia.

    Quelle partite particolari – Parte I
    Quelle partite particolari – Parte II
    Sentenza Giraudo svelata

  10. Attualità di E. LOFFREDO del 20/01/2011 7.38.48
    Preziosi e Franco Dal Cin

    Questioni di legittimità

    Nei giorni scorsi si è riaperto il processo d’appello contro -tra gli altri- Enrico Preziosi e Franco Dal Cin per la famosa e presunta (fino a sentenza definitiva) combine di Genoa-Venezia del 2004/2005. L’appello si ricelebra dopo che la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio il precedente giudizio di secondo grado. La suprema corte ha sancito che le intercettazioni usate dai giudici per condannare Preziosi a 4 mesi di reclusione e 400 € di multa erano inutilizzabili perché disposte per indagare sul reato di associazione a delinquere (una cupola ante litteram) e non per la frode sportiva, reato per il quale non si può intercettare.
    L’attività di intercettazione quindi sottostà a precise regole (ma noi questo lo sapevamo già). La Cassazione quindi afferma: “che si intercetti, ma solo quando si può”. Un giorno forse ribadirà: “che si utilizzino le intercettazioni, ma solo nel procedimento per il quale sono state disposte”.
    Quanto a Preziosi e Dal Cin non sta a noi giudicare, saranno i giudici a spiegarci se il passaggio di mano di una valigetta con 250.000 euro avesse motivi e scopi illeciti.

  11. La Rai ci ha visto giusto!

    All’inizio del campionato, la Rai, appoggiata dall’AIA, decide di eliminare la moviola in campo, riportando solo gli episodi più eclatanti ed eliminando la coda polemica dei commenti degli ospiti in studio. In teoria poteva essere una buona idea, nei fatti si è rivelata un mezzo ulteriore di strumentalizzazione, perché gli episodi da mostrare e i commenti vengono sapientemente selezionati…

    Guardando con attenzione quello che sta succedendo sui campi, la Rai ci ha visto giusto, perché è una fortuna non dover tutte le sante giornate di campionato, confermare una vittoria dubbia e l’errore arbitrale che renderebbe ancora più chiara l’idea che quei dubbi, quelle incertezze, quella “sudditanza psicologica” non è scomparsa, anzi….

    Anche gli Sconcerti (la Juve non ha campioni), i Pistocchi (Krasic è un simulatore) e tutti gli altri “giornalisti sportivi” hanno trovato un ruolo ben preciso, mai come ora che sta emergendo l’amara realtà: le loro chiacchiere da bar ( o come le volete chiamare), distolgono l’attenzione nel momento opportuno, indirizzano le opinioni e finiscono per rappresentare la cultura sportiva italiana, quella dello zero assoluto.

    Quanta ipocrisia in giro….

  12. Strani fuorigioco e gol da annullare

    Quanta confusione!

    Come già sottolineato nell’articolo dedicato alla prima giornata di ritorno della Serie A, nella rubrica settimanale (“Lo spezzatino è servito” a cura di G.Galazzo), sono stati i clamorosi errori arbitrali a decidere gran parte delle partite.

    Tralasciando i gol in fuorigioco di Cagliari -contro il Palermo- e Lazio -contro la Sampdoria-, la mia attenzione si sposta sul rocambolesco autogol di Pellegrino, difensore del Cesena, che ha consentito alla Roma, a tempo quasi scaduto, di conquistare 3 punti decisivi per la rincorsa alla zona Champions League. Infatti, sono ben tre le irregolarità in questa circostanza: un fuorigioco non visto, e ci può stare; un secondo fuorigioco molto evidente, ancora non visto ovviamente; e, dulcis in fundo, il cross che ha portato all’autorete dello sfortunato difensore cesenate è stato effettuato con il pallone già oltre la linea che delimita il fondocampo.
    La domanda sorge spontanea: come ha fatto il guardalinee a non ravvisare neanche una delle tre irregolarità? Mistero…

    Tutto questo, mi porta indietro di un paio di settimane. La squadra coinvolta è sempre la Roma, l’avversario il Catania. La squadra siciliana vinceva 2-1 all’Olimpico dopo un’esaltante rimonta, quando succede l’imprevisto. Riise crossa dal fondo e Borriello insacca di testa; l’irregolarità? Il caso vuole che anche in quella circostanza la palla fosse uscita oltre la linea di fondocampo senza che il guardalinee (o l’arbitro) se ne accorgesse. E non finisce qui: a portare a compimento la contro-rimonta romanista, ci pensa Vucinic a pochi minuti dal termine. Anche in queste circostanza, però, il guardalinee (sempre lo stesso) si è fatto sfuggire l’irregolare posizione di partenza dell’attaccante montenegrino: era fuorigioco. La Roma ha vinto grazie a due gol nettamente irregolari, ma per tutti (tranne che per i catanesi) va bene così.

    Torniamo “al presente” e alla ventesima giornata di campionato. Prendiamo come oggetto, questa volta, la partita casalinga dell’Inter contro il Bologna. Un 4-1 che non ammette repliche, certo. Però fa pensare, e anche un po’ arrabbiare, che a sbloccare la partita sia stato ancora una volta un gol (di Stankovic) viziato da un fuorigioco non visto dal guardalinee di turno.
    Fa arrabbiare perché nella partita di Coppa Italia disputata giovedì scorso dalla Juventus contro il Catania, sul risultato di 2-0, a Del Piero è stato annullato il gol (anche se inutile ai fini del risultato finale) del 3-0 per un fuorigioco inesistente. Ancor prima, nella disfatta di Napoli (tralasciando il gol regolarissimo annullato a Toni che avrebbe portato il risultato sull’1-1), sul risultato di 0-0 e poco dopo il fischio di inizio, Toni viene fermato, quando ormai si trovava solo davanti al portiere, dal guardalinee che ravvisa, ancora una volta a danno della Juventus, un fuorigioco che non c’è.

    Nicchi ad inizio stagione aveva ordinato agli assistenti di “lasciar correre, nel dubbio”. Certo, sempre che di mezzo non ci sia la Juventus

  13. I due articoli sono:di Giulemanidallajuve

    “LA RAI CI HA VISTO GIUSTO”
    DI Paola CiCCONOFRI

    “QUELLE PARTITE PARTICOLARI- I SORTEGGI TRUCCATI!”
    G. FIORITO

  14. SCANDALI

    Intercettazioni

    Facchetti – Pairetto
    Il primo colloquio tra Gigi Pairetto e Giacinto Facchetti è del 15 settembre 2004. Sono le 12,59. Al centro della telefonata ci sono le valutazioni sugli arbitri di Champions League (l’Inter era in un girone con il Valencia, il Werder Brema e l’Anderlecht) e alcune tessere dell’Inter destinate a Pairetto.

    Meani – Messina
    Il 21 marzo 2005, Leonardo Meani, addetto agli arbitri del Milan, chiama l’arbitro Domenico Messina: il giorno prima ha diretto Juventus – Reggina (1-0, Del Piero). Si parla della Triade.

    Meani – Bergamo
    La disciplinare respinge il reclamo della Juventus contro la squalifica di Zlatan Ibrahimovic per due turni: decisiva la prova tv per il colpo inflitto a Ivan Cordoba in Juventus-Inter. Lo svedese è costretto a saltare la sfida con il Milan, decisiva per lo scudetto. Si ipotizzano eventuali pressioni sulla Caf, cui la società bianconera vorrebbe ricorrere d’urgenza. Il designatore Paolo Bergamo chiama Meani, cercando di stabilire un contatto urgente con Adriano Galliani.

    Meani – Galliani
    Il 31 maggio 2005 Galliani chiama Meani per parlare di alcune promozioni da sponsorizzare all’interno della Can……..”Spinga Meani, spinga”.

    Inchieste

    Meani Story
    ” Quando siamo in area non alzare la bandierina”. L’addetto agli arbitri del Milan aveva continui rapporti con arbitri ed assistenti. Oltre quanto pubblicato in questo spazio, il processo di Napoli non macherà di integrare, con nuovo materiale probatorio, i reali intrecci tra alcune squadre uscite illese, o quasi, dai fatti di calciopoli ed i vertici delle federazioni.

    Insabbiamento Roma
    Storia di una giustizia, quella sportiva, amministrata in totale assenza di norme e di pudore. Gli intrecci economico/finanziari nel mondo del calcio hanno sempre prodotto regole che “devono essere interpretate per gli amici”.

    GIULEMANIDALLAJUVE.COM

  15. Udienze Processi di N. REDAZIONE del 03/12/2010 14.53.58
    Calciopoli, deposizione Ing. De Falco

    Tribunale di Napoli – Udienza del 23 novembre 2010.

    Avv. Morescanti: «Buongiorno ingegnere,avvocato Morescanti difesa di Fabiani. Lei ha avuto a disposizione i dati con i quali la pg(polizia giudiziaria)ha effettuato le ricostruzioni sulle famose celle che identificherebbero il Fabiani quale possibile utilizzatore di telefoni di gestori svizzeri. Vuole spiegare al Collegio,quindi gli esiti tecnici del suo lavoro?»
    De Falco: Chiede di poter essere autorizzato a poter mostrare il lavoro; chiede di poter utilizzare delle foto). «Dunque, il mio intervento è relativo alla associabilità diciamo, a delle telefonate che sono state fatte,quindi del residuo di queste telefonate, che sono segnate nell’informativa del RONO dei carabinieri di Roma, in particolare alle pagine 86 e seguenti, si parla di più contatti telefonici , circa 60, che sono state ascritte ad una persona, in particolare al signor Mariano Fabiani, quindi vi è un aspetto tecnico di associabilità tra le telefonate che effettivamente sono state realizzate e il documento che vi ho segnato; vi sono questi 60 contatti con 3 colonne, in queste 3 colonne, in una parte vi è l’identificativo di cella cioè da cui è partita la telefonata, poi vi è un indirizzo della cella e il comune della stessa. Chi ha guardato queste immagini, ha concluso che questi indirizzi fossero nel quartiere di Primavalle,ed essendo nel quartiere di Primavalle, desumevano in via probabilistica, fatto logico diciamo e non tecnico,che queste telefonate fossero state fatte dal Fabiani. In verità, diciamo che i dati oggettivi che portano a definire il signor Fabiani come utilizzatore di queste telefonate sono semplicemente questo sillogismo tra quartiere dove sono ubicate le radiotrasmittenti e questa residenza. Io,in realtà,faccio solo una precisazione. Io in realtà parlavo di indirizzo amministrativo nel senso che la cella, la radiotrasmittente, può essere lontana anche 20, 30 metri da questo indirizzo fisico indicato dalla ditta con la quale è stata contrattualizzata la cosa. Quale è stato il lavoro iniziale che è stato fatto per fare in modo che ci fossero più passaggi rispetto a questa associazione, cioè quartiere Primavalle/persona? Io ho riportato su questo, che è un foglio topografico quelle che sono le effettive posizioni delle celle. Quella che vede in blu è del raccordo anulare che ha un raggio di 10 km, quindi queste celle che vediamo sono in realtà un po’ più estese che non il quartiere di Primavalle e si trovano all’interno del Grande Raccordo Anulare. Io ho fatto un resoconto che riguarda questo e posso dire che, in effetti ,le celle che sono al quartiere di Primavalle, a nord è confinante con il GRA, così come ad Ovest, poi c’è la via Trionfale ad Est e via Boccea a Sud. Nell’ambito di queste strade che le ho detto,di queste 60 telefonate, soltanto 15 sono nel quartiere di Primavalle e quindi vi è questa precisazione da fare rispetto all’assunto iniziale. Le altre 44 celle, sono celle che sono al di fuori di questo quartiere, oltre i 5 km dalla residenza del signore che risulta essere dalla PG l’intestatario di queste schede. Adesso vi è da stabilire il fatto tecnico, cioè queste benedette radiotrasmittenti a che distanza prendono? Sono celle che possono raggiungere un telefono che si trova nella residenza del signor Fabiani? Quindi io ho fatto l’associazione di tipo cella/posto specifico, e in realtà, schiumando questo numero di celle, gli ho riportato in maniera più evidente le ubicazioni delle celle su un elaborato satellitare, quindi in rosso ho riportato la via Cardinal D’Avanzo, che è il luogo di residenza dell’imputato e alla fine si stabilisce che le uniche celle che possono essere raggiunte da questo punto sono 2, massimo 4 a seconda di condizioni favorevoli. Tutte le celle, in generale, per una fatto assolutamente tecnico dovuto a limitazioni tecniche del sistema proprio di trasmissione, in queste zone urbane hanno una penetrazione di 600 metri, massimo 1000 metri, non di più. Cioè tutte le celle che sono state segnalate come realmente esistenti nel quartiere Primavalle, alla fine, possono essere agganciate, diciamo così, la telefonata può partire da via Cardinal D’Avanzo solo su 2, massimo 4 di queste celle. …………….
    La probabilità che una persona che si trova in via Cardinal D’Avanzo possa agganciare queste determinate celle presenti è del 3% di celle presenti di queste 60 telefonate. In particolare, però, le dicevo che se è vero che le celle che sono state agganciate, noi siamo di fronte ad un fatto molto particolare, nel senso che se io sono un abbonato Wind o Telecom, io posso agganciare solo le celle Wind o Telecom, viceversa trattandosi di un gestore estero che ha fatto il roaming con tutte queste società italiane, in particolare queste sim avevano il privilegio di poter agganciare le celle di qualunque gestori. Un altro fatto tecnico, è che la cella più vicina a via Cardinal D’Avanzo è una cella che si trova a via Tommaso De Vio.Ovviamente si potrà dire che caratteristica particolare ha questa cella?è un cella che effettivamente può agganciare in maniera limitata quella zona? Perché questo sarebbe un fatto importante per poter stabilire che la persona che stava comunicando si trovava in quei pressi. In verità, la cella di via Tommaso De Vio è una cella molto particolare, perché nell’ambito del sistema di trasmissione telefonica esistono delle celle che sono locali, e devono essere tali perché,in realtà i canali a disposizione sono pochissimi e allora le frequenze telefoniche in tutta Italia per questo particolare, per l’890-960 megahertz sono soltanto 124,quindi i canali si devono riutilizzare, in buona sostanza le celle di zona hanno una determinata frequenza e possono far parlare soltanto con zone prossime, proprio perché se fossero molto ampie le zone, sarebbero pochi quelli a poter parlare. In verità una deroga a questo fatto è una cella che si chiama “cella ad ombrello”, che è una cella che serve per coprire un po’ tutto e per evitare i buchi ed i punti oscuri. La cella di via De Vio è una cella che si trova su un campanile su cui ci sono delle antenne, non ci dà neppure l’idea che la telefonata fosse partita da un telefono molto prossimo alla cella,perché essendo una cella molto alta, è una di quelle ad “ombrello”, la cella veramente si trova sulla piazza vicinale a via Tommaso De Vaio. Quindi, in conclusione,quello che posso dire è che per motivi sia tecnici sia logici, io dissento da questa conclusione, ovvero dire che queste 60 telefonate sono tutte afferenti al posto in cui risiede l’imputato. Tra l’altro la questione si prolunga perché, non si sa nemmeno dove si trovasse l’imputato al momento della telefonata. All’epoca, essendo il Fabiani un dirigente del Messina Calcio, sempre nella comunicazione del RONO, noi troviamo diverse telefonate su Messina. Su Messina è stato fatto analogo lavoro, ovvero scheda topografica con la posizione delle varie celle di trasmissione, come si vede le celle sono distribuite e sono in massima parte lontane rispetto a quello che è il campo sportivo, che proprio dal 2004 entrò in funzione a Messina, e dove presumo vi possa essere un dirigente del calcio.
    Altra osservazione che si può fare al fatto che le celle siano nella zona, è la circostanza che il numero della prima colonna, è un numero che mi parla di settorializzazione della trasmissione. Ovvero, avviene che si pongono le antenne in tre direzioni tipiche: nord, sud-est e sud-ovest,ci sono sempre 3 settori. Avere una percezione di questi tre settori sarebbe stato molto importante per poter definire anche la direzione in cui era ubicato il telefonino con il quale si parlava ma, in realtà, questo dato non emerge in maniera chiara da quella prima colonna per una serie di motivi tecnici, non mi voglio rendere antipatico, però succede che l’ultimo numero della cella indica in genere il settore, cioè se leggo 1 vuol dire che è a nord, se leggo 2 è a sud-est, se leggo 3 è a sud-ovest. Questo vale per Vodafone, però non vale per Tim, per esempio, ancora più complicato con Wind, e tutto questo nel nostro caso non avviene, e quando io Le dicevo che le poche celle che sono presenti su Roma è una indicazione che Le do che è relativa a tutti i 360 gradi, laddove l’indicazione di cella, oltre che l’indirizzo, ci poteva dare anche l’indicazione, che è cosa che bisogna chiedere specificamente ai gestori. Tra l’altro, oltre alle frequenze normali 890-960, e qui termino, vi è anche la frequenza oltre i 1.800 Megahertz, e nell’ambito di questa frequenza le settorializzazioni sono diverse, cioè non sono più 1, 2, 3 ma 7, 8, 9, quindi è un po’ criptica la cosa e bisognava chiedere questo direttamente al gestore;In questo caso una triangolazione sarebbe stata più evidente, specie sulla parte del Grande Raccordo Anulare, laddove si vede che tutte le celle oltre i 5 chilometri dalla via Cardinal D’Avanzo sono celle che puntano sicuramente sul GRA».
    Avv. Morescanti: «Ingegnere, guardi la interrompo un secondo,cerchiamo di rendere meno tecnico l’esame per far capire meglio. Da quello che io ho intuito un processo tecnico con il quale poter addivenire ad una ricostruzione più o meno fedele, per poter quindi capire dove era il punto in cui si trova il terminale in uso, c’è stato o non c’è stato da parte di chi ha effettuato questo tipo di indagine? »
    De Falco: «Una indagine di questo tipo può essere fatta o in tempo reale ma non è stato fatto, ed in questo caso si poteva controllare su tutte le celle, per esempio, la potenza del segnale, ma comunque anche per l’analisi a posteriori si poteva fare qualcosa in più, sicuramente ».
    Avv. Morescanti: «Le celle del quartiere Primavalle di cui Lei ha parlato, sono state effettivamente interessate da queste telefonate, cioè i carabinieri hanno fatto questo studio o hanno detto “Quartiere Primavalle ci sono 50 celle, di queste 50 celle 30 sono state prese, per cui secondo noi presumibilmente l’utilizzatore di questo telefonino è il Fabiani”? Ora Lei mi dice che di queste 50 celle presenti, soltanto 2 o 3 sono state interessate da un telefonino con la chiamata che partiva da casa del Fabiani. Queste 2, 3 celle sono state effettivamente utilizzate nella ricostruzione dei carabinieri?»
    De Falco: «I carabinieri segnano soltanto che sono 60 celle nel quartiere Primavalle, poi c’è questo collegamento logico col fatto che siccome nel quartiere di Primavalle abita Fabiani, ed allora ecco che il primo assunto… ».
    Avv. Morescanti: «L’ipotetica cella che, telefonando da casa, Fabiani avrebbe potuto utilizzare noi non sappiamo se è stata utilizzata o meno, ho capito bene?»
    De Falco: «Questa cella sicuramente è stata utilizzata per questa telefonata, ma certamente non conosciamo quale è stata la direzione di cella, e tra l’altro questa cella è una cella che copre un’area molto più grande. Paradossalmente se il territorio di copertura della cella fosse stato piccolo, si sarebbe potuto fare questo sillogismo. Oggettivamente non si può dire che vi sia un riscontro reale, non dico con la persona ma anche con la zona, e se voglio esaminare questo aspetto in termini probabilistici vi è una probabilità estremamente bassa ».
    Avv. Morescanti: «È giusto identificare questa rete di telefonini stranieri,come nel caso specifico svizzera, come rete segreta, come rete di telefonate non intercettabili?»
    PM Narducci: «Presidente c’è opposizione!».
    Presidente Casoria: «E perché?».
    PM Narducci: «Presidente il consulente analizza dati tecnici, le valutazioni… ».
    Presidente Casoria: « Vabbè va… ».
    Avv. Morescanti: «Sulla scorta di un dato tecnico, tecnicamente la rete svizzera è una rete segreta? Tecnicamente è una rete non intercettabile? ».
    Presidente Casoria: «Risponda, se sa rispondere a questa domanda che è un po’… ».
    De Falco: «La verità è che quando parliamo di rete il cellulare è parte della rete, questo significa che ogni volta che io accendo il cellulare tutti sanno dove è. Ovvero la MSC (la stazione di controllo master) vede questo telefonino, va a controllare se è nei propri database, e se non lo è va a chiedere al gestore estero “Questo signore ti ha pagato? Gli posso dare linea?”. Quindi, nel momento in cui accendo un telefonino, prima ancora che faccio la telefonata, tutti sanno dove è questo telefonino. Non è segreta per niente.
    Presidente Casoria: «Vabbè, segreta. L’avvocato voleva sapere se è intercettabile in qualche modo la telefonata fatta con il telefonino estero».
    De Falco: «I telefonini sono tutti,totalmente intercettabili, basta che io conosca la sim, si conosca il numero del telefonino. In verità un’altra cosa che si poteva fare era associare, ogni volta che c’è una telefonata qualunque gestore, non segna soltanto il numero della sim ma anche il numero del telefonino che si chiama IMEI. Sarebbe stato interessante vedere se questi numeri IMEI fossero stati associati, anche in tempo remoto, ad altri numeri cellulari, ma non è stato fatto».
    Avv. Morescanti: «Ultima domanda..quindi quali sono le Sue conclusioni?»
    De Falco: «Certamente non vi è assolutamente un collegamento tra zona e persona ma anche in termini di zona e abitazione della persona siamo a percentuali molto basse, al di sotto del 5%».
    Avv. Morescanti: « Nessuna altra domanda».

    Presidente Casoria: «Chi altro vuol far domande?».

    PM Capuano: «Lei ha chiesto al suo cliente dove risiedeva quando doveva andare a Messina?»
    De Falco: «Sì,mi ha parlato di un determinato albergo,però in verità come Lei può vedere le celle agganciate a Messina non hanno una concentrazione in determinati posti».
    PM Capuano: «Lei prima ha detto che le celle erano lontane dallo stadio, questa stessa valutazione l’ha fatta anche relativamente all’albergo, o agli uffici dove andava il Fabiani?»
    De Falco: «Guardi,doveva essere un albergo centrale che si trova all’altezza di via Tommaso Cannizzaro, però non glielo so dire di preciso, ma il fatto significativo per quanto mi riguarda è che non c’è una concentrazione… »
    PM Capuano: «Ma non era più rilevante valutare non la distanza dallo stadio ma dal centro?»
    De Falco: «Non ho riportato il dato dell’albergo, era anche un problema di albergo, nel senso che io quando ho incontrato il signor Fabiani qui a Napoli l’ho incontrato in diversi alberghi. Quindi non ho ritenuto significativa la cosa»
    PM Capuano: «Non ha ritenuto opportuno nemmeno individuare il suo posto di lavoro a Messina?»
    De Falco: «Immagino fosse lo stadio».
    PM Capuano: «Lo immagina o glielo ha chiesto?»
    De Falco: «No, io non ho idea di dove fosse Fabiani al momento di tutte queste telefonate. Ricordo che questa consulenza è stata sviluppata quattro anni fa. Atteso che si parla di luogo di lavoro di Messina nell’elaborato dei ROS, io mi sono attenuto a quello, ed io mostro in più le posizioni delle celle, atteso che questo lavoro è stato fatto così come è non è stato rapportato per Roma. Detto questo, agli atti non vi è assolutamente nessun lavoro relativo alle deposizioni del Fabiani, cioè nemmeno il signor Fabiani può sapere quel giorno e a quell’ora dove si trovasse»
    PM Capuano: «Visto che Lei ha parlato che l’attività investigativa poteva essere più precisa, quindi anche la Sua consulenza sarebbe potuta essere più precisa?»
    De Falco: «Io ho realizzato diciamo l’aspetto tecnico che riguarda la posizione delle celle e la posizione massima della BTS. Il lavoro di presenza della persona nel luogo, sia come tempi che come luogo di lavoro, non è stato compiuto da nessuno penso, da me di sicuro no. Non vi è nessun dato che dica Fabiani dove fosse».
    PM Capuano: «Quindi la percentuale del 3%, non è in grado di dare nessuna percentuale su Messina?»
    De Falco: «La percentuale che ho dato,non è relativa alla presenza della persona in un posto ma all’abitazione».
    PM Capuano: «E quindi questa percentuale Lei è in grado di darla per Messina? »
    De Falco: «Ma non posso sapere dove si trovasse il Fabiani in quel momento».
    Presidente Casoria: «Ma Lei non lo aveva letto nel rapporto dei carabinieri come avevano realizzato che Fabiani aveva telefonato… dice “Fabiani si trova a Messina” genericamente?»
    Avv. Morescanti: «Sì, è tutto generico».
    De Falco: «Scusi Giudice, c’è un altro aspetto che non abbiamo guardato della mia consulenza. Nel lavoro di chi indagava vi sono tre circostanze: la prima circostanza è il quartiere di Primavalle e l’imputato risiede nel quartiere di Primavalle, seconda circostanza le celle agganciate sono a Messina e lui aveva una attività lavorativa a Messina, terza circostanza vi sono dei contatti, in particolare 5, in Bologna, in Messina, in Ronchi dei Legionari, proprio quando c’erano le partite relative, e ancora poi in Messina, sono contatti telefonici che si sono avuti nel momento in cui la squadra era fuori casa. In realtà l’analisi completa mi dice che questi contatti esterni sono 5,perché c’è anche Siena. A fronte di questo, però, non si trovano gli altri eventuali contatti, che io mi aspetterei di trovare, delle ulteriori 10 uscite del Messina Calcio nelle quali, se la presunzione è vera per queste 5, nelle altre 10 direi,potevano esserci dei contatti… ».
    PM Capuano: « Ma perché Lei ha valutato se, invece, mentre il Messina andava a Genova quel telefonino era in un altro posto? Ha fatto queste valutazioni la Sua consulenza?Lei ha fatto questo tipo di deduzioni?
    De Falco: «Le deduzioni non le faccio io su questo».
    Presidente Casoria: «Ha ragionato come hanno ragionato i carabinieri, abbiamo capito. Dice siccome… è emerso, pubblico ministero, che non ha domandato a Fabiani dove andava in albergo… ».
    PM Capuano: « Nella parte dell’informativa dove si attribuiscono due schede a Fabiani, oltre ai codici celle del quartiere Primavalle o nei pressi, vi sono anche alcuni contatti presi proprio nel corso delle partite del campionato di calcio dove era impegnato il Messina Calcio(fa un elenco delle partite interessate..).Lei ha confutato questa accusa e si è meravigliato che nelle altre trasferte non ci sono agganci. Ho capito bene o no?»
    De Falco: «Sì, è così. Io da pagina 31 a 33 riporto tutte le partite del campionato e considero che nelle partite in trasferta su 18 partite 5 sono quelle interessate da contatti telefonici… ».
    PM Capuano: «La domanda che faccio è se in queste altre 10 partite questa utenza telefonica aggancia altre celle, aggancia una cella che è a Roma o Messina, o non aggancia proprio nulla?»
    De Falco: «Gli unici contatti sono quelli segnati che Le ho detto, quindi non aggancia nulla, non sappiamo altro,non ha telefonato sicuramente,ne messaggi, perché se ci fosse stata la telefonata vi sarebbe stato il resoconto della telefonata (…)».
    PM Capuano: «Lei ha anche fatto indagini sull’utenza con 84 finale?
    De Falco: «Sì, l’unica cella che sicuramente copre la zona di via D’Avanzo, è sempre quella di via De Vio, che è una cella molto particolare,una cella ad ombrello (…)»

    Avv. Morescanti: « Ingegnere, ha detto che quando nelle trasferte del Messina non ci sono telefonate,questo lo ha detto sullo studio dell’ indagine dei carabinieri, o lo ha analizzato Lei? Cioè se quel giorno la scheda ha preso una cella, ad esempio di Canicatti,ma non è stato riportato dai carabinieri noi non lo sapremmo, giusto?»
    De Falco: «Sicuramente dalle società telefoniche sono stati forniti dei dati, in questi dati vi sono le telefonate effettivamente svolte, i posti da cui sono partiti, e finisce lì. Che poi al momento si potesse sapere ben altro, ovvero il viaggio di un telefono acceso senza che telefoni, questo è un dato che se richiesto al momento si può anche ottenere, però nello specifico non è nei dati. Per esempio,noi teniamo una telefonata ma il gestore dà la cella ma non mi dice tutto l’iter, se era in movimento o meno».
    Presidente Casoria: «Sono stati interpellati tutti i gestori?»
    De Falco: «Mi sembra di sì, anche perché era in roaming. Io ritengo che il lavoro di acquisizione è stato fatto nella maniera totale».
    Presidente Casoria: «Però non lo ha fatto Lei, come diceva l’avvocato… ».
    De Falco: «Dai tabulati che sono stati forniti. In verità ho avuto un po’ di problemi perché sono stati tutti messi insieme e, quindi, anche telefonate afferenti diciamo alla stessa telefonata, comparivano due o tre volte ed erano anche sfalsate, perché quando i tempi non erano uguali».
    Presidente Casoria: «Questo è un fatto di gestori, l’avevamo acclarato».
    Presidente Casoria: «Lei non ha interpellato tutti i gestori?»
    De Falco: Dunque, io ho esaminato i tabulati, abbiamo cercato di interpellare i gestori, i quali però non hanno mai risposto, per quello che mi consta dall’avvocato che si occupava allora del caso».
    Presidente Casoria: «Possiamo congedare il teste».

    Trascrizione effettuata da vittorio1992

    GIULEMANIDALLAJUVE.COM

  16. Udienze Processi di M. ROCCA del 04/11/2010 9.46.50
    Calciopoli. Trascrizione Paris, Failla, Maffei

    Tribunale di Napoli – Udienza del 26 ottobre 2010.

    Esame del teste Carlo PARIS

    Presidente dott.ssa Teresa Casoria: «Allora chi dobbiamo sentire? Carlo Paris, venga e si accomodi».
    Carlo Paris giornalista di RAI Sport, declina le proprie generalità, residenza, professione e presta il giuramento di rito.

    Avvocato Francesco Misiani difesa Scardina
    Avvocato F. Misiani: «Buongiorno dott. Paris , volevo sapere che ruolo ricopre lei adesso alla Rai?»
    C. Paris: «Sono inviato speciale della redazione che adesso è stata unificata, lo sono dal 1996».
    Avvocato F. Misiani: «Che ruolo ricopriva Scardina nel 2004/05?».
    C. Paris: «Era il caporedattore della redazione Calcio».
    Avvocato F. Misiani: «Si può dire che era il suo diretto superiore?».
    C. Paris: «Sì».
    Avvocato F. Misiani: «Ci può dire come venivano distribuiti gli incarichi all’interno della redazione?»
    C. Paris: «Per ogni giornata di campionato vengono fatte al martedì precedente vengono fatte delle griglie, per ogni singola partita c’è un giornalista che fa la domenica sportiva, uno che fa un’altra trasmissione, un altro un’altra ancora. Nel mio caso specifico dal 2000 ad oggi rientravo parzialmente in queste griglie perché siccome io mi occupo di posticipi cioè le gare che si giocano la domenica sera, non dovevo aspettare la griglia perché so che io sto lì dove si gioca quella singola partita».
    Avvocato F. Misiani: «Senta, lei ha mai ricevuto indicazioni da un suo superiore ed in particolare da Scardina per orientare il contenuto di un servizio giornalistico da lei fatto in favore di una squadra invece di un’altra? ».
    C. Paris: «Assolutamente mai».
    Avvocato F. Misiani: «Lei ha mai seguito e se si quante volte la Juventus?».
    C. Paris: «Io seguivo la Juventus ogni volta che giocava l’anticipo del sabato sera o il posticipo della domenica sera».
    Avvocato F. Misiani: «Lei come inviato faceva il servizio principale e se ci può dire invece se il cosiddetto pezzo d’appoggio se lo faceva lei o lo facevano altri?».
    C. Paris: «Io come inviato curavo e curo ancora soltanto i collegamenti. Nel senso che la partita inizia alle 20 e 45 e finisce alle 22 e 40 circa, mi collego con la domenica sportiva per intervistare gli ospiti che, come da contratto, vengono portati nello studiolo. Poi ci potevano essere a seconda delle partite un pezzo o delle interviste di appoggio o nel caso delle partite della domenica pomeriggio dei pezzi di servizio perché c’era il tempo per chiuderli diciamo così».
    Avvocato F. Misiani: «Ho finito, grazie».
    Presidente dott.ssa Teresa Casoria : «Ci sono altre domande? Altri difensori?no? Pubblico Ministero? No? Il teste può andare, Grazie».

    Esame del teste Fabrizio Failla

    Presidente dott.ssa Teresa Casoria: «Fabrizio Failla, venga e si accomodi».
    Fabrizio Failla, giornalista di RAI Sport, declina le proprie generalità, residenza, professione e presta il giuramento di rito».

    Avvocato Francesco Misiani difesa Scardina
    Avvocato F. Misiani: «Buongiorno, ci può dire che ruolo ricopre lei all’interno della Rai? E in quale redazione?».
    F. Failla: «Sono nella redazione calcio e sono inviato speciale, mi occupo di calcio con servizi e telecronache e di pallanuoto».
    Avvocato F. Misiani: «Senta e che ruolo ricopriva o meglio nel 2004/05 ricopriva lo steso ruolo?».
    F. Failla: «Sì».
    Avvocato F. Misiani: «In quel periodo che ruolo ricopriva Scardina?».
    F. Failla: «Era il mio caporedattore».
    Avvocato F. Misiani: «Quindi il suo diretto superiore?».
    F. Failla: «Assolutamente sì».
    Avvocato F. Misiani: «Mi può dire come venivano distribuiti gli incarichi all’interno della redazione?».
    F. Failla: «C’era una disposizione per cui c’era una fascia di inviati che si occupava di cose più importanti con un criterio anche geografico, nel criterio di questa designazione e nel mio caso occupandomi anche di uno altro sport, il sabato o la domenica mi recavo nello stadio più vicino rispetto a quello in cui il giorno prima avevo fatto la telecronaca di pallanuoto».
    Avvocato F. Misiani: «Per criterio geografico intende che per seguire una partita di Milano veniva inviato uno della redazione di Milano».
    F. Failla: «Dipende, di solito c’è più di un inviato in un posto, il criterio geografico/logistico era uno dei criteri seguiti anche perché la Rai è divisa in redazioni regionali e poi spessissimo per quanto riguarda il calcio c’era il supporto di un inviato che veniva da Roma».
    Avvocato F. Misiani: «Senta, lei ha mai ricevuto indicazioni da Ignazio Scardina per orientare il contenuto di un suo servizio giornalistico a favore di una squadra piuttosto che di una altra? ».
    F. Failla: «Mai, Mai».
    Avvocato F. Misiani: «Lei ha seguito come inviato la Juventus nella stagione 2004/05?».
    F. Failla: «Credo una sola volta».
    Avvocato F. Misiani : «Una sola volta, grazie. Nessuna altra domanda».
    Presidente dott.ssa Teresa Casoria : «Ci sono altre domande? Altri difensori?no? Pubblico Ministero? No? Il teste può andare, Grazie».

    Esame del teste Fabrizio Maffei

    Presidente dott.ssa Teresa Casoria : «Fabrizio Maffei , venga e si accomodi».

    Fabrizio Maffei, direttore relazioni esterne RAI, declina le proprie generalità, residenza, professione e presta il giuramento di rito.

    Avvocato Francesco Misiani difesa Scardina
    Avvocato F. Misiani: «Buongiorno, dott. Maffei, mi può spiegare in cosa attualmente consiste la sua qualifica e quali sono le sue mansioni?».
    Fabrizio Maffei : «Sì, dunque curo per conto del top management i rapporti con l’esterno, non quelli istituzionali perché c’è un’altra figura al riguardo. In più sono direttore responsabile della casa editrice Eri e del call center e di altre manifestazioni tipo fiere e mostre, il salone del libro eccetera eccetera».
    Avvocato F. Misiani: «Che ruolo ricopriva nella Rai negli anni 2004/05?».
    Fabrizio Maffei : «Direttore di Raisport».
    Avvocato F. Misiani: «E in quegli anni che ruolo ricopriva Ignazio Scardina?».
    Fabrizio Maffei : «Era responsabile della redazione calcio».
    Avvocato F. Misiani: «Ci può illustrare come venivano assegnati i lavori e come veniva organizzato il lavoro all’interno della redazione calcio?».
    Fabrizio Maffei : «In maniera molto semplice la struttura piramidale prevedeva che al di sotto di una direzione alcune sotto-direzioni e poi i responsabili delle varie redazioni. Come ho detto Scardina era il responsabile della redazione calcio e quindi lui aveva una autonomia che gli derivava dal ruolo per prendere le decisioni sempre al meglio e poi verificate se necessario dai suoi referenti superiori e per quanto riguardava l’organizzazione del lavoro e quant’altro».
    Avvocato F. Misiani: «Ha mai avuto notizia o ha saputo di qualche inviato che ha subito da Ignazio Scardina per aver subito delle pressioni al fine di orientare il contenuto di un servizio giornalistico a favore di una squadra anziché di un’altra?».
    Fabrizio Maffei : «In questo caso sì, erano molti i colleghi che si lamentavano delle scelte ..».
    Avvocato F. Misiani: «Non le ho chiesto delle scelte, le ho chiesto se qualcuno ha subito pressioni al fine di orientare il contenuto di un servizio giornalistico a favore di una squadra anziché di un’altra? ».
    Fabrizio Maffei : «Pressioni di questo tipo no, io parlavo di scelte di inviati, ma quello è normale».
    Avvocato F. Misiani : «Grazie, non ho altre domande».

    Presidente dott.ssa Teresa Casoria
    Presidente dott.ssa Teresa Casoria: «Chi erano i referenti superiori di Scardina all’epoca?».
    Fabrizio Maffei : «Erano i vicedirettori».
    Presidente dott.ssa Teresa Casoria: «Chi erano? Persone?».
    Fabrizio Maffei : «Gianpiero Bellardi, Eugenio Depaoli, Jacopo Volpi, Andrea Giubilo e forse anche Ezio Zermiani da Milano (5 vicedirettori, poi dicono che la Rai è in deficit) ognuno aveva una delega, c’era chi era responsabile dei grandi eventi, chi del calcio, delle rubriche, chi dei notiziari adesso ricordare chi era responsabile e di che e di cosa».
    Presidente dott.ssa Teresa Casoria : «E al di sopra di questo gruppo? Tutti questi erano responsabili del calcio?».
    Fabrizio Maffei : «Si in genere…al di sopra c’era il direttore che ero Io».
    Presidente dott.ssa Teresa Casoria : «Va bene, può andare grazie».

    Le trascrizioni del 26.10.2010
    Pietro Nicolosi
    Tutte le altre trascrizioni

    Commenti e approfondimenti nel forum!

  17. Udienze Processi di V. MARCHESE del 18/01/2011 22.13.27
    Russo, Camerota, Bigon, Venerato, Consolo, Mitro

    Tribunale di Napoli – Udienza del 23 novembe 2010. Trascrizione.

    DEPOSIZIONE RAFFAELE RUSSO, segretario presso il Coni di Napoli

    Russo: «Generalità»
    Avv. Cirillo (difesa Ambrosino): «Lei che attività ha svolto all’interno del settore arbitrale della CAN?»
    Russo: «Ho fatto l’arbitro dal ’77 in poi e ho diretto in ambito regionale e poi successivamente ho intrapreso l’attività di assistente per 10 anni in serie A»
    Avv. Cirillo: «Ha visionato il filmato della partita Messina-Reggina dell’11-03-2005?»
    Russo: «Sì, l’ho visionato perché finita l’attività di assistente,fui nominato come componente del settore tecnico e facevo parte della scuola arbitrale. La scuola arbitrale non è altro che la scuola di formazione degli arbitri ed in effetti,nella loro formazione promuovono la giusta applicazione delle regole di giuoco,facendo dei corsi presso le sezioni arbitrali e tramite questi corsi sottoponevano gli arbitri a dei corsi di aggiornamento,in questo modo si riusciva a testare il livello di preparazione degli arbitri»
    Avv. Cirillo: «Che ruolo svolgeva il signor Ambrosino in quella gara?»
    Russo: «Era l’assistente numero 2»
    Avv. Cirillo: «Qual è la differenza tra l’assistente n°1 e n°2?»
    Russo: «Dunque il n°1 è l’assistente che ha un peso maggiore durante la gara perché è l’assistente che cura i rapporti con l’arbitro e la dirigenza, allenatore, calciatori. Invece l’assistente n°2 è quello che deve solamente segnalare quello che prevede il regolamento»
    Avv. Cirillo: «Nel corso di questa partita le risulta che Ambrosino abbia commesso degli errori di valutazione?»
    Russo: «Assolutamente, io ho visto la partita e le posso dire che tutte le sue segnalazioni sono state corrette ed imparziali»
    Avv. Cirillo: «Che valutazione dà lei complessivamente al signor Ambrosino?»
    Russo: «Certamente un’ottima valutazione»
    Avv. Cirillo: «Lei ha redatto un elaborato su questa partita?»
    (Russo risponde di sì e l’avv. Cirillo chiede di consegnarlo al tribunale)
    Avv. Cirillo: Ho finito.

    DEPOSIZIONE CIRO CAMEROTA. Presidente degli arbitri in Toscana

    Camerota: «generalità»
    Avv. Pirolo (difesa Dattilo): «Signor Camerota, lei ha svolto, e, se sì, in che periodo, funzioni di assistente di gara in serie A?»
    Camerota: «Sì, dal 1998 fino al 2005»
    Avv. Pirolo: «Lei ricorda di aver svolto la funzione di assistente nella gara diretta dal signor Dattilo nella partita Udinese-Brescia?»
    Camerota: «Certamente sì»
    Avv. Pirolo: «Con Dattilo o con tutti gli arbitri con i quali lei ha fatto l’assistente si discuteva mai dei giocatori diffidati o era una cosa che rimaneva estranea alla quaterna arbitrale?»
    Camerota: «Assolutamente no, anche perché non era nel nostro interesse discuterne»
    Avv. Pirolo: «Quindi in quella gara, come nelle altre, né lei né il direttore di gara eravate a conoscenza dei giocatori diffidati?»
    Camerota: «Assolutamente no»
    Avv. Pirolo: «Successe qualcosa in particolare in quell’incontro che meritò una sua segnalazione?»
    Camerota: «Certo, ci fu un mio intervento per fare espellere Jankulovski che si era reso protagonista di un atto violento»
    Avv. Pirolo: «Questo episodio era sfuggito all’arbitro Dattilo?»
    Camerota: «Credo proprio di sì»
    Avv. Pirolo: «Secondo il regolamento della FIGC, alla segnalazione dell’assistente che comportamento deve seguire l’arbitro?»
    Camerota: «Secondo il regolamento, se l’arbitro non ha potuto controllare l’episodio, è tenuto a fidarsi della segnalazione del suo assistente»
    Avv. Pirolo: «Quindi assecondare la segnalazione è un atto dovuto?»
    Russo: «Assolutamente si»
    Avv. Pirolo: «Senta, per l’art.12, il comportamento dello Jankulovski che sanzione doveva comportare?»
    Camerota: «Ovviamente l’espulsione»
    Avv. Pirolo: «Quindi dal punto di vista tecnico la decisione fu ineccepibile?»
    Camerota: «Assolutamente si»
    Avv. Pirolo: «Nessuna altra domanda»

    Avv. Gentile (difesa Lotito): «Lei è stato primo assistente nell’incontro Lazio-Parma?»
    Camerota: «Certamente sì»
    Avv. Gentile: «Ricorda qualcosa di particolare?»
    Camerota: «Ricordo 2-0 il risultato; ci fu, mi pare, il secondo gol contestato che però le immagini mi diedero ragione; cioè avevo preso la decisione giusta»
    Avv. Gentile: «L’osservatore le diede il giudizio “ottimo”, facendo riferimento proprio a quell’episodio, è così?»
    Camerota: «Sì»

    Avv. Saldarelli (difesa Mazzei): «Signor Camerota, lei conosce Mazzei?»
    Camerota: «Da tantissimi anni»
    Avv. Saldarelli: «Che rapporti ha avuto?»
    Camerota: «Prima rapporti di colleganza avendo arbitrato insieme in Toscana dal 1987 in poi, e poi è stato il mio designatore alla CAN per 4 stagioni»
    Avv. Saldarelli: «Senta,nella sua funzione di designatore che cosa faceva Mazzei?»
    Camerota: «Era il responsabile degli assistenti, provvedeva a preparare le griglie settimanali oltre che a coordinare il nostro lavoro, la nostra preparazione. Lui preparava queste griglie, ma chi poi aveva l’ultima voce in capitolo erano i designatori responsabili Bergamo e Pairetto»
    Avv. Saldarelli: «Le risulta che Mazzei avesse sollecitato gli assistenti ad avere un contatto telefonico prima delle gare?»
    Camerota: «Spesso ci chiamava lui la domenica mattina»
    Avv. Saldarelli: «Per quale ragione? Che cosa vi dicevate?»
    Camerota: «Per farci le ultime raccomandazioni, ma sempre roba tecnica inerente alla gara»
    Avv. Saldarelli: «Ha mai avuto occasione di essere preavvertito dal Mazzei con riferimento ad una eventuale gara?»
    Camerota: «Che io ricordi no»
    Avv. Saldarelli: «Dopo le gare accadeva che vi sentiste telefonicamente con il Mazzei?»
    Camerota: «Certo»
    Avv. Saldarelli: «Durante le sessioni a Coverciano, cioè le riunioni, si tenevano anche degli allenamenti?»
    Camerota: «Sì»
    Avv. Saldarelli: «Partecipava anche il Mazzei personalmente?»
    Camerota: «Sì, a volte ci batteva anche sulla velocità»
    Avv. Saldarelli: «Ma questi allenamenti avevano uno scopo anche per le valutazioni?»
    Camerota: «Si, ci sottoponevano a dei test atletici»
    Avv. Saldarelli: «Lei è amico di Coppola?»
    Camerota: «Lo conosco,ci ho fatto alcune gare»
    Avv. Saldarelli: «Ha mantenuto rapporti con Coppola?»
    Camerota: «Sinceramente no, da 6-7 anni»
    Avv. Saldarelli: «Nel 2002: ha mai avuto dal Coppola lamentele sulla sua utilizzazione da parte della commissione?»
    Camerota: «Non ricordo di lamentele particolari»

    Avv. Catalanotti (difesa Brescia): «A proposito di Lazio-Parma: ricorda di un fallo di Zauri, nel secondo tempo, su Pisanu dove ci fu la mancata assegnazione di un calcio di rigore?»
    Camerota: «Sì»
    Avv. Catalanotti: «E perché non l’ha riferito prima?»
    Camerota: «Perché non mi è stato chiesto»
    Difesa Brescia: «Le è stato chiesto che ricordava e non l’ha detto»
    Camerota: «Io parlavo per me, mentre quell’episodio riguardava l’arbitro»
    Avv. Catalanotti: «Poi, verso la fine della gara in area della Lazio si registrarono due falli così valutati dal Parma, Bazzani-Bonera e Siviglia-Gilardino»
    Camerota: «Non li ricordo»
    Avv. Catalanotti: «Ricorda che ci fu un fallo grave di Liverani sul giocatore Olive?»
    Camerota: «Non ricordo»
    Avv. Catalanotti: «Non sa se nel referto del commissario questa omissione della sanzione fu annotata negativamente?»
    Camerota: «No, noi non abbiamo accesso agli atti»
    Avv. Catalanotti: «Ricorda che Carmignani fu espulso?»
    Camerota: «Sì, per protesta verso il direttore di gara»

    La difesa di Mazzei chiede una nuova udienza, rinunciando agli altri testimoni,perché i testi Luciano Luci e Marcello Nicchi hanno mandato una giustificazione per l’udienza odierna.
    Presidente Casoria: «Ma gli avete scritto che era indispensabile comparire?»
    Avv. Saldarelli (difesa Mazzei): «Ho qui nelle mie carte la lettera che mi ha scritto il 19novembre 2010 lo studio legale Sandroni per conto del signor Marcello Nicchi, che ha ricevuto la citazione il 26 ottobre, dicendomi di non poter venire per pregressi impegni connessi al suo attuale ruolo. Ho poi ricevuto da Luciano Luci l’e-mail che in queste giornate si sarebbe trovato a Kiev in Ucraina per impegni professionali»
    Presidente Casoria: «Allora, li citerà per la prossima udienza del 14 dicembre»
    Avv. Saldarelli: «Citerò solo Luci, rinuncio agli altri»

    Avv. Ostellari (difesa Titomanlio): «Ho citato quattro testi che hanno giustificato l’assenza. Per ragioni di celerità, le faccio presente che questi testimoni erano stati già sentiti da questa difesa e che fu formato un fascicolo, adesso per cui se il pm acconsente si potrebbe prendere quel fascicolo»
    Il pm non presta il consenso, quindi l’avv. Ostellari chiede di citarli.

    Avv. Cirillo: «Non mi è tornata la ricevuta di ritorno per l’osservatore della partita Reggina-Messina che riguarda Ambrosino. Potrei anche rinunciare al teste se c’è il consenso per l’acquisizione del il referto arbitrale»
    Viene inserito nel fascicolo il referto arbitrale.

    Avv. Gentile (difesa Lotito): «Avevo citato Nicchi e Trentalange riguardo Chievo-Lazio e Lazio-Parma, chiedo se si può depositare il loro referto agli atti con il consenso del pm, rinunciando alla loro citazione»
    Il Pm presta il consenso.
    Viene depositata la sentenza del tar del Lazio emessa su ricorso di Carraro.
    Per la prossima udienza sono previste dichiarazioni spontanee di Mazzei e De Santis.

    Deposizione di Riccardo Bigon

    Avv. Morace, difesa Foti: «Lei oggi è direttore sportivo del Napoli ma nel 2004/2005 lavorava per altre società sportive?»
    Bigon: «Si, per la Reggina»
    Avv. Morace: «Con quale qualifica?»
    Bigon: «Responsabile organizzativo e team manager»
    Avv. Morace: «Lei era a stretto contatto con l’allenatore?»
    Bigon: «Sì non essendoci il direttore sportivo»
    Avv. Morace: «Chi era l’allenatore della Reggina nel 2004/05?»
    Bigon: «Walter Mazzarri»
    Avv. Morace: «Ricorda la partita Lazio-Reggina del 19 settembre 2004?»
    Bigon: «Sì la ricordo mi sembra finì 1-1»
    Avv. Morace: «Ricorda un episodio sfavorevole alla Reggina?»
    Bigon: «Sì ci fu il gol della Lazio su rigore e ricordo che lo contestammo molto»
    Avv. Morace: «Ricorda se fu un rigore su Inzaghi?»
    Bigon: «Si, fu abbastanza dubbio»
    Avv. Morace: «Il 24 ottobre 2004 Chievo-Reggina 0-0, la ricorda?»
    Bigon: «Sì la ricordo»
    Avv. Morace: «Vi fu qualche contestazione?»
    Bigon: «Ricordo un gol di Bonazzoli annullato per fuorigioco che non c’era»
    Avv. Morace: «Era nei minuti finali dell’incontro?»
    Bigon: «Mi sembra di sì»
    Avv. Morace: «Il 3 ottobre 2004 la Reggina contro il Milan perse 3-1 ricorda?»
    Bigon: «Sì»
    Avv. Morace: «Anche qui vi furono degli episodi sfavorevoli?»
    Bigon: «Sì, mi sembra che sul 2-1 per il Milan raggiungemmo il pareggio con un gol di Borriello e che venne annullato in maniera sbagliata»
    Avv. Morace: «Quando fu annullato il gol si era a 3-4 minuti dalla fine della partita?»
    Bigon: «Probabilmente sì»
    Avv. Morace: «Chi era l’arbitro?»
    Bigon: «Trefoloni»
    Avv. Morace: «Il 31 ottobre 2004 Messina-Reggina 2-1, ricorda episodi sfavorevoli?»
    Bigon: «Questa la ricordo in modo particolare, era il derby sentito dai tifosi, andammo in vantaggio, poi vi fu un rigore per noi non concesso e poi perdemmo 2-1. Si scatenarono grosse polemiche»
    Avv. Morace: «Chi era l’arbitro?»
    Bigon: «Racalbuto»
    Avv. Morace: «Reggina-Brescia 1-3, ricorda se l’arbitro era sempre Racalbuto?»
    Bigon: «Sempre Racalbuto»
    Avv. Morace: «Ricorda qualcosa?»
    Bigon: «No, non ricordo granché,però forse ci fu un rigore non dato»
    Avv. Morace: «In quell’anno vi furono lamentele da parte di Mazzarri?»
    Bigon: «Sì, il mister tenne a sottolineare più volte gli errori e comunque a fine anno il nostro bilancio era in passivo»
    Avv. Morace: «Vi fu un Palermo-Reggina del 15 maggio 1-1: ricorda se la Reggina andò in vantaggio e come venne recuperata?»
    Bigon: «Sì, con un gol di Mesto e venne pareggiata dal Palermo all’ultimo secondo della gara»
    Avv. Morace: «Quindi nel recupero?»
    Bigon: «Sì»
    Avv. Morace: «Di cinque minuti?»
    Bigon: «Non me lo ricordo»

    Avv. Gallinelli, difesa De Santis: «Il 12 dicembre 2004 Reggina-Cagliari: Lei che ruolo svolgeva?»
    Bigon: «Ero responsabile organizzativo e team manager»
    Avv. Gallinelli: «Chi era l’arbitro?»
    Bigon: «Non ricordo»
    Avv. Gallinelli: «Se le dico che era Rosetti lo può confermare?»
    Bigon: «Non ricordo»
    Avv. Gallinelli: «Ricorda polemiche?»
    Bigon: «Sì»
    Avv. Gallinelli: «Contro l’arbitro?»
    Bigon: «Sì, fu una gara molto combattuta, mi pare che vincemmo 3-2 e anche negli spogliatoi ci fu bagarre»
    Avv. Gallinelli: «Lei ricorda se l’arbitro era De Santis?»
    Bigon: «Non mi ricordo»
    Avv. Gallinelli: «Sa se Rosetti era stato designato e poi per problemi familiari venne sostituto?»
    Bigon: «Sì, ricordo che in quella stagione accadde, ma non ricordavo che fosse in quella partita»
    Avv. Gallinelli: «Chi si lamentò più di tutti per quella partita?»
    Bigon: «Non ricordo»
    Avv. Gallinelli: «Ricorda il comportamento del presidente Cellino?»
    Bigon: «No, io mi ricordo che nel sottopassaggio ci fu da ridire tra quelli che sono lì, ma se c’è stata bagarre di Cellino non lo ricordo»
    Avv. Gallinelli: «Franceschini venne spulso?»
    Bigon: «Sì, negli spogliatoi»
    Avv. Gallinelli: «Ricorda il motivo?»
    Bigon: «Non so esattamente, si arrivò quasi alle mani tra calciatori»
    Avv. Gallinelli: «Fu una gara di elevata difficoltà?»
    Bigon: «Sì, ci si giocava la salvezza»
    Avv. Gallinelli: «Ricorda se Mazzarri gradiva le designazioni dell’arbitro De Santis?»
    Bigon: «Non ricordo se vi fosse un particolare gradimento»

    Deposizione di Isidoro “Ciro” Venerato

    PM Narducci: «Che ruolo aveva nella rai nella stagione 2004-2005?»
    Venerato: «Ero un precario di fascia A, cioè ti da diritto all’assunzione dopo 4 anni»
    PM Narducci: «Quale era la sua sede di lavoro?»
    Venerato: «A Milano, corso Semprione»
    PM Narducci: «A chi doveva dare rapporto dei sui servizi?»
    Venerato: «Con Zermiani, ma il mio referente era Marco Lucchini Gabriolo e soprattutto Cinzia Maltese. Avevo un capo del calcio, Scardina, e tutti i giorni lavoravamo ai nostri notiziari sportivi per Rai 2 e Rai 3. Stando a Milano seguivo spesso il Milan, raramente l’Inter, e molto la Juve per interviste esclusive per Dribbling»
    PM Narducci: «Quanti giornalisti precari lavoravano alla Rai?»
    Difesa Scardina: «Opposizione, ma questo ce lo hanno detto già i giornalisti e i responsabili Rai»
    Venerato: «8, 9, o 10, ma il termine precario era solo una qualifica, non una diminutivo, ma io avevo fatto, 4 anni a RDS news, 3 anni a Tele +, otto anni come collaboratore esterno alla Gazzetta dello Sport, 2 anni il praticante al “Roma”, 4 anni al Giornale di Sicilia, opinionista per 2 anni a Studio Sport e 5 anni a Canale 21, conduttore dal 94 al 99 a Canale 7 ecc…(2 mondiali, 4 coppe UEFA…)»
    PM Narducci: «Può dirmi nel corso del 2004-2005 quanti servizi dedicati agli eventi di Juve, Inter e Milan ha seguito?»
    Venerato: «La domenica ero quasi sempre fisso sulla Juve. Per motivi di share alla DS portavamo due pezzi. I collaboratori non assunti non potevano seguire la partita perché affidata alla prima firma, noi facevamo l’intervista, la storia, il personaggio ed eravamo tre: Lucilla Granata, Alda Angrisani ed io. Quando c’era Costa a Torino faceva le interviste ad Agnelli, ma poi andò in pensione e Marino andò a fare il servizio della partita. E mi fu chiesto di fare le interviste, anche perché c’erano molti giocatori del Napoli, di cui sono tifoso. Io, tra l’altro, avevo dato la notizia dell’avvento di Lippi, nello stesso giorno in cui Agnelli aveva confermato Ancelotti. Io lo venni a sapere dallo stesso Lippi, che mi disse che era stato chiamato dal Barcellona e che aveva rifiutato»
    PM Narducci: «Chi faceva le griglie a cui lei faceva riferimento?»
    Opposizione dell’avvocato di Scardina.
    Venerato: «Scardina era il capo del calcio, quindi preparava le griglie che si facevano a Roma, che poi erano soggette alla riunione di redazione del martedì»
    PM Narducci: «Nel 2003-04 vi furono proteste di suoi colleghi per una sua esultanza al termine di Juve-Bologna?»
    Venerato: «Le spiego la dinamica. Alzai il pugno, io non sono juventino. Allora il mio telefono fu tempestato di telefonate dal curatore della Domenica Sportiva Bellardi. Aprire la Domenica Sportiva con un faccione della Juve era importantissimo per l’audience; il Bologna stava vincendo e i protagonisti erano loro. Bellardi mi premeva perché ci fosse un giocatore della Juve alla DS. La Juve non mi avrebbe dato nessuno se avesse perso, quindi al gol di Camoranesi esultai per motivi professionali.
    PM Narducci: «Era in contatto telefonicamente con Moggi in quella stagione 2004-05 anche per motivi professionali?»
    Venerato: «Per quanto riguarda il mio lavoro e il taglio dei miei servizi, mai. Ebbi problemi con Scardina. Accadde che con Zeman non ho mai avuto un grande feeling, soprattutto da quando era al Napoli, che fece retrocedere. Spesso ero ospite di una trasmissione a Napoli e come difensore di Zeman c’era Giampiero Galeazzi molto zemaniano. Scardina, romanista, era un altro zemaniano. Stranamente prima di Lecce-Juve, in cui c’era Zeman, non mi mandò a fare la Juve ma una gara di terza fascia, e mi sembrò una scorrettezza dal punto di vista umano e professionale. Io posso avere anche antipatie, ma quando faccio il mio lavoro, mi spoglio di tutto. Poi riuscii ad ottenere la designazione grazie ad una intervista esclusiva ottenuta grazie a Corvino DS del Lecce. Quando intervistai Zeman prima della partita Lecce-Juventus disse una cosa che fece molto rumore e non fece piacere alla Juventus: “Spero tra qualche anno di non piangere i morti juventini”. Io mi sfogai con Moggi, che considero un mio amico ma anche con altri, ma voi avete sentito solo la telefonata con Moggi. Ma io quel giorno mi sfogai con Ruffini e con altri colleghi. Dopo la gara io e Zeman facemmo un’intervista»
    PM Narducci: «Quindi non chiese a Moggi di intervenire su Scardina?»
    Venerato: «Gli spiegai quello che era successo, ma era uno sfogo, non dovevo chiedere niente, non dovevo guadagnarmi niente, io facevo già la Juve e lo dissi anche ad altri»
    PM Narducci: «Ha mai viaggiato sull’aereo della Juve?»
    Venerato: «Sì, poche volte per motivi logistici, mi dovevo trovare il sabato sera in un posto e la mattina dopo già a Torino per la Champions, e la RAI chiedeva alla Juve di ospitarmi solo per questo motivo. Ma era la RAI a chiederlo ed è successo solo 4 o 5 volte»
    PM Narducci: «E’ mai intervenuto per la presenza alla DS di Mino Raiola, procuratore di Nedved?»
    Opposizione difesa Scardina.
    Venerato: «Raiola credo che sia l’agente più importante del calcio italiano e io, che mi occupavo di calcio mercato, dovevo avere un buon rapporto con lui. Ero a cena a Lecce e Moggi mi chiamò dicendo che alla DS c’era Zeman che attaccava Nedved per aver abbandonato la nazionale Ceca e che voleva replicare»
    PM Narducci: «Conosce Fabiani?»
    Venerato: «Sì,essendo nel calcio»
    PM Narducci: «Conosce il presidente Pietro Franza? Ha parlato con Moggi telefonicamente mentre era con Franza?»
    Venerato: «Sì andai a fare un servizio per Dribbling sul Messina che era la sorpresa del campionato e lo chiamai per farlo salutare da Moggi. Erano amici e Franza era juventino»

    Avv. Valeria Raimondo, parte civile RAI: «Ricorda quante partite commentò nel 2004/2005?»
    Venerato: «Io non mi occupavo di partite, ma di personaggi. A volte nemmeno la vedevo perché ero a caccia di interviste»
    Avv. Trofino: «Quando ha delineato le sue generalità, ha detto che Lei ora è dipendente Rai, quindi è stato assunto dall’azienda dopo questi fatti, è così?»
    Venerato: «Sì, lavoro a Pescara»

    Deposizione Andrea Consolo

    Avv. Picca, difesa Della Valle: «Da quanti anni svolge la funzione arbitrale?»
    Consolo: «Non lo sono più, lo sono stato fino al 2007»
    Avv. Picca: «Da quando?»
    Consolo: «Dal 1999»
    Avv. Picca: «Una partita del 22 maggio 2005. Lazio-Fiorentina ricorda la terna arbitrale?»
    Consolo: «Sì Rosetti e Pisacreta»
    Avv. Picca: «Ricorda l’andamento dell’incontro?»
    Consolo: «Ricordo che nel primo tempo ci fu un episodio di un tiro in porta e un salvataggio di un difensore della Lazio sulla linea di porta»
    Avv. Picca: «Ricorda se fu fatto con la mano da parte del difensore?»
    Consolo: «Non lo vidi»
    Avv. Picca: «Questo durante la gara ma dopo?»
    Consolo: «Certo vedendo le immagini»
    Avv. Picca: «Parlò con l’arbitro dopo la partita?»
    Consolo: «No»
    Avv. Picca: «Ricorda le proteste dei giocatori della Fiorentina?»
    Consolo: «Sì ma in quel caso ero l’assistente dall’altro lato»
    Avv. Picca: «E non chiese chiarimenti ai suoi colleghi per le proteste?»
    Consolo: «No»
    Avv. Picca: «Quindi dopo la gara non ne parlò, ma dopo avrà visto le immagini?»
    Consolo: «Credo di averne parlato al raduno mensile di Coverciano»
    Avv. Picca: «Quanto tempo prima seppe di dovere arbitrare l’incontro?»
    Consolo: «Come sempre il venerdì»
    Avv. Picca: «Ha mai avuto da parte di Rosetti indicazioni per favorire una squadra a danno dell’altra?»
    Consolo: «Assolutamente no»
    Avv. Picca: «E da Pisacreta?»
    Consolo: «Assolutamente no»
    Avv. Picca: «E dai dirigenti dell’AIA, i designatori Bergamo e Pairetto?»
    Consolo: «Assolutamente no»
    Avv. Picca: «E da dirigenti della Fiorentina?»
    Consolo: «No, mai»
    Avv. Picca: «Dalla Lazio?»
    Consolo: «Nemmeno»
    Avv. Picca: «Ricorda il fallo di mano?»
    Consolo: «Quello che ho visto in campo, consideri che ero a 50 metri, io vedo un tiro in porta e la palla che viene deviata in angolo»
    Presidente Casoria: «Quando ha visto le immagini ha visto se era mano?»
    Consolo: «Beh certo»
    Avv. Picca: «Ricorda che decisione fu assunta Rosetti ?»
    Consolo: «Calcio d’angolo»
    Avv. Picca: «Avendo visto le immagini che avrebbe dovuto fare?»
    Consolo: «Calcio di rigore ed espulsione»

    Avv. Mungiello, difesa Racalbuto: «Che professione svolge oltre l’assistente?»
    Consolo: «Cardiologo»
    Avv. Mungiello: «Come assistente di gara è stato designato per Cagliari-Juve con Racalbuto»
    Consolo: «Sì»
    Avv. Mungiello: «La ricorda quella partita?»
    Consolo: «Fu giocata in notturna e finì 1-1»
    Avv. Mungiello: «Ricorda se ci furono proteste a fine gara?»
    Consolo: «Assolutamente no»
    Avv. Mungiello: «Ricorda se alla fine ci fu un problema di un gol di Trezeguet in fuorigioco?»
    Consolo: «Non ricordo»
    Avv. Mungiello: «Lei era proprio l’assistente dalla parte del gol…»
    Consolo: «Sì ma non mi accorsi del fuorigioco, altrimenti lo avrei segnalato e non ho nemmeno rivisto le immagini»
    Avv. Mungiello: «Altra partita fu Roma-Parma, sempre con Racalbuto, ricorda per caso se ci furono polemiche?»
    Consolo: «No»
    Avv. Mungiello: «Il rapporto arbitrale lo firma anche Lei?»
    Consolo: «No, solo l’arbitro»
    Avv. Mungiello: «Ci furono delle ammonizioni?»
    Consolo: «Non ricordo»
    Avv. Mungiello: «Se Le dico che erano stati ammoniti Pisanu e Contini?»
    Consolo: «Non posso ricordare avvocato»
    Avv. Mungiello: «Ancora su Cagliari-Juve, Cellino avrebbe detto che c’erano state minacce di Racalbuto ai giocatori della propria squadra. Lei le ricorda?»
    Consolo: «Assolutamente no, io non ho sentito alcun tipo di minacce»

    Avv. Saldarelli, difesa Mazzei: «Lei conosce Gennaro Mazzei?»
    Consolo: «Certo era il responsabile degli assistenti di cui io facevo parte. Facevamo riunioni insieme agli arbitri il venerdì, però alcune volte noi assistenti ci riunivamo con Mazzei per vedere insieme alcune immagini e discutere del regolamento»
    Avv. Saldarelli: «In queste riunioni facevate anche degli allenamenti?»
    Consolo: «Sì, la mattina»
    Avv. Saldarelli: «E’ al corrente delle modalità di designazione dei due assistenti per le partite?»
    Consolo: «Vi erano delle regolari designazioni, come non lo so»
    Avv. Saldarelli: «Sa se venivano proposte da Mazzei?»
    Consolo: «Proposte?»
    Avv. Saldarelli: «Sì, da Mazzei ai designatori»
    Consolo: «Presumo di sì, era lui che conosceva lo stato di forma di ognuno di noi»
    Avv. Saldarelli: «Le è mai capitato di avere delle indicazioni con la precisazione che poi la decisione sarebbe stata dei designatori?»
    Consolo: «No»
    Avv. Saldarelli: «Le modalità di svolgimento di queste riunioni a Coverciano sono rimaste invariate?»
    Consolo: «Sì, in linea di massima sì»
    Avv. Saldarelli: «Le è mai capitato di chiamare Mazzei per una designazione o riceverne qualcuna per una raccomandazione?»
    Consolo: «Assolutamente no, nemmeno dai designatori»
    Avv. Saldarelli: «Era consuetudine parlare di partite “difficili”?»
    Consolo: «No, io sapevo se quella designazione interessava una gara difficile o no»

    Deposizione Vincenzo Mitro

    Avv. Picca, difesa Della Valle: «Lei è stato assistente?»
    Mitro: «Sì, anche nel 2004-2005»
    Avv. Picca: «Da quando?»
    Mitro: «Per 10 anni dal 1995 al 2005»
    Avv. Picca: «Quindi quella fu l’ultima stagione?»
    Mitro: «Sì»
    Avv. Picca: «Fiorentina-Brescia del 29-05-2005: per quella gara era in terna con chi?»
    Mitro: «Collina e Farneti»
    Avv. Picca: «Ricorda la partita se determinò polemiche?»
    Mitro: «No, fu una gara diretta e condotta senza contestazioni»
    Avv. Picca: «Quanto tempo prima seppe di doverla arbitrare?»
    Mitro: «Prima, mi ricordo, lo sapevano il giovedì o il venerdì»
    Avv. Picca: «Come terna quando vi incontravate?»
    Mitro: «La mattina, facevamo il così detto breefing»
    Avv. Picca: «L’oggetto dell’incontro quale era?»
    Mitro: «Disposizioni tecniche dell’arbitro»
    Avv. Picca: «Collina Le diede indicazioni di favorire una squadra in danno dell’altra?»
    Mitro: «Assolutamente no»
    Avv. Picca: «E queste indicazioni le ebbe dal suo collega Farneti?»
    Mitro: «No»
    Avv. Picca: «Registraste contestazioni da parte dei dirigenti?»
    Mitro: «No»
    Avv. Picca: «Del Brescia?»
    Mitro: «No»
    Avv. Picca: «Ha ricevuto da Bergamo e Pairetto pressioni a favorire una squadra in danno dell’altra?»
    Mitro: «Assolutamente no»
    Avv. Picca: «E dai dirigenti della Fiorentina?»
    Mitro: «No»

    Avv. Cirillo, difesa Ambrosino: «Ricorda Reggina-Messina del 13 marzo 2005?»
    Mitro: «Sì»
    Avv. Cirillo: «Che ruolo aveva?»
    Mitro: «Assistente numero uno»
    Avv. Cirillo: «E il secondo chi era?»
    Mitro: «Ambrosino»
    Avv. Cirillo: «Ci furono contestazioni?»
    Mitro: «A livello tecnico regolare. C’è stata una inversione di campo per incidenti sotto la porta del portiere del Messina»
    Avv. Cirillo: «Che punteggio ebbe dall’osservatore?»
    Mitro: «Non ricordo»
    Avv. Cirillo: «Ha notato qualche comportamento anomalo di Ambrosino?»
    Mitro: «No»
    Avv. Cirillo: «Ha avuto contatti telefonici con lui?»
    Mitro: «Si certo»
    Avv. Cirillo: «Aveva il suo numero registrato in memoria?»
    Mitro: «Avevo ed ho il suo numero»
    Avv. Cirillo: «Ha mai avuto telefonate da lui, effettuate da altri numeri?»
    Mitro: «No, mai»
    Avv. Gallinelli, difesa De Santis: «Ha partecipato come assistente a Inter-Milan, Arsenal-Bayern Monaco, Francia-Svizzera, Olanda-Romania?»
    Mitro: «Sì»
    Avv. Gallinelli: «Chi era l’arbitro?»
    Mitro: «De Santis in tutte le partite»
    Avv. Gallinelli: «Si ricorda se De Santis le diede informazioni sull’esistenza di una indagine giudiziaria relativa al mondo del calcio?»
    Mitro: «No mai»
    Avv. Gallinelli: «In riferimento ad Inter-Milan ricorda la condotta di De Santis?»
    Mitro: «Quell’anno ho fatto numerose partite con lui ed ha sempre fatto partite perfette»
    Avv. Gallinelli: «Sa dire se sue segnalazioni all’arbitro vennero recepite da De Santis?»
    Mitro: «Le segnalazioni sono sempre state recepite»
    Avv. Gallinelli: «Venivano disposti dei breefing prima degli incontri nei quali venivano affrontati solo argomenti tecnici o venivano date indicazioni?»
    Mitro: «Sì solo tecnici»
    Avv. Gallinelli: «20 aprile 2005 Inter-Juve, la ricorda?»
    Mitro: «Sì»
    Avv. Gallinelli: «Ci furono episodi particolari?»
    Mitro: «L’episodio più discusso fu un comportamento di Ibrahimovic, della Juve, da parte mia e della terna non visto e non segnalato»
    Avv. Gallinelli: «Al di la di questo episodio non segnalato, Ibrahimovic subì dei provvedimenti disciplinari?»
    Mitro: «Se non sbaglio fu ammonito»
    Avv. Gallinelli: «Ricorda altri ammoniti della Juve?»
    Mitro: «Sì»
    Avv. Gallinelli: «Successivamente alla gara, il 28 aprile 2005 ha arbitrato una gara di Champions sempre con De Santis?»
    Mitro: «Sì con Griselli»
    Avv. Gallinelli: «Ricorda se venne chiamato dal giudice sportivo per chiederle se aveva avuto modo di vedere l’episodio di Ibrahimovic?»
    Mitro: «Sì»
    Avv. Gallinelli: «Questa richiesta era relativa alla applicazione o meno della prova televisiva?»
    Mitro: «Sì, ci chiese se avevamo visto questa violenza»
    Avv. Gallinelli: «Tale richiesta venne formulata solo a lei?»
    Mitro: «No, a tutti e tre, eravamo in camera di De Santis. Il giudice ha prima parlato con De Santis e poi ha chiesto agli altri se avessero visto qualcosa della violenza di Ibrahimovic e tutti risposero che non avevano visto nulla»
    Avv. Gallinelli: «E quindi che cosa è successo?»
    Mitro: «Ibrahimovic venne squalificato»
    Avv. Gallinelli: «In Milan-Juventus del 8 maggio era assistente?»
    Mitro: «Sì»
    Avv. Gallinelli: «Con quale arbitro?»
    Mitro: «Collina»
    Avv. Gallinelli: «In quell’incontro partecipò Ibrahimovic?»
    Mitro: «No»
    Avv. Gallinelli: «Si ricorda se non partecipò per la squalifica?»
    Mitro: «Sì per la prova televisiva»
    Avv. Gallinelli: «E Ibrahimovic venne squalificato anche perché ammonito e diffidato?»
    Mitro: «Sì»
    Avv. Gallinelli: «Nell’intervallo di Francia-Svizzera accadde qualcosa di particolare?»
    Mitro: «Sì, ci fece visita un dirigente Uefa negli spogliatori»
    Avv. Gallinelli: Walter Gagg?
    Mitro: «Sì»
    Avv. Gallinelli: «Cosa disse?»
    Mitro: «Ci portò i saluti di Facchetti, a tutta la terna»
    Avv. Gallinelli: «Milan-Juve, ricorda se quella gara era determinante per lo scudetto?»
    Mitro: «Assolutamente sì»
    Avv. Gallinelli: «Ricorda se a quella gara parteciparono Nesta, Rui Costa e Seedorf?»
    Mitro: «Forse Nesta no, non ricordo»
    Avv. Gallinelli: «De Santis le ha mai parlato della presenza di giocatori diffidati?»
    Mitro: «No mai»

    PM Narducci: «Mi dice se in quegli anni abitava a Potenza?»
    Mitro: «Sì»
    PM Narducci: «E aveva il numero di cellulare 34737*****?»
    Mitro: «Sì»

    giulemanidallajuve.com

  18. GLI ARTICOLI DI GLMDJ

    Attualità di N. REDAZIONE del 24/01/2011 14.28.40
    Radiata la squalifica!

    La notizia che non ti aspetti: Preziosi ha scontato la squalifica.

    Come? Quando? Vi domanderete. Ce lo siamo chiesti anche noi e, sinceramente, non ne siamo venuti a capo. Lo scorso 19 gennaio Buccheri, su La Stampa, scriveva: «Preziosi è impegnato dal luglio del 2005 in un faticoso slalom fra deferimenti, condanne, squalifiche in numero così elevato (e tortuoso) da mandare in tilt persino i suoi avvocati sulla data esatta in cui il numero uno rossoblù si libererà, definitivamente, dal peso delle sentenze sportive».

    Dai tempi della famosa squalifica di 5 anni con proposta di radiazione, il caro n.1 del Genoa di squalifiche ne ha accumulate svariate altre, eppure leggiamo:

    «Non sarà allo stadio il presidente Preziosi, che dopo il suo ritorno in Lega, la prossima settimana si ributterà sul mercato, per valutare le ulteriori opportunità e rinforzare l’organico.»
    Sito ufficiale del Genoa, 22/01/2011

    «In chiusura di conferenza Beretta ha voluto sottolineare il saluto caloroso dedicato dall’Assemblea al patron del Genoa Enrico Preziosi, al rientro dopo aver scontato la sua inibizione.»
    Sito ufficiale della Lega A, 21/01/2011

    «La questione solleverà molte polemiche anche in virtù del fatto che analogo provvedimento – cioè la sanzione della radiazione – sia stato cancellato per il presidente del Genoa Preziosi in una conciliazione Figc-Genoa di cui non si trova esplicita traccia nei documenti federali a disposizione del pubblico.»
    Tuttosport, 19/01/2011

    Sul sito ufficiale del CONI, tra i lodi arbitrali e i provvedimenti:
    10 dicembre 2010 (concluso per rinuncia)
    Sig. Enrico Preziosi e Genoa Cricket And Football Club SpA / Federazione Italiana Giuoco Calcio
    (Inibizione e sanzione pecuniaria)

    A questo punto le domande sono:

    1. Le squalifiche accumulate si sommano alle precedenti o vengono scontate automaticamente mentre si consumano le altre? Ovvero: se squalifico un tesserato per 5 mesi e, dopo un mese, di altri 3, la squalifica è di 8 mesi o resta di 5? (la risposta oggi non appare più scontata!)

    2. I 5 anni sono partiti dal 2005, dal 2007 o dal 2008? Perché anche qui si sono dati un bel da fare tra condanne, annullamenti e sconti.

    3. Come si patteggia, se patteggiamento c’è stato, una proposta di radiazione e con chi? Si può, nell’ottica di una mancata “buona condotta”, in un contesto etico e sportivo come quello del calcio pulito post-2006?

    4. Perché di tutto questo non c’è traccia sul sito della FIGC o, se c’è, è nascosta molto bene?

    5. Il 14 gennaio Galliani ha riferito di una cena avvenuta con Preziosi per trattare Criscito. Cena già raccontata in precedenza dallo stesso Preziosi. La squalifica è terminata la notte di S. Silvestro?

    Tutto ciò mentre presso la Corte d’Appello di Genova non è messa in discussione la famosa frode sportiva del caso Genoa-Venezia ma l’utilizzabilità delle intercettazioni che la proverebbero!

    In questo marasma, Preziosi ci perdonerà se nei giorni scorsi non l’abbiamo accolto con lo stesso calendario di Palazzi e lo stesso calore di Beretta.

  19. “Piaccia o non piaccia” alla figc (ed altri ….. )che fanno finta di non capire che la storia di farsopoli 2006, la presa in giro degli Italiani nell’anno 2006 è come:
    “Chi caca sotto la neve, pure se fa la buca e poi la ricopre, quanno a neve se scioje a m***a viè sempre fori” (T. Milian)

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