Calciopoli: nuova intercettazione tra la Fazi e Collina. “Le alleanze”

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Spuntano come funghi a ciel sereno dopo il nubifragio nuove e succulenti intercettazioni dal lavoro dei legali di difesa di Luciano Moggi. Questa volta al telefono c’è la “donna” di Moggi Maria Grazia Fazi e l’attuale designatore Pierluigi Collina, è il 13 febbraio del 2005 e l’occasione per la chiamata sono gli auguri per il 45.o compleanno dell’ex arbitro.

Dopo gli auguri e i convenevoli i due proiettano la loro discussione sulle alleanze all’interno della Lega Calcio che porteranno alla nomina dei nuovi designatori per la sostituzione di Bergamo e Pairetto ai più ormai invisi all’interno della federazione.

Fazi: ”Insomma hai deciso o no continui ad arbitrare?”.
Collina: ”mah…non so e poi non dipende da me…dipende da quello che mi vogliono far fare…”.
Fazi: ”Pensaci bene Pierluigi..io ti dico una cosa oggi puoi contrattare…domani non lo sai. Io in Federazione sento dei nomi allucinanti (si parla del prossimo designatore, ndr)”.
Collina: ”Tipo?”.
Fazi: ”Tipo Braschi, Lanese e’ il primo che vuole mettere i piedi li’ dentro e se ce li mette non credo che li tolga tanto presto. Sai finche’ e’ il Braschi stupido diventa un Baldas, capisci che voglio dire?”.
Collina: ”Si, si..”
Fazi: ”Baldas te lo togli dai piedi come vuoi, ma qualcun altro…se rimanessero loro due un altro anno (Bergamo e Pairetto, ndr) e ti garantissero si’ loro un altro anno e poi arrivi tu… io mi farei un altro anno di arbitraggio senno’ pensaci Pierlui’…”. Collina: ”Anche Braschi come nome?”.
Fazi: ”Ehhh si!, Braschi e’ la cordata Abete…”.
”Collina”:”Ah si?”.
Fazi: ‘Urca ti dovrei raccontare un po’ di cosette mica abbiamo litigato… ti vorrei fare il quadro e poi tu decidi. Ti voglio bene… hai questa possibilita’ sfruttala bene… devi essere tu a valutare tutti i pro e tutti i contro. Pero’ quello che deve farti pensare e’: ‘e se ci va qualcun altro? Uno si augura il Baldas di sei anni fa (ex designatore), ma se ci va qualcun altro…”
Collina: ”L’unica soluzione ponte da trovare sarebbe la conferma…”
Fazi:”Ma questa conferma pare che non ci sia. Una domanda ti volevo fare: ma se tu avrai la deroga potresti andare a fare il Mondiale?”.
Collina: ”No perche’ la deroga per fare il Mondiale deve avere data a livello internazionale mentre io potrei averla a livello nazionale. Per cui io finirei di arbitrare il 31 dicembre del 2005 a livello internazionale e quindi non potrei fare il Mondiale: mentre se avro’ la deroga di un anno varrebbe in Italia fino al 30 giugno 2006”.
Fazi: ”E tu pensi che sul piatto potresti mettere tra un anno il campionato italiano con la jella di quest’anno chiamiamola cosi’? Ma va a ‘ffa ll’ovo Collina: non voglio dire parolacce”.
Collina: ”(Ride) C’e’ una serie di pro e contro da valutare”.
Fazi: ”Se vuoi te li racconti tutti quando passi…”.
Collina: ”Questo mi fa piacere… sentire la tue opinione…”.
Fazi: ”Ti posso dire le strada che sta facendo Lanese e la devi sapere, quella che sta percorrendo Abete, quella che vuol fare Carraro, quella che vuol fare l’altra cordata… tu devi avere un quadro completo… anzi di piu’…”.

1 COMMENTO

  1. C’è un altro perno attorno al quale sta ruotando il processo Calciopoli in corso al Tribunale di Napoli. Si tratta delle schede telefoniche svizzere, le cosiddette sim protette. L’accusa vuole dimostrare che tramite l’acquisto di alcune di queste schede si era creata una rete volta a favorire il sistema-Moggi.
    Il maresciallo dei carabinieri Michele Di Laroni, ascoltato nell’ultima udienza, ha spiegato come ha proceduto nell’indagare: da casa Bergamo partì una telefonata verso una scheda svizzera; rintracciato il proprietario, si scoprì che aveva venduto nove sim a Luciano Moggi; poi per ogni scheda svizzera è stato trovato un proprietario, in base agli spostamenti e ai contatti telefonici.
    Una di queste è stata assegnata all’arbitro Massimo De Santis, monitorando i suoi spostamenti e le chiamate effettuate da quella scheda. L’avvocato dell’arbitro Paolo Gallinelli critica i metodi d’indagine.
    A cosa punta la difesa di De Santis?
    “Ha già puntato a un obiettivo ben preciso, credo in parte raggiunto: dimostrare, come da documentazione prodotta agli atti, che De Santis, in alcuni giorni e in alcuni orari nei quali gli viene attribuito l’utilizzo di schede svizzere, era in luogo assolutamente diverso rispetto a quelli indicati dalla polizia giudiziaria”.

    Può essere più preciso?
    “Le faccio un esempio: al mio assistito viene attribuita una telefonata fatta un giorno da Coverciano alle 14,19. Ma De Santis alle 14,00 era a Roma. Credo che nessuno possa andare da Roma a Coverciano in 19 minuti”.
    Linea difensiva che regge?
    “Certamente. Credo che addirittura non si arrivi a dimostrare nemmeno il possesso o l’utilizzazione della scheda”.
    Però le persone che avevano contatti con quella scheda svizzera erano molto vicine a De Santis
    “Nessuna di queste persone è stata mai interrogata sull’argomento. Nessuno ha confermato di aver risposto o chiamato un numero svizzero”.
    Ritiene attendibile il teste?
    “Non devo verificare l’attendibilità del teste, anche in caso di domande aggressive. Devo verificare l’attendibilità delle indagini condotte da una persona che ha contribuito a generare questo procedimento”.
    Come?
    “Cercando di far emergere le lacune, laddove presenti”.

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