Conte ritira patteggiamento, Palazzi chiede 1 anno e 3 mesi di squalifica

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Antonio Conte © Claudio Villa/Getty Images

E’ guerra aperta ormai tra gli organi federali e l’accoppiata Juventus-Antonio Conte. Dopo che ieri pomeriggio la Commissione Disciplinare della Figc chiamata a giudicare i deferiti del secondo filone dell’inchiesta sul calcioscommesse ha respinto la richiesta di patteggiamento avanzata dal procuratore federale Stefano Palazzi, il quale ha accolto la richiesta dei legali difensori del tecnico bianconero, oggi, nel secondo giorno del processo sportivo presso l’ex ostello della Gioventù del Foro Italico, c’era molta attesa per conoscere la nuova linea difensiva di Conte. Il tecnico campione d’Italia ha ritirato il patteggiamento e Palazzi ha avanzato le sue richieste di pena iniziali: 1 anno e 3 mesi di squalifica per lui e per il suo vice Angelo Alessio, allenatore in seconda anche al Siena all’epoca dei fatti contestati, per le omesse denunce di combine in Novara-Siena e Albinoleffe-Siena.

Ma andiamo con ordine: ieri la Disciplinare ha ritenuto “non congrua” la richiesta di Palazzi dopo l’accordo di patteggiamento a 3 mesi di squalifica e un’ammenda pecuniaria di 200 mila euro facendo andare su tutte le furie gli avvocati di Conte Luigi Chiappero e Antonio De Rensis e quello della Juventus Michele Briamonte. Va specificato che il patteggiamento è avvenuto secondo l’art. 23, che non prevede l’ammissione di colpa, e non secondo l’art. 24, nel quale invece prevede “la confessione”. In pratica la strategia della Juventus era quella di prendere una scorciatoia legale per evitare il processo al suo tecnico limitando i danni da una possibile e probabile lunga squalifica, innocente o colpevole che fosse stato l’allenatore accusato dal “pentito” Filippo Carobbio di essere a conoscenza delle combine. Così facendo il tecnico, che avrebbe potuto continuare ad allenare la squadra, sarebbe tornato in panchina ai primi di novembre nella sfida contro l’Inter. Va ricordato inoltre come al momento a sostegno dell’innocenza di Conte ci siano 15 testimonianze firmate che scagionano il tecnico, dell’assoluta mancanza di prove se non la parola di Carobbio contro quella di tante altre, dei non deferimenti per i giocatori del Siena presenti alla celeberrima e incriminata riunione tecnica pre-Novara che quindi si sarebbero macchiati della stessa colpa di Conte, l’omessa denuncia, e l’inattendibilità (secondo lo stesso Palazzi ndr) dello stesso Carobbio sulle accuse mosse al presidente del Siena Mezzaroma che invece è stati prosciolto da ogni imputazione.

Antonio Conte © Claudio Villa/Getty Images

La Juventus ha richiesto immediatamente la ricusazione dei giudici perchè, secondo il club bianconero, rifiutando l’accordo tra difesa e accusa avrebbero espresso già la loro sentenza, quella di comminare a Conte una pena più severa (7 mesi ndr), (“Respingendo il patteggiamento avete gia deciso. La Corte Costituzionale nel 1992 ha detto con estrema chiarezza che non può giudicare un giudice che ha rigettato la richiesta di pena concordata” ha dichiarato l’avvocato Luigi Chiappero) istanza però dichiarata inammissibile, trincerandosi poi dietro ad un silenzio stampa. Dura la reazione odierna del presidente Andrea Agnelli che ha definito il sistema della giustizia sportiva “dittatoriale”.

Questa l’arringa finale dell’avvocato De Rensis per convincere i giudici dell’innocenza del suo assistito: “Non abbiamo riscontri. C’è la parola di una persona, non c’è de relato, non c’è passaggio di soldi, non c’e’ una telefonata, non c’e’ niente. Mi rivolgo a voi guardandovi negli occhi: per perdere la dignita’ c’è un modo principe: non essere onesti intellettualmente. Io però sono sicuro che la vostra riconosciuta onestà vi accompagnerà in camera di consiglio, ma poi anche quando ne uscirete con il proscioglimento del signor Antonio Conte“.

Ora non resta che attendere la sentenza della Commissione Disciplinare che dovrebbe pronunciarsi tra l’8 e il 9 agosto.

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