Italia in visita ad Auschwitz lacrime, emozioni e ricordi

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Gli Azzurri ad Auschwitz | © Claudio Villa/Getty Images

Dopo l’arrivo in terra Polacca, anche gli azzurri si sono recati a fare visita al purtroppo conosciuto campo di sterminio di Auschwitz. Ad accogliere l’intero staff, i giocatori e l’allenatore al campo di sterminio nazista è stato proprio il direttore del museo del lager assieme al presidente della comunità ebraica italiana Renato Gattegna e il direttore del Museo dell’Olocausto di Roma Marcello Pezzetti.
“Sicuramente la presenza dell’Italia è importantissima – spiega Marcello Pezzetti – giocatori come Balotelli possono prendere per mano i giovani e fargli capire cosa è successo in passato quando non è stato bloccato il razzismo”.
La Nazionale Italiana ha deposto una corona di fiori ai piedi del muro delle fucilazioni, all’interno del campo di sterminio di Auschwitz, segno di ricordo e soprattutto di non dimenticanza.

Dopo un’ora di visita al museo del lager, giocatori e staff sono rimasti in silenzio per alcuni attimi di fronte alla parete di mattoni rossi dove venivano eseguite le condanne a morte: qui Buffon ha deposto una corona di fiori bianco-rosso-verdi in onore di tutte le persone che sono state uccise in questo lager dell’orrore. Inoltre ciascun giocatore ha acceso un lumino in memoria dei morti.
Successivamente, seduti sul binario della morte, Prandelli e i 23 giocatori hanno ascoltato i racconti di Piero Terracina, Anna Weiss e

Gli Azzurri ad Auschwitz | © Claudio Villa/Getty Images

Samuel Modiano. Molti sono stati i giocatori che non sono riusciti a trattenere le lacrime dinanzi a tanta crudeltà; a fine della visita gli azzurri si sono stretti in un abbraccio collettivo ai sopravvissuti.

“Loro, come tutti noi, avranno letto libri e visto documentari ma essere qui e toccare con mano quello che è stato davvero è tutta un’altra cosa – spiega il sopravissuto Samuel Modiano – se siamo qui a testimoniare è perché il ricordo viva all’infinito e perché tutto quello che è successo allora non accada mai più. Perché noi ci siamo salvati? Penso che la mia missione sia quella di spiegare a tutti che siamo tutti uguali, che non ci sono razze diverse l’una dall’altra e che non deve mai più succedere”.

Dopo aver visitato Auschwitz la nazionale di Cesare Prandelli si è recata a Birkenau, altro campo di sterminio nazista dove furono uccisi un milione di ebrei, a tre chilometri dal lager principale. “Per noi è stata un’esperienza molto toccante – spiega Chiellini – è stato importante venire qui soprattutto per ricordare e testimoniare, essendo consapevoli che tutto quello che è accaduto non si dovrà mai più ripetere nel corso della storia mondiale. Sono contento di vedere quanta gente venga a fare visita ai lager perchè è giusto che sia così; soprattutto tra i giovani, tra le scolaresche, perchè è a loro che and

Cesare Prandelli | © Dino Panato/Getty Images

rà in mano il mondo del futuro. Bisogna comunicare la lotta contro ogni discriminazione razziale e contro ogni atrocità commessa”.

“Quella di oggi è stata una visita che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella vita – spiega il ct Prandelli – visitare questi posti serve per far capire alle nuove generazioni che spesso basta veramente poco per creare dei disastri. Credo che per questo motivo sia un obbligo di tutti visitare i posti di questi drammi. Voglio inoltre ricordare il nostro paese che ora sta vivendo un momento difficile visto il terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna; posso dire che abbiamo già dato la nostra disponibilità ad eventuali iniziative in favore delle popolazioni terremotate. Ora possiamo solo sperare di poter regalare loro qualche momento di serenità all’interno del dramma che stanno vivendo”.

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