I segreti di Pato: dalla Play Station alla Prima alla Scala

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alexandre pato | © Shaun Botterill/Getty Images

Quando arrivò in Italia il suo nome veniva associato all’immagine buffa che rappresenta, “Pato”, ossia Papero: oggi, invece, il suo nome è sempre più affiancato a quello della celebre compagna, figlia del presidente Berlusconi, oltre che ormai vertice del club rossonero. Le sue abilità calcistiche, dunque, sembrano finite in secondo piano, anche a causa di un rapporto non propriamente idilliaco con il mister Massimiliano Allegri, a causa del quale nella sessione di mercato di riparazione, è stato ad un passo dal trasferimento al Paris Saint Germain di Leonardo e mister Carlo Ancelotti, il suo mentore, colui che lo ha lanciato nel nostro calcio.

Il trasferimento in terra francese, però, è sfumato in extremis e Pato è rimasto al Milan, a dover affrontare la convivenza con  Allegri, resa più complessa dalle sue non esaltanti prestazioni in campo, come – ad esempio – il delundente primo tempo disputato durante l’ultimo Milan-Juventus, dopo il quale il mister lo ha richiamato in panchina preferendogli il giovane El Shaarawy.

Ma, come detto, la lista delle priorità nella vita di Alexandre Pato sembra ormai mutata, e ne è prova il suo atteggiamento in campo: poco cattivo, molto svagato. Ecco perchè, l’intervista rilasciata a Gq può essere un modo per “ripristinare” la sua immagine e guadagnare qualche punto in termini di simpatia, rivelando qualche particolare inedito sulla sua vita privata che possa suscitare maggiore curitosità da parte del grande pubblico, correngendo l’ etichetta – ormai acquisita – di “protetto” ed “intoccabile”, che hanno scalfito il gradimento dei tifosi nei suoi confronti.

Ecco, dunque, che trovano posto alcuni dettagli inediti, i “50 segreti” di Pato, dal ritardo il giorno in cui doveva sostenere l’esame di guida a Novara, ed arrivò in ritardo perchè il suo “autista” aveva sbagliato direzione in autostrada; ai ricordi d’infanzia, con le partite alla play Station schierando in campo il suo idolo, Alex Del Piero, fino all’arrivo in Italia, prima in veste di turista nella bella Verona,  dove rimase incantato dal balcone di Giulietta e Romeo.

alexandre pato | © Shaun Botterill/Getty Images

E poi, il presente da uomo-copertina delle riviste patinate, da accompagnatore in smoking di Barbara Berlusconi alla prima della Scala, documentandosi accuratamente sui libretti per studiare le opere: tuttavia, l’essenza di intellettuale sembra proprio non appartenergli, considerando che – come lui stesso ha rivelato – aveva iniziato a leggere una biografia di Barak Obama, perchè incuriosito dal personaggio, ma non è riuscito ad andare oltre il decimo minuto di lettura, perchè sopraffatto dal sonno, e che alle opere liriche preferisce di gran lunga la musica di Beyoncè ed Eminem.

Se la lettura non è il suo forte, il ballo lo è tantomeno: contrariamente alla gran parte dei brasiliani, con il ritmo nel sangue, Alexandre Pato sembra essere particolarmente goffo nei passi di danza, così come testimoniano gli stessi compagni di squadra che hanno iniziato a prenderlo in giro dopo aver assistito ad una sua personale interpretazione (insieme a Thiago Silva e Robinho) del tormentone “Ai se eu te pego” a bordo del treno Frecciarossa.

E ancora, il sogno un po’ megalomane di comprarsi un isola, le dichiarazioni sul miglior difensore mai affrontato in carriera, Santacroce, attualmente panchinaro del Parma, e poi gli aneddoti sul primo pranzo a Milanello e l’incontro con Carlo Ancelotti: pare che, in quell’occasione, Pato avesse azzardato un menu “composito” nella mensa del centro sportivo, con pasta al pomodoro, al pesto, alle zucchine, con il mister Ancelotti che, avvicinandosi a lui, lo sottopose ad un corso “intensivo” di due ore sulla cucina italiana.

Un corso che, probabilmente, ha dato i suoi frutti, almeno a giudicare dal fatto che, come racconta nell’intervista, Pato è cresciuto di otto centimetri ed è ingrassato di otto chilogrammi da quando è arrivato in Italia…

 

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