Parma: dal crack alla follia totale del nostro calcio

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Tommaso Ghirardi | Foto Twitter

Quello che si sta vivendo a Parma è uno spaccato, come abbiamo visto precedentemente, della difficile situazione che sta attraversando il nostro paese. Il fatto è che se è giusto e sacrosanto sbattere la testa in continuazione per risolvere situazioni che sono di vitale importanza per una Nazione è anacronistico e folle diventare pazzi per risolvere il fallimento di una società di calcio che in fondo produce spettacolo ed al limite attraverserà i difficili passi che hanno passato centinaia di altre aziende in Italia.

Il Parma è stato mal gestito, su questo non ci sono dubbi, è stato mal venduto ed infatti i primi acquirenti dopo aver visto le sue reali condizioni sono spariti lasciando tutto a Manenti, che non si capisce con che garanzie e con che criterio abbia mai pensato di risollevare la situazione. Oggi al Parma sono interessate una miriade di componenti, le quali vogliono tutte dire la loro e chi per interesse chi per ruolo istituzionale vuole tenere in vita la società almeno fino a fine stagione. Perché?

Tommaso Ghirardi | Foto Twitter
Tommaso Ghirardi | Foto Twitter

Difficile diventa spiegare ad un semplice negoziante che la domenica guarda per passione e tifo magari le partite di calcio, che se non riesce a pagare la merce e ha difficoltà a rientrare di debiti contratti con un Istituto di Credito per poche decine di migliaia di Euro è costretto a chiudere la serranda dall’oggi al domani, mentre una società di calcio che contrae debiti per centinaia di milioni di Euro continua a giocare, fare spettacolo e allargare il debito negli anni. Difficile è spiegare ad un cittadino in difficoltà per pagare le bollette a fine mese perché nonostante alla luce del sole ci sia tutto questo ci siano comunque enti e personaggi vari che insistono nel voler portare avanti un carrozzone ormai defunto per la sola giustificazione della regolarità di un semplice campionato di calcio, perché alla fine solo questo è.

Sky interviene sulla questione, e ne ha ben donde sia chiaro, perché a sua volta come migliaia di tifosi parmigiani è una delle tante parti lese di questa faccenda. La televisione ha pagato i diritti alla società Parma per trasmettere lo spettacolo che il Parma ad inizio stagione ha garantito di poter offrire all’emittente e al suo palinsesto ma a questo punto deve tornare logica e consequenziale la tematica delle proporzioni di soldi dati alle squadre di calcio sui diritti stessi.

La Lega Calcio è evidente che attinge avida dai soldi che arrivano dalle emittenti televisive ed è altrettanto evidente che deve rispondere del fatto che i suoi appartenenti in modo poco chiaro o fraudolento contribuiscono allo sfascio di un movimento enorme che direttamente o per indotto produce e consuma denari in continuazioni ed in proporzioni bibliche. Ha senso da parte della FIGC fare un piano che prevede, attraverso la solita mutualità, l’aiuto necessario alla società per chiudere la stagione quando tanti tifosi, molta gente comune alla quale proponi il tuo show e una moltitudine di telespettatori battagliano tutti i mesi per arrivarne alla fine centellinando le spese?

E la UEFA? Il tanto enunciato Fair-Play finanziario che ha bloccato anche l’iscrizione del Parma all’Europa League quest’anno perché si è fermato solo a quel controllo che pareva ridicolo, per un ritardato pagamento dell’IRPEF di alcuni calciatori transitati da Parma per alcuni mesi lasciando allora interdetta la Lega e la FIGC che erano a spada tratta a difesa del Parma? Evidentemente il massimo organo europeo in materia del calcio sa ma non è in grado di sapere o fa finta di non sapere tutto sulle società sue appartenenti.  Insomma le colpe sono tante, avranno alcuni nomi e cognomi ma non saranno mai divise equamente, proprio come i famosi diritti televisivi che per alcune squadre di calcio vale il monte stipendi annuale, mentre per altre non copre nemmeno un semplice trasferimento di un calciatore, alla faccia del Fair-Play finanziario.

Quanto accaduto al Parma e quanto accadrà ai suoi ex amministratore diverrà in ogni caso fatto di cronaca, come accaduto per i casi Ferlaino, Cecchi Gori, Cragnotti, Tanzi, Gaucci, Mezzaroma e altri meno noti ma è come per calciopoli, calcioscommesse etc… un ottimo motivo ed un’occasione per fermarsi un attimo, riflettere e rifondare un movimento tentacolare e miliardario che ha già perso in partenza qualcosa di fondamentale, la credibilità.

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