Priscilla Del Prete: tecnica e duttilità per il Firenze

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Priscilla Del Prete | © Fotografia Cristiano Luca Martini, su concessione Ufficio Stampa A.C.F. Firenze Mattia Martini

Attaccante, o centrocampista offensivo, duttile e tecnico ed abile nel cogliere il momento giusto dell’inserimento e con buon senso del gol, questo è il ritratto tecnico di Priscilla Del Prete.

Nata a Prato il 25 febbraio 1987, dopo gli inizi nella primavera di Agliana e Prato, Priscilla passa giovanissima al Firenze conquistando l’immediata promozione dalla Serie A2 alla Serie A. L’esordio nella massima serie arriva l’anno successivo con l’Aglianese, maglia che vestirà per un solo anno prima di passare alla Reggiana dove giocherà per tre stagioni vincendo una Coppa Italia. Chiusa l’esperienza in Emilia Romagna disputa tre stagioni al Chiasellis prima di passare al Tavagnacco dove rimane un anno, con altra Coppa Italia vinta, prima del ritorno della scorsa estate a vestire l’attuale maglia viola del Firenze.

Conosciamola meglio, cercando di capire come mai ha scelto di giocare a calcio, quali sono i suoi punti di forza quali i suoi idoli e i suoi obiettivi.

Come ti sei avvicinata al calcio? Perché hai deciso di praticare questo sport?

Mi sono avvicinata al calcio grazie a mio fratello che mi ha trasmesso questa passione. All’inizio mi metteva in porta ma poi ha capito che ero in gamba e mi faceva giocare con i suoi amici.

Hai un idolo, un calciatore a cui ti ispiri?

Nel mondo maschile il mio idolo in assoluto è Zinedine Zidane. Tecnica infinita ed eleganza.

Se tu potessi scegliere una calciatrice di un campionato straniero con cui ti piacerebbe giocare, chi sceglieresti?

Mi sarebbe piaciuto giocare con Birgit Prinz, attaccante tedesca che ora non gioca più. Attaccante di razza, potente, tecnica e che non molla mai.

Vedendo i risultati della nazionale maggiore e dei nostri club all’estero, si nota un abisso tra l’Italia ed il resto d’Europa e del mondo, cosa pensi che manchi al nostro movimento per poter crescere e competere?

C’è poca notorietà e si pensa solo al maschile. Gli altri paesi hanno investito tanto e, se prima ce la giocavamo a pari armi, adesso c’è un abisso. L’unica soluzione per migliorare il nostro movimento e’ obbligare i club maschili ad avere un settore femminile come succede all’estero e quindi permetterci di diventare professioniste. Le giocatrici del nostro campionato studiano e lavorano, si allenano solo la sera, perché nonostante l’impegno quotidiano, non possiamo permetterci di “fare le calciatrici” a tempo pieno, come succede nel resto dell’Europa.

Priscilla Del Prete | © Fotografia Cristiano Luca Martini, su concessione Ufficio Stampa A.C.F. Firenze Mattia Martini
Priscilla Del Prete | © Fotografia Cristiano Luca Martini, su concessione Ufficio Stampa A.C.F. Firenze Mattia Martini

Venendo all’attualità, quest’anno sei tornata al Firenze, squadra con cui avevi iniziato la tua carriera. Quali sono state le tue sensazioni al ritorno in maglia viola?

E’ stato come tornare a casa. La maggior parte delle ragazze le conosco da tempo e con alcune ho raggiunto obbiettivi importanti come portare il Firenze in serie A. E’ un gruppo sano e unito e con le esperienze passate ho capito che è un fattore fondamentale e che porta sicuramente qualcosa in più in mezzo al campo.

L’inizio stagione vi ha visto partire molto bene, poi c’è stato un calo che vi ha portato a perdere qualche posizione in classifica. Qual è adesso l’obiettivo tuo personale e della squadra nella restante parte di campionato?

Abbiamo iniziato bene e con l’entusiasmo di una squadra importante e sicura dei propri mezzi ma allo stesso tempo umile. Avevamo messo in preventivo un calo dovuto alla giovane età del 90% della rosa e quindi poca esperienza e malizia. L’allenatore e’ bravissimo a compensare queste lacune, ma in campo scendiamo noi. La società aveva come obbiettivo iniziale la salvezza, poi con il tempo il gruppo ha acquisito la convinzione di poter fare bene e di raccogliere il massimo. Abbiamo perso qualche punto con le squadre di bassa classifica altrimenti potevano giocarci il terzo posto con il Mozzanica. Mancano ancora 4 giornate e tutto può succedere. La salvezza matematica e’ raggiunta e ora cerchiamo di fare il meglio da qui al 9 maggio per toglierci qualche soddisfazione in più e a questo punto ci possiamo giocare il 4° posto. Questo Firenze ha fatto tanto e può fare molto di più ed e’ solo l’inizio!

Priscilla Del Prete | © Fotografia Cristiano Luca Martini, su concessione Ufficio Stampa A.C.F. Firenze Mattia Martini
Priscilla Del Prete | © Fotografia Cristiano Luca Martini, su concessione Ufficio Stampa A.C.F. Firenze Mattia Martini

Veniamo ad un’analisi tecnica, in quale posizione del campo preferisci giocare? Quale il tuo punto di forza e dove pensi di dover migliorare?

Nasco come centrocampista, ma in ogni squadra in cui ho giocato, ho ricoperto vari ruoli. Sono una giocatrice abbastanza duttile e questo e’ un vantaggio per l’allenatore e uno svantaggio per me, perché alla fine non gioco mai dove mi piace. Nonostante ciò sono sempre disposta al sacrificio se può servire alla squadra. Penso di avere una buona tecnica e tempi d’inserimento importanti, sono duttile e tatticamente intelligente; almeno e’ quello che mi hanno sempre detto gli allenatori che ho avuto. Penso anche di non essere un fulmine di guerra e dovrei migliorare sui colpi di testa e sono troppo generosa.

C’è un gol, tra tutti quelli che hai segnato, che ricordi particolarmente volentieri?

Se penso ai gol, mi vengono in mente quelli di quest’anno con la maglia viola. E’ stato un anno positivo per me e non mi piace vivere di ricordi e guardo sempre avanti cercando sempre di migliorarmi.

Tra le tue compagne c’è qualche giovane talentuosa che a tuo parere può avere un futuro brillante?

Penso che il più forte talento tra le giovani, militi proprio nella mia squadra: Alice Tortelli. Fisico importante, intelligenza tattica, furbizia, umiltà , voglia, sacrificio. Spero che continui su questa strada perché un giorno vederla tra le file della nazionale maggiore sarebbe per me motivo di orgoglio.

C’è uno stadio in cui ti piacerebbe giocare?

Mi piacerebbe giocare al “Signal Iduna Park”, lo stadio del Dortmund, solo per il tifo, mamma che spettacolo.

Prima di salutarti e ringraziarti, vogliamo chiederti secondo te perché i nostri lettori dovrebbero seguire ed appassionarsi al calcio femminile?

La passione e il sacrificio che ci mette una donna e’ di lunga superiore rispetto a quella messa dagli uomini. Il nostro e’ un calcio pulito e dove non si gioca sicuramente per soldi e non ci sono accordi pre-partita. Un calcio tecnico e piacevole da guardare. Invito sempre gli appassionati di calcio a vedere le nostre partite, almeno una volta, per poi magari fargli cambiare idea o almeno provarci a prescindere che poi possano rimanere dello stesso pensiero, cioè il calcio e maschio. Sono riuscita a convincere tanti uomini di tutte le età che magari sono finiti a diventare dirigenti, si sono abbonati e ci seguono tutti i sabati casalinghi. Continuerò a farlo perché vuol dire che poi non siamo così tanto male.

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