Tennis: Daniele Bracciali e Potito Starace nello scandalo

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Daniele Bracciali, uno dei coinvolti nelle scommesse

Ed ora anche il tennis, non solo più il calcio, viene sconvolto dallo scandalo scommesse,  la procura di Cremona infatti ha avviato un’inchiesta sulle scommesse nel mondo del tennis: ci sono rivelazioni sconcertanti e conversazioni inequivocabili che coinvolgono anche diversi atleti conosciuti a livello nazionale come Daniele Bracciali a Potito Starace.

Nel mirino degli inquirenti sono finiti personaggi facenti parte di un clan: Francesco Giannone e Manlio Bruni commercialista di Beppe Signori, assieme a Francesco Bazzani e Daniele Goretti attualmente direttore sportivo del Perugia. E’ stato proprio Goretti il referente, il gestore di questo gruppo, a riferire a Manlio Bruni su quali partite poter puntare spiegandogli: “Il calcio è rischioso, invece il tennis regala soldi a tutti“.

Potito Starace e Daniele Bracciali, i due tennisti conivolti nello scandalo delle scommesse
Potito Starace e Daniele Bracciali, i due tennisti conivolti nello scandalo delle scommesse

Il gruppo tenta di trovare accordi con persone per poter combinare gli incontri, e offrono soldi per un risultato preciso che sarà poi oggetto della scommessa. La tariffa stabilita per poter combinare un set si aggira sui 50-60 mila euro. Daniele Bracciali ha tentato di contattare altri suoi colleghi come Starace, Seppi o Volandri, colpevoli di accordarsi con l’avversario prima di una partita, per una sconfitta o un risultato esatto.

I documenti che sono in mano alla procura sono molto inquietanti: ci sono dialoghi tra  Manlio Bruni e Daniele Bracciali in cui il primo spiega al tennista i dettagli della combina: “E’ importante vincere il primo set e se possibile, andare avanti un break nel secondo. 50 mila euro per un set mi sembra buono”; la risposta del tennista è: “E’ molto importante che il mio avversario sappia tutto, così ci parlo prima, perché anche dirti che vinco il primo non è facile”.

Anche il coinvolgimento di nomi illustri italiani non è una novità. Nel 2007 alcuni atleti azzurri, in particolare Alessio Di Mauro, nel 2007 sono stati squalificati per aver scommesso su partite del proprio sport, cosa non consentita dal regolamento. Le sanzioni allora erano state abbastanza lievi, la più grave, per il siciliano Di Mauro, di soli nove mesi; gli altri se l’erano cavata con poche settimane, perché non c’erano prove che gli atleti avessero puntato su proprie partite, o avessero tentato di influenzare l’esito dei match. Adesso, invece, lo scenario potrebbe essere decisamente diverso, se le prime indiscrezioni verranno confermate, dalle lettura delle prime intercettazioni il nome più compromesso pare proprio quello di Daniele Bracciali, che poi a sua volta tira in ballo Potito Starace. E per il tennis italiano, per la nazionale di Coppa Davis, rischia di essere un bruttissimo colpo.

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