Balotelli scaricato dai compagni, addio City?

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Mario Balotelli © Scott Heavey/Getty Images

Mario Balotelli, nello spogliatoio del Manchester City, è un uomo solo: dopo l’ultima bravata in campo durante il match contro l’Arsenal, che gli è costata la squalifica di tre giornate, i suoi rapporti con mister Roberto Mancini si sono ormai raffreddati e, pare che anche i compagni di squadra abbiano “fatto quadrato” contro di lui, stanchi di sopportare le conseguenze dei suoi comportamenti fuori dalla righe. A riportare tale notizia sono, come spesso accade, i tabloid inglesi ed, in particolare, il Daily Star, che ha diffuso il malumore che contraddistingue, in questi giorni, i componenti del City.

Il sentimento prevalente, dunque, sembra essere la preoccupazione per la reiterazione di tali episodi in campo, in particolare durante il derby di Premier League contro i “cugini” Red Devils del Manchester United in programma il prossimo 30 Aprile, proprio quando Balotelli avrà terminato di scontare la squalifica rimediata.

Mario Balotelli © Scott Heavey/Getty Images

Un timore che spinge i compagni di squadra di Mario Balotelli a sperare che lui non sia in campo durante un match tanto delicato, per evitare che – a causa della sua difficoltà di gestire la pressione – possa commettere altre imprudenze e danneggiare ancora la squadra: “Tutti sono più a proprio agio se lui non c’è”.

Il malcontento nei suoi confronti, poi, sembra aver spinto gli altri giocatori del City a “parlare in libertà”, al punto che il tabloid inglese riporta un particolare rivelato da “una fonte anonima, interna alla squadra”, secondo la quale “Mario Balotelli non è mai stato un uomo squadra”.

In un clima di tale sfiducia nei suoi confronti, dunque, appare inevitabile che – a fine stagione – per decisione sua o del club possa maturare l’ipotesi di divorzio: in tal caso, il Milan sarebbe pronto a farsi avanti, mettendo sul piatto un’offerta da circa 15 milioni di euro, esattamente dieci in meno rispetto al prezzo al quale il City lo rilevò dall’Inter: sarebbe una minusvalenza per il club inglese, ma i tempi sono ormai cambiati ed i comportamenti non consoni del calciatore non possono far altro che ridurre irrimediabilmente le sue quotazioni di mercato.

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