Bartolini: Non solo Prato e quel numero dodici nel cuore

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Giulia Bartolini, tornata a Prato

Tuffiamoci in acqua e stavolta andiamo in toscana, sponda Prato. Un gruppo fantastico, di ragazze semplici e genuine ma, siccome in queste presentazioni abbiamo sempre voluto legare una storia, stavolta racconteremo quella di una giocatrice che torna a dare il suo apporto in acqua, scopriremo che la pallanuoto non è solo lo sport che si vede di ” facciata “, ma nasconde valori importanti. Non anticipiamo niente però, lasciamo che il lettore si lasci trasportare, senza prima fare un pò di cronaca, presentando la formazione toscana.

Prato Wp - foto Anna Tiezzi
Prato Wp – foto Anna Tiezzi

Gigli, Giachi, Galardi, le sorelle Tabani, Bartolini, Bosco, Repetto, Francini, Merli, Albiani e Pelagatti, ma leviamo questo tono quasi da telecronaca. Siamo a Prato, tra la fine del campionato scorso e l’inizio di questa stagione cala il sipario su una società in difficoltà, nessuno sa quale futuro sarà per queste ragazze, buio totale, ma piano piano le cose si sono sistemate, grazie anche al direttore sportivo, l’immenso, che ve lo stiamo a dire, portierone del Recco e della Nazionale, Stefano Tempesti, soprannominato ” l’albatros di Prato “, ma anche all’aiuto di Iacopo Bologna, presidente e allenatore. Dalle stalle alle stelle, perchè per chi ama questo sport e soprattutto deve rappresentare la sua città, scendere in acqua con la calottina e dare tutto per la propria squadra è motivo di grande un orgoglio. Un sogno, quello dell’A1 che rischiava di infrangersi e che invece, con lo sforzo di tutti, potrà continuare anche in questa stagione. Elena Gigli tra i pali ha un curriculum davvero importante, nessuna come lei, e tutti portano ancora nel cuore le parate dell’immensa portiera toscana, strappata alla Fiorentina e portata a Prato nella passata stagione, insieme a Gloria Giachi, lei di Poggibonsi, acquisto in linea con le intenzioni societarie. Giovani, toscane, con la voglia di divertirsi e divertire, facendo un percorso di crescita insieme.

Tutte nel giro della Nazionale, quindi con la malizia di chi seppur giovane ha già giocato in campo internazionale acquistando la malizia necessaria per affrontare anche avversarie più esperte. Chiara Tabani, capitano della squadra, è l’esempio, nata e cresciuta a Prato, classe ’94, in estate ha coronato il suo sogno facendo parte della spedizione mondiale a Kazan. La realtà di chi ha seminato e inizia a raccogliere piano piano, ma che davanti avrà ancora tempo per crescere e continuare a dimostrare. Non da meno le altre azzurrine del gruppo, Giuditta Galardi, Laura Repetto e la stessa Gloria Giachi, tutte e tre protagoniste alle Universiadi con la calottina dell’Italia.

Il Prato si presenta quindi come un covo di giocatrici di spessore, un gruppo giovane, in cui da quest’anno farà il suo ritorno, ora è il caso di dirlo, un’atleta che in Nazionale ha fatto tutta la trafila e che è pronta a rimettersi in gioco per una nuova sfida. Chi non ha dubbi, incertezze, momenti di riflessione nella vita, sia quella di tutti giorni che quella sportiva, non è una persona vera. Ecco che a un certo punto della tua carriera, pur avendo iniziato a dare le prime bracciate fin da giovanissima, giocato con le squadre più importanti in Italia, passato momenti stupendi tra vittorie e soddisfazioni, ti fermi a un bivio e inizi a porti delle domande.

Giulia Bartolini
Giulia Bartolini

La storia di Giulia Bartolini, classe 1990, è anche questa, scudetto e Coppa Campioni vinta a Catania, con l’Orizzionte, quando era giovanissima, esperienze indelebili e che non potranno mai cancellarsi. Gioie, dolori, infinità di partite giocate e gol a raffica per la ragazza ” acqua e sapone “, Nazionali giovanili, chiamate con quella maggiore, ma i sani principi chi ha il sale in zucca e pensa anche al proprio futuro fuori dall’acqua.

Ad un certo punto ti trovi a dover prendere delle decisioni, anche drastiche, quelle che fanno più male, ma cui penserai un giorno e dirai ” ho fatto bene, mi è servito “. Lezioni di vita, perchè quando arrivi a 24 anni, a meno che tu non abbia una mentalità chiusa pensi a quello che sarà di te. Allora fai la ” pazzia “, o chissà, la cosa più giusta, non lo puoi sapere se non provi, appendi la calottina al chiodo e decidi di andare via. Lacrime, perchè in acqua hai passato la maggior parte delle tue giornate, sputato sangue, faticato, una, due volte al giorno anche, ma adesso è arrivato il momento di svoltare, di cambiare pagina.

Sbagliero? Sarà giusto così? Va bè, faccio la valigia e parto “. Destinazione? America. ” Giulia Bartolini dice addio alla pallanuoto “, titolavano i principali siti; un viaggio di lavoro, ma un’opportunità così, che ti può aprire le porte del Paradiso e al contempo può accrescere le tue esperienze, anche se la tua famiglia è lontana, è un gesto che fa capire la persona che sei. Pensi a tutto, a che sarà di te, ma poi capisci di aver fatto la cosa giusta, il tuo bene, e non potrai rimpiangere mai la tua decisione.

Siam quelli là, siam quelli là, siam quelli là. Quelli tra palco e realtà ” è il ritornello della canzone di Luciano Ligabue, la preferita di Giulia, quella che chissà quante volte le sarà risuonata in testa. Da una parte la vita, fatta di tante sensazioni, vissute sulla propria pelle nella realtà di tutti i giorni, positive e negative, dall’altra il il sapore del successo, quello di chi ha il coraggio di cambiare aria, di andarsene e partire, mollare tutto e tutti e dimostra la voglia di crescere sotto tutti i punti di vista. Quello di Giulia Bartolini è stato un arrivederci allo sport che ama e dopo un periodo di riflessione è di nuovo pronta, con la calottina allacciata, a sudare e ritornare quella che è stata fino a un anno e mezzo fa, con in testa l’idea di vincere la sua partita e portare in alto Prato, condividendo momenti fantastici con le sue compagne di sempre.

Umiltà, freschezza, una ragazza con dei valori, fuori dall’acqua ancor prima che in vasca, sempre con il sorriso, quello di chi affronta le giornate con serenità. Abbiamo intervistato lei perchè crediamo possa rappresentare il sogno che tante ragazze hanno, quello di fare quello che piace loro, ma spesso si fermano di fronte ad alcuni scogli, senza lottare o battersi per abbatterne le barriere. Lei ha osato, ha cambiato la propria routine, ma ora, tornata alla base, la sua Prato, è pronta a tenersela ben stretta.

Giulia Bartolini, tornata a Prato - foto Anna Tiezzi
Giulia Bartolini, tornata a Prato

Eccoci Giulia, finalmente di nuovo in acqua, ed era impensabile non fosse così. Il passato che torna nel presente e, che si spera possa rappresentare anche il futuro. Tu e il Prato siete qualcosa di indelebile, lo dimostra la tua scelta di riprendere. Cosa ha prevalso?

Sicuramente io e il Prato siamo qualcosa di indelebile e inseparabile. E’ Proprio qui che ho iniziato a giocare e che la mia passione per la pallanuoto ha preso forma. Tornare a casa fa sempre un certo effetto e ha un sapore diverso. Ci sono voluti mesi prima che decidessi di ricominciare ma alla fine la decisione è arrivata, penso che a prevalere sia stata la voglia di rimettersi in gioco con i colori della mia città, l’amore per questo sport, oltre al gruppo fantastico delle ragazze. Perchè no, anche la paura dei chili di troppo “.

Avevi preso tempo, sembrava ormai potessi non ricominciare più. Andare fuori, per lavoro, in America. è stata un’esperienza dalla quale sei uscita più matura. Che cosa vuol dire per una ragazza stare lontano da casa per un po?

Avevo bisogno di staccare e di dedicare un pò di tempo a me stessa e al mio futuro. La lontananza da casa, la fortuna di conoscere altre culture e la consapevolezza del fatto che ” te la devi cavare da sola” fa maturare e crescere chiunque. Era quello di cui avevo bisogno per rivedere alcune priorità e sono felice che la pallanuoto faccia ancora parte di quelle “.

Anche a chilometri di distanza non hai mai smesso di tifare Prato, ti sei allenata durante l’estate per farti trovare pronta e per rimetteri in gioco. Come ti senti e cosa ti aspetti da te stessa e dalla squadra?

Ho sempre fatto il tifo per questa squadra e per le mie compagne anche perché con molte di loro avevo già avuto la fortuna di condividere momenti belli e di imparare tantissimo da ognuna. Ho cercato di allenarmi il più possibile anche durante l’estate per colmare un anno e mezzo di stop e sono consapevole di non essere ancora in forma, avrò bisogno di lavorare moltissimo, perchè la strada è lunga. Da me stessa, come sempre, mi aspetto moltissimo, sperando di poter essere utile alla mia squadra e alla mia società per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Farò tutto il possibile mettendomi sempre a disposizione, impegnandomi, e cercando di non deludere le aspettative “.

Siete un bellissimo gruppo, sia dentro che fuori dall acqua, e questo non può che essere un pregio per una societá che stava per fallire. Dove potete arrivare?

Ci tengo veramente tanto a ringraziare Stefano e Jacopo per avermi dato questa possibilità oltre a dire grazie alla mie compagne che mi hanno fatto ritrovare la grinta, il desiderio e la voglia di non mollare questo sport. Siamo un gruppo fantastico, incredibile, che sa dove vuole arrivare e che è consapevole dei suoi mezzi e di come i sacrifici possano portare a raggiungere i risultati. Ci siamo prefissate di fare meglio dell’anno scorso e di guadagnare qualche posizione in classifica, ma per il resto non vi dirò niente “.

Dove ti vedi nei prossimi anni, sia con la calottina che senza, vista che sei impegnata su più fronti?

Con la calotta mi vedo sempre e solo a Prato e se proprio vogliamo pensare in grande spero di vincere un trofeo importante in quella che è la mia casa. Fuori dall’acqua mi vedo ben inserita nella ditta di famiglia dove sto già lavorando da quando sono rientrata e poi mi piacerebbe moltissimo allenare una squadra, visto che trasmettere i veri valori dello sport sarebbe una sfida molto bella. Poi naturalmente mi vedo mamma, ma questa è un’altra storia “.

Infine, ti abbiamo vista con un nuovo numero di calottina nel torneo che avete fatto a Bogliasco la settimana scorsa…

Sì, quest’anno giocherò con la 12, in ricordo del mio grande amico Samuele. Sarà sempre con me, bracciata dopo bracciata “.

 

 

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