700 volte Alex, Del Piero si riprende la vetta

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Alessandro Del Piero © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

Se non fossero bastati 700 presenze in bianconero, 288 gol con la stessa maglia e i 19 anni di appartenenza juventina, Alessandro Del Piero ha voluto dimostrare di sapere essere ancora decisivo nonostante i 38 anni, nonostante i pochi minuti giocati, nonostante il grosso peso dell’incertezza per il futuro. Il Capitano mette la sua firma in una gara delicatissima che potrebbe risultare decisiva per lo scudetto, siglando la rete definitiva del 2-1 in una partita che, nonostante il predominio assoluto dei padroni di casa, si era messa in salita per la Juventus.

In uno stadio gremito per lo scontro scudetto-Champions League la Juve parte forte schiacciando la Lazio nella propria metà campo collezionando innumerevoli occasioni da gol con l’intento di rimettere la testa davanti al Milan. Conte si affida alle magie di Pirlo che, come un direttore d’orchestra, dirige e dispensa sapientemente palloni ai suoi compagni, in attacco la riconferma per Quagliarella affiancato da Vucinic. Ci prova per primo l’attaccante partenopeo con un gran tiro dalla distanza al 10′ ma Marchetti ci “mette la faccia” nel vero senso della parola. Poi tocca a Pepe rendere difficile ciò che dovrebbe essere facile, ovvero mettere a segno una ghiotta opportunità solo davanti al portiere; il numero 7 sa di non aver fatto una bella figura e così prova a chiedere scusa ai supporters pochi minuti dopo con un gran tiro in mezza rovesciata su invito del maestro Pirlo facendosi perdonare per l’erroraccio di poco prima.

Il vantaggio non basta ai bianconeri che continuano a collezionare occasioni su occasioni con vucinic, Vidal, Quagliarella, Lichsteiner le cui conclusioni vengono neutralizzate da un Marchetti stasera in versione uomo ragno. La Lazio subisce la pressione spesso asfissiante dell’undici di Conte, ma quando tutti si aspettano il colpo del ko, ecco che arriva la beffa che gela lo Stadium. Mauri stacca di testa indisturbato su cross di Gonzalez battendo Buffon all’incrocio dei pali. Il primo tempo si chiude sull’ 1-1.

Alessandro Del Piero © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images

Nella ripresa i biancocelesti, acquisito il punteggio di parità, riorganizzano la corazzata difensiva che, rispetto alla prima parte di gara, questa volta sembra reggere meglio l’urto dell’avanzata juventina; Conte è costretto a cambiare i due terzi del tridente offensivo togliendo uno spento Vucinic e Pepe per l’inserimento di Matri e Del Piero. Proprio il capitano si renderà protagonista di questa nottata siglando il colpo del 2-1 finale, il 288° con la maglia della Juve per festeggiare le 700 presenze in bianconero. Un calcio di punizione dai 30 metri che ha sorpreso Marchetti il quale, forse, si sarebbe aspettato il tiro a giro sul primo palo, con il numero 10 che piazza invece la sfera sul palo opposto. Linguaccia e Juventus Stadium che quasi rischia di venire giu. La Juve è di nuovo davanti al Milan. Negli ultimi minuti di gioco i bianconeri controllano abbastanza agevolmente la gara anche perchè la Lazio rimane in 10 per l’espulsione di Kozak per aver protestato troppo vivacemente nei confronti del direttore di gara (stessa sorte spetterà a Reja qualche minuto più tardi).

Anche quest’oggi la Juventus ha dimostrato di avere un grande carattere, ingrediente fondamentale per la conquista dello scudetto che, a sei partite dalla fine del campionato, comincia a delinearsi come qualcosa di concreto. L’unica nota positiva per la Lazio, che nel confronto allo Stadium sul piano del gioco ne è uscita con le ossa frantumate, è la sconfitta di Napoli e Udinese, dirette avversarie per un posto in champions, anche se le vittorie di Roma e Inter potrebbero rendere più agguerrita la lotta al terzo posto.

Pagelle

Juventus

Vucinic 5: il montenegrino è spento, ad inizio ripresa ha l’opportunità di riportare avanti la Juve ma spreca; anche Conte capisce che non è la sua serata migliore e lo toglie per far posto a Del Piero. Mossa più che azzeccata.

Del Piero 8: entra e risolve la partita, in tanti dicono che quello realizzato alla Lazio potrebbe essere il gol scudetto. Forse non sarà proprio quello decisivo ma sicuramente la magia su punizione continua a far sognare la squadra e una tifoseria intera. E la domanda si fa sempre più lecita: Agnelli, cosa aspetti a rinnovargli il contratto?

Pirlo 7.5: dirige la squadra come un direttore d’orchestra, pennella assist per i compagni come l’invenzione per il gol di Pepe. Se dovessimo indicare il nome del giocatore bianconero più decisivo e importante della stagione, il suo sarebbe il primo della lista.

Pepe 7: si fa perdonare immediatamente l’errore davanti a Marchetti segnando il gol dell’1-0 in acrobazia. Torna al gol ed esorcizza il periodo non brillante che stava vivendo da qualche settimana.

Lichtsteiner 6.5: spinge tanto sulla fascia e tenta anche il gol dell’ex, anche lui come Pepe non godeva di uno stato di forma non eccellente.

Lazio

Marchetti 7.5: stasera in versione uomo ragno, con le sue parate evita un passivo più pesante soprattutto nel primo tempo quando diviene bersaglio dei giocatori della Juventus. Incolpevole su entrambi i gol.

Ledesma 5: poca luce per il regista biancoceleste che paga anche l’atteggiamento della squadra troppo catenacciaro fin dai primi istanti di gara.

Mauri 6: punisce la Juve alla prima occasione laziale con un preciso colpo di testa sotto il sette interrompendo l’imbattibilità di Buffon fermandola a 568 minuti.

Candreva 5: altro ex della gara, corre a vuoto per tutti i 90 minuti.

JUVENTUS (4-3-3): Buffon 6; Lichtsteiner 6.5, Barzagli 6, Bonucci 6.5, Chiellini 6.5; Vidal 6 (80′ Giaccherini sv), Pirlo 7.5, Marchisio 6; Pepe 7 (72′ Matri 6), Quagliarella 6.5, Vucinic 5 (27′ st Del Piero 8).
Panchina: Storari, Caceres, De Ceglie, Borriello.
Allenatore: Conte 6.5.

LAZIO (4-2-3-1): Marchetti 7.5; Scaloni 6, Diakitè 6, Biava 5.5, Garrido 5; Cana 5, Ledesma 5; Gonzalez 5.5 (81′ Brocchi sv), Mauri 6 (72′ Hernanes 5.5), Candreva 5; Rocchi 5.5 (74′ Kozak 5).
Panchina: Bizzarri, Zauri, Matuzalem, Alfaro.
Allenatore: Reja 5.

Video Juventus – Lazio 2-1

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2 COMMENTI

  1. o voglio farvi capire una cosa che purtroppo non tutti comprendono. la juve è una squadra forte. è questo perché abbiamo giocatori forti.ma io dico noi che abbiamo l’onore di avere un giocatore come il grande alessandro del piero non possiamo farci di certo sfuggire l’opportunità di perdere un giocatore che potremmo definire messi secondo. è in forma e molto dotato. vorrei puntualizzare che se non era per del piero nella partita con il lazio il milan ci avrebbe superato. si ma perché del piero che ha 37 anni riesce a fare più gol di ragazzi di 25 26 27 anni? è forte è un leone in campo . io vorrei che un’altro anno del piero giocasse. caro presidente non farti sfuggire un calciatore cosi….perché la juve senza del piero e finita…..forza del piero….io sarò sempre una tua fan

  2. Se non fossero bastati 700 presenze in bianconero, 288 gol con la stessa maglia e i 19 anni di appartenenza juventina, Alessandro Del Piero ha voluto dimostrare di sapere essere ancora decisivo nonostante i 38 anni, nonostante i pochi minuti giocati, nonostante il grosso peso dell’incertezza per il futuro. Il Capitano mette la sua firma in una gara delicatissima che potrebbe risultare decisiva per lo scudetto, siglando la rete definitiva del 2-1 in una partita che, nonostante il predominio assoluto dei padroni di casa, si era messa in salita per la Juventus.

    In uno stadio gremito per lo scontro scudetto-Champions League la Juve parte forte schiacciando la Lazio nella propria metà campo collezionando innumerevoli occasioni da gol con l’intento di rimettere la testa davanti al Milan. Conte si affida alle magie di Pirlo che, come un direttore d’orchestra, dirige e dispensa sapientemente palloni ai suoi compagni, in attacco la riconferma per Quagliarella affiancato da Vucinic. Ci prova per primo l’attaccante partenopeo con un gran tiro dalla distanza al 10′ ma Marchetti ci “mette la faccia” nel vero senso della parola. Poi tocca a Pepe rendere difficile ciò che dovrebbe essere facile, ovvero mettere a segno una ghiotta opportunità solo davanti al portiere; il numero 7 sa di non aver fatto una bella figura e così prova a chiedere scusa ai supporters pochi minuti dopo con un gran tiro in mezza rovesciata su invito del maestro Pirlo facendosi perdonare per l’erroraccio di poco prima.

    Il vantaggio non basta ai bianconeri che continuano a collezionare occasioni su occasioni con vucinic, Vidal, Quagliarella, Lichsteiner le cui conclusioni vengono neutralizzate da un Marchetti stasera in versione uomo ragno. La Lazio subisce la pressione spesso asfissiante dell’undici di Conte, ma quando tutti si aspettano il colpo del ko, ecco che arriva la beffa che gela lo Stadium. Mauri stacca di testa indisturbato su cross di Gonzalez battendo Buffon all’incrocio dei pali. Il primo tempo si chiude sull’ 1-1.

    Alessandro Del Piero © OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images
    Nella ripresa i biancocelesti, acquisito il punteggio di parità, riorganizzano la corazzata difensiva che, rispetto alla prima parte di gara, questa volta sembra reggere meglio l’urto dell’avanzata juventina; Conte è costretto a cambiare i due terzi del tridente offensivo togliendo uno spento Vucinic e Pepe per l’inserimento di Matri e Del Piero. Proprio il capitano si renderà protagonista di questa nottata siglando il colpo del 2-1 finale, il 288° con la maglia della Juve per festeggiare le 700 presenze in bianconero. Un calcio di punizione dai 30 metri che ha sorpreso Marchetti il quale, forse, si sarebbe aspettato il tiro a giro sul primo palo, con il numero 10 che piazza invece la sfera sul palo opposto. Linguaccia e Juventus Stadium che quasi rischia di venire giu. La Juve è di nuovo davanti al Milan. Negli ultimi minuti di gioco i bianconeri controllano abbastanza agevolmente la gara anche perchè la Lazio rimane in 10 per l’espulsione di Kozak per aver protestato troppo vivacemente nei confronti del direttore di gara (stessa sorte spetterà a Reja qualche minuto più tardi).

    Anche quest’oggi la Juventus ha dimostrato di avere un grande carattere, ingrediente fondamentale per la conquista dello scudetto che, a sei partite dalla fine del campionato, comincia a delinearsi come qualcosa di concreto. L’unica nota positiva per la Lazio, che nel confronto allo Stadium sul piano del gioco ne è uscita con le ossa frantumate, è la sconfitta di Napoli e Udinese, dirette avversarie per un posto in champions, anche se le vittorie di Roma e Inter potrebbero rendere più agguerrita la lotta al terzo posto.

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