Trezeguet: “Dieci anni nella Juve, una grande storia d’amore”

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Nei giorni scorsi stava per alzarsi un polverone intorno all’addio di Trezeguet alla Vecchia Signora. Il francese scaricato dal nuovo corso societario si è trasferito in Spagna nel “modesto” Hercules Alicante per accontentare la moglie e il giorno della presentazione baciò la maglia facendo sobbalzare i tifosi bianconeri.

Il mancato saluto ai tifosi poi potevano far pensare a qualche attrito tra il mitico David e il suo popolo, ma a distanza di qualche giorno il bomber bianconero in una intervista concessa alla Gazzetta dello Sport tiene a ribadire la sua fede bianconera e la promessa di un ritorno per i festeggiamenti della terza stella. Di seguito vi proponiamo qualche stralcio dell’intervista:

Dieci anni nella Juve, è stata una grande storia d’amore. Io David Trezeguet resterò per sempre tifoso della Juve. Anzi, il giorno in cui la squadra bianconera vincerà lo scudetto andrò a Torino e chiederò alla famiglia Agnelli di inventare una maglia con la terza stella. E sarò il primo ad indossarla. I due titoli che ci hanno tolto sono stati una clamorosa ingiustizia. Lo penso io, lo pensa chi ama la Juve, ma ne sono convinti anche i giocatori dell’Inter con i quali ho parlato. L’ultima Juve riparte quasi da zero. Una scelta coraggiosa. Però bisogna avere il coraggio di dire alla gente bianconera che ci vorrà un po’ di tempo per tornare a essere la squadra da battere. Da amico della Juve penso che sarebbe bellissimo riconquistare la Champions e centrare l’Europa League. Sarebbe una stagione da dieci. Lo scudetto è pane per Inter e Milan. E’ bello vedere Andrea Agnelli presidente. Io sono cresciuto nel mito dell’Avvocato. Quando veniva al campo eravamo tutti imbambolati. Come se lui avesse vinto 10 mondiali, 10 Champions, 10 scudetti. Andrea Agnelli dovrà ricreare la stessa magia con i più giovani. La mia più bella vittoria nei miei dieci anni in bianconero è stata la promozione dalla B alla A. Una fantastica esperienza di vita. I tifosi ci consideravano degli eroi perché avevamo scelto di restare. Si sentiva stima, amore. E intorno a noi abbiamo visto crescere dei ragazzini che oggi sono dei grandi giocatori. Penso a Chiellini, a Marchisio. Se qualcuno credeva di ammazzare la Juve scaraventandola in Serie B allora ha proprio sbagliato tutto. Quell’esperienza ha reso ancora più grande il mondo Juve“.

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