Giammario Piscitella, la favola del baby talento della Roma

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Giammario Piscitella | © Maurizio Lagana/Getty Images

Ogni bella favola ha un eroe e un antagonista e in questo caso il primo si chiama Luis Enrique e viene dalla Spagna, il secondo è tutto italiano ed è il nostro calcio. Protagonista assoluto Giammario Piscitella nato a San Marzano sul Sarno il 23 marzo 1993, di professione ala d’attacco e aspirante fuoriclasse. E pensare che il giovane primavera della Roma era stato convocato per la gara con l’Inter quasi per caso, perchè i vari infortuni giallorossi avevano dimezzato il reparto offensivo. Ma nessuno mai si sarebbe aspettato che alla prima convocazione in prima squadra il ragazzo avrebbe calcato l’erba dell’Olimpico. E invece Luis Enrique con coraggio lo ha fatto entrare al 35′ della ripresa al posto del mattatore della gara Fabio Borini. Piscitella ha subito dimostrato talento e voglia di emergere sfornando un bell assist per il gol di Bojan.

Una presenza che in condizioni normali sarebbe sfumata nel nulla, come di solito accade in Italia dove i giovani sono centellinati fino a quando o si perdono o semplicemente non sono più giovani. E dunque stupisce vedere, nel Campionato che ha la media d’età più alta d’Europa, come invece il gioiellino campano sia stato riproposto titolare nei 25 minuti del recupero contro il Catania in un match delicatissimo per la stagione giallorossa. Scelto al posto di un certo Bojan Krkic che ha vinto la Champions League con gente del calibro di Leo Messi, Iniesta, Xavi e compagni sotto la direzione del maestro Pep Guardiola. E il ragazzo ha senza dubbio ripagato la fiducia del mister asturiano della Roma con una partita di sacrificio e giocate di concretezza. Nell’intervista del post-partita è emersa una genuina ingenuità del 18enne quando con timidezza ha detto: “Non me lo aspettavo, ma mi sono messo al servizio della squadra come voleva il mister” e poi ha aggiunto “E’ sempre più bello, quasi come l’esordio”.

Il futuro di Piscitella è sicuramente florido e non a caso un mostro sacro come Sir Alex Ferguson aveva fatto di tutto per portarlo alla corte del Manchester United poco tempo fa. Ma la Roma lo ha trattenuto perchè nell’era di Luis Enrique si punta sui giovani e questo significa che non si parcheggiano in squadre di serie inferiori, ma si lanciano da subito nel calcio dei grandi, e magari per più di quattro minuti ogni sei mesi.

D’altra parte è quello che succede negli altri paesi e soprattutto in quelli che negli ultimi anni hanno divorato le coppe europee al livello di club e nazionale come Inghilterra e Spagna (ma anche Germania). Tanto più che il pur giovane Piscitella è un veterano delle serie giovanili della Nazionale Italiana. In particolare si era già fatto notare il 23 marzo 2011 quando in una amichevole dell’Under 18 contro la Nazionale A aveva saltato plurime volte Santon nell’uno contro uno.

Il calcio nostrano ha bisogno di linfa nuova e di lanciare da subito i giovani talenti. Calciatori ancora inesperti magari, ma di tipologia moderna come Giammario. Il talentino infatti può ricoprire tutti i ruoli di fascia offensiva senza dimenticare la fase difensiva. E’ in possesso di un destro molto preciso quando calcia verso la porta ed è in grado di pennellare crossi con entrambi i piedi. La sua qualità maggiore sono la velocità, l’abilità nel dribbling abbinati ad una fisicità importante. Coi suoi 180 cm di altezza x 68 Kg sembra avere il profilo dell’ala tipo del XXI secolo e non a caso il suo idolo è Cristiano Ronaldo. Per fortuna qualcuno se ne è accorto e sta cercando di metterlo in luce e questo qualcuno è Luis Enrique, tecnico ancora da valutare pienamente nel confronto con la complicata tattica calcistica della penisola, ma che nonostante tutto sta portando una piccola rivoluzione culturale. La speranza è che altri come Piscitella possano avere la ribalta della Serie A per rilanciare il calcio italiano che appare in crisi profonda.

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